Amiche mie – Domenica le puntate conclusive
Cambia giorno di programmazione Amiche mie, la fiction Mediaset di produzione Mediavivere, che dal mercoledì si sposterà alla domenica per la messa in onda dei due episodi conclusivi, Io non ho paura e Mea culpa. Non ne abbiamo più parlato dopo aver recensito gli episodi iniziali, che ci avevano totalmente convinto e nei quali avevamo
Cambia giorno di programmazione Amiche mie, la fiction Mediaset di produzione Mediavivere, che dal mercoledì si sposterà alla domenica per la messa in onda dei due episodi conclusivi, Io non ho paura e Mea culpa. Non ne abbiamo più parlato dopo aver recensito gli episodi iniziali, che ci avevano totalmente convinto e nei quali avevamo riscontrato vari elementi di modernità e originalità rispetto al resto dei prodotti nostrani. Ma come si è evoluto il telefilm nelle serate seguenti? Ha mantenuto le aspettative oppure è calato? Cerchiamo di analizzarlo.
Innanzitutto è innegabile che la qualità realizzativa si sia mantenuta sugli altissimi livelli dell’esordio. E per qualità realizzativa intendiamo tutto quell’insieme di elementi che servono a confezionare il prodotto finale, dalla regia alle scenografie, passando per le luci e i costumi e terminando con l’ottima colonna sonora. Anche gli attori, protagonisti e non, hanno continuato a convincere dal punto di vista recitativo. Ciò che invece è forse leggermente calato, pur mantenendosi comunque su buoni livelli, è la qualità della sceneggiatura.
Cerchiamo di spiegarci meglio. Non si è di certo avvertito un calo tra i singoli episodi, che hanno continuato a portare a termine il loro intento iniziale di divertire e commuovere allo stesso tempo, ma proprio quell’originalità che aveva contraddistinto l’esordio di Amiche mie e che avrebbe potuto portare a “scenari alternativi”, è pian piano scemata, lasciando spazio ad una trama più “classica” e in parte scontata. Che sarebbe successo se si fosse osato di più, senza dare per forza allo spettatore ciò che si sarebbe aspettato fin dall’inizio dai personaggi? Se il linguaggio a volte colorito fosse andato di pari passo con la “forza” delle storie?
La vicenda di Anna (Margherita Buy) con il Dottor G, innanzitutto. Cosa sarebbe accaduto se Anna, dopo esserci andata a letto, avesse scoperto che Giorgio tradisce sistematicamente la moglie e non è quello stinco di Santo/uomo perfetto che invece appare? Per Anna si sarebbero aperti scenari completamente inaspettati, compreso un ritorno al paesello con la coda tra le gambe che avrebbe spiazzato gli spettatori. E che dire di Francesca (Elena Sofia Ricci)? Se Mister X, anziché l’ex marito come si era capito immediatamente, fosse stato un ragazzetto brufoloso compagno di scuola della figlia, particolarmente maturo, che aveva una cotta per la donna da quando era in culla?
In una fiction così bella e ben costruita come Amiche mie, la vera innovazione sarebbe stata quella di svincolare i protagonisti da un destino già scritto, sorprendere lo spettatore con delle dinamiche inaspettate. Far vivere alla perenne “disperata” Marta (Luisa Ranieri), ad esempio, un amore che la facesse diventare una stronza come gli uomini che fino ad allora aveva incontrato, facendole capire che l’uomo e la donna nelle relazioni sentimentali non sono due mondi poi così distanti. O far innamorare il Dottor G di Grazia (Cecilia Dazzi), o far perdere addirittura a quest’ultima, così seria e posata, la testa per una persona del suo stesso sesso.
Non c’è stata quindi nelle storie l’evoluzione inaspettata che speravamo, ma in una tv che offre mensilmente serie sui Santi o ritratti di famiglie per bene, far passare in prima serata termini come “scopata” o “puttanelle” potrebbe già essere un buon risultato. Noi continuiamo ad aspettare il passo successivo, godendoci comunque serie tv di buon livello come Amiche mie.