Raddoppio Iva Pay-tv – Tremonti blocca ogni possibile ripensamento: “Ce lo impone l’Europa”
Sembra chiudersi definitivamente lo spiraglio che sembrava portare ad un ripensamento del Governo sul tema del raddoppio dell’Iva per Sky. A sbarrare la porta ad una mediazione, partita per intervento di alcuni esponenti di Alleanza Nazionale, e confermata da dichiarazioni più concilianti nella mattinata di ieri dello stesso Premier Berlusconi è stato il Ministro del
Sembra chiudersi definitivamente lo spiraglio che sembrava portare ad un ripensamento del Governo sul tema del raddoppio dell’Iva per Sky. A sbarrare la porta ad una mediazione, partita per intervento di alcuni esponenti di Alleanza Nazionale, e confermata da dichiarazioni più concilianti nella mattinata di ieri dello stesso Premier Berlusconi è stato il Ministro del Tesoro Giulio Tremonti. Il Ministro ha sottolineato che sarebbe di fatto impossibile ridiscutere il provvedimento, anche in una formula che preveda l’aumento dell’Iva scaglionato su tre anni.
Le ragioni sono di natura economica (parte delle misure anti crisi si finanziano proprio grazie a questo aumento dell’Iva per i clienti di Sky), ma anche di rispetto delle normative europee. Secondo quanto rivelato da Tremonti c’è infatti il rischio di un’imminente apertura di una procedura di infrazione della Comunità Europea proprio sulla questione delle agevolazioni a Sky. Tempo addietro proprio Mediaset aveva segnalato alle autorità comunitarie la presenza di questa disparità nel mercato televisivo italiano, un’agevolazione della quale la tv del Presidente del Consiglio non poteva godere (al contrario di Sky) solo in virtù di una diversa tecnologia di trasmissione, il Digitale terrestre invece che il Satellite o il cavo.
Il Governo Prodi era già stato informato dall’Europa che aveva indicato due alternative: portare tutte le aliquote per il settore televisivo al 10% o eliminare l’agevolazione di cui usufruiva Sky. Paradossalmente le dichiarazioni del Ministro Tremonti chiudono il cerchio ed insieme dimostrano la ragione nel quale il “conflitto d’interessi” del Premier non possa essere bollato come una “fesseria”. C’è infatti qualcuno in Italia che sarà sobbalzato dalla sedia a sentir parlare di “obblighi legati alle indicazioni comunitarie“, è Francesco Di Stefano, il proprietario di Europa 7 che da anni, nonostante le decisioni della corte di giustizia europea rimane privo di concessione televisiva in favore di una delle 3 reti di Mediaset, Rete 4.