Editoriale – Le feste natalizie e la censura
Ci si accorge che ci si avvicina alle feste, guardando la tv, per parecchi motivi. Il primo è la pubblicità dei panettoni, nonché tutte le altre pubblicità che si trasformano, immotivatamente, in concentrati di elfi, folletti, lucine e babbi natali.Il secondo è il fatto che si scema lentamente verso filmetti, filmacci e filmettini, nel prime
Ci si accorge che ci si avvicina alle feste, guardando la tv, per parecchi motivi.
Il primo è la pubblicità dei panettoni, nonché tutte le altre pubblicità che si trasformano, immotivatamente, in concentrati di elfi, folletti, lucine e babbi natali.
Il secondo è il fatto che si scema lentamente verso filmetti, filmacci e filmettini, nel prime time.
Il terzo è il fatto che gli sponsor più incredibili, attraverso la tv, ci fanno i loro migliori auguri – che idea, sarebbe, sponsorizzare il Natale, eh? Ma anche altri periodi dell’anno, no?
Ah, poi c’è anche il fatto che, ovviamente, gli studi dei programmi cominciano a essere imbellettati di decorazioni natalizie. Tutto come se la crisi non esistesse, tutto come se la tv dovesse essere il motore di un generalizzato, auspicato e immotivato ottimismo.
Questo vale per l’intrattenimento, e per la pubblicità. Per la fiction, invece, in genere non siamo in grado di programmare le puntate natalizie di quelle estere in tempo. Anzi. Di solito le puntate natalizie vanno in onda d’estate.
Ma a volte capita altro, sotto le feste. A volte capita che si mandino in onda anche bei film – o comunque, film di un certo interesse – e che succeda il disastro.
E’ il caso di Brokeback Mountain, lo saprete, ormai.
Cosa ci sia da censurare, in quella scena di bacio omosessuale, ci risulta oscuro.
Ci risulta oscuro anche il motivo per cui quel bacio omosessuale debba essere più censurabile di una scena erotica eterosessuale, o di una scena di violenza o altro.
E ci aggiungiamo al coro delle indignazioni.
Ma non a quello delle indignazioni dell’ultim’ora.
Qui abbiamo sempre sostenuto, con forza e senza troppa retorica, ogni battaglia contro la censura gratuita. E poco ci importa, francamente, se la Rai rimanderà in onda il film in versione integrale, grazie (?) all’intervento di Luxuria. Ma davvero ci voleva Luxuria? Ma davvero Luxuria, verso la quale abbiamo sempre manifestato la nostra simpatia, si deve trasformare in salvatrice catodica della patria?
Parliamoci chiaro: il danno è stato fatto, e di matrimoni riparatori ne abbiamo fin sopra i capelli. Anche se sono simili ai PACS.