Home Notizie Dado, un comico “onesto” dopo il pregiudizio di Zelig. E il trampolino di Macao

Dado, un comico “onesto” dopo il pregiudizio di Zelig. E il trampolino di Macao

Dado di Zelig. Dado che è entrato nella corte dei giullari di Maurizio Costanzo Show. Dado che fa cabaret da Carlo Conti. Dado, quello dei 3/4 della palazzina tua. Quante volte siamo abituati ad associare a un personaggi tanti piccoli clichés per legittimare il nostro pregiudizio? Chi scrive lo ha fatto per primo, esasperato dai

4 Dicembre 2008 19:24

dado zeligDado di Zelig. Dado che è entrato nella corte dei giullari di Maurizio Costanzo Show. Dado che fa cabaret da Carlo Conti. Dado, quello dei 3/4 della palazzina tua. Quante volte siamo abituati ad associare a un personaggi tanti piccoli clichés per legittimare il nostro pregiudizio? Chi scrive lo ha fatto per primo, esasperato dai comici in provetta dispensati a getto continuo. Con questo atteggiamento mi sono, infatti, accostato all’idea di dover assistere a una sua esibizione dal vivo. E’ bastato davvero poco – e non accade così spesso – per farmi ricredere.

Ero presente in qualità di giurato (a titolo di pura amicizia e senza alcuna ufficialità, sia ben chiaro) alla presentazione di un libro per beneficenza, nella cornice del Piccolo Teatro di Padova. Dado era uno degli artisti chiamati a intrattenere gli spettatori e inizialmente ho temuto che il suo stile un po’ demenziale stonasse con i nobili intenti della manifestazione. Invece Dado è diventato un comico onesto, come titola il tour che lo sta vedendo di questi tempi in scena. Uno di quelli da cui non ti aspetti un certo tipo di riflessione in salsa umoristica, che quando arriva ti lascia piacevolmente sorpreso.

Forte della collaborazione tutta romana con Alex Britti, di cui racconta di essere amicissimo, fa del teatro canzone la sua nuova forma di espressione, usando la chitarra come mezzo di comunicazione brillante. I due principali filoni della sua nuova comicità, pensata più che radicalmente impegnata, sono ‘quando sono nato io’ e ‘onesto-disonesto’: in entrambi i casi gioca sulle antinomie della nostra vita quotidiana, in sospeso tra retorica e ipocrisia.

Dado spazia da qualche battuta di satira politica, senza risultare gratuito o pretenzioso, a frecciatine sul degrado sociale, il tutto accompagnato da una serie di tic e gesti simbolici che ormai costituiscono il suo marchio di fabbrica. Eppure, se per un istante rischiano subito di evocare il suo lato un po’ tamarro e di massa, basta restare in ascolto per scoprire che il suo repertorio è diventato molto scritto e poco scontato.

Insomma, se non avesse iniziato da Zelig Dado non avrebbe ora nulla da invidiare “mediaticamente” agli Enrico Brignano e ai Max Giusti che come lui amano il contatto con la platea.

In realtà, se ci si spreme le meningi, non è facile dimenticare il suo vero esordio televisivo a Macao, incredibile fucina di artisti e comici che oggi hanno tutti fatto carriera. Tra loro, prima di diventare Dado, c’era Gabriele Pellegrini nei panni del personaggio dell’avvocato, surreale come voleva Macao e ancora diverso da altre cose che ha poi fatto in tv.

Parlando con lui dell’esperienza, mi ha raccontato un aneddoto davvero prezioso. Paola Cortellesi, che questa sera va in onda con l’ultima puntata di Non perdiamoci di vista, era con lui nel cast di comici della trasmissione. Ma nessuno sa che, dopo la dipartita volontaria di Alba Parietti, Gianni Boncompagni le ha fatto girare delle puntate zero come conduttrice. Peccato che, nonostante il suo già versatile talento, non risultasse adeguata al ruolo e quest’esperimento non è mai andato in onda. Al suo posto arrivò Pi, il conduttore virtuale con la voce di Boncompagni destinato ad avere poca vita davanti…

Un assaggio di Dado in scena con Onesto ma non troppo