L’Isola dei Famosi 7 e il casting su FaceBook: Antonio Marano fa largo ai giovani (tranne Michele Guardì)
Antonio Marano ha vinto la sua battaglia: farsi incoronare direttore di successo da una testata glamour come Vanity Fair. Preceduto dall’M. Factor, per aver creato brand vincenti come L’Isola dei Famosi e Scorie e aver creduto in un talent show additato come flop, il direttore di RaiDue è pronto a far largo ai giovani con
Antonio Marano ha vinto la sua battaglia: farsi incoronare direttore di successo da una testata glamour come Vanity Fair. Preceduto dall’M. Factor, per aver creato brand vincenti come L’Isola dei Famosi e Scorie e aver creduto in un talent show additato come flop, il direttore di RaiDue è pronto a far largo ai giovani con la consueta leggerezza che lo contraddistingue:
“Non so nemmeno dove sarò il prossimo gennaio. Di sicuro resto in Rai. Dopo quasi sei anni da direttore è giusto che arrivi qualcuno più coraggioso, brillante e innovativo di me. Ho 52 anni e di testa mi sento ancora molto competitivo, però penso che al mio posto, adesso, ci vorrebbe qualcuno di 30-40 anni. Per veder realizzato questo sogno bisognerebbe prima mandare in pensione un certo mondo Rai”.
Sulle voci che vedono Simona Ventura alle prese con un ruolo dirigenziale nel 2009, confermando la qualifica – affibbiatale da Aldo Grasso – di “agenzia interinale della seconda rete Rai, Marano per ora resta sul vago e preferisce poter contare sulla sua conduzione:
“Simona farà tv ancora a lungo: è bravissima. Lei e Maria De Filippi sono le migliori. Sul futuro posso soltanto dire che uno dei concorrenti non famosi della prossima edizione dell’Isola verrà scelto da Facebook. Mi sono appena iscritto. Fin dalla prima edizione Umberto Bossi (simbolo incontrastato del risaputo leghismo di Marano ndr) ha sempre sostenuto il programma, capendo subito che grazie all’Isola avremmo avuto la possibilità di fare, come faremo da gennaio in poi, programmi come il nuovo Viaggio sul Po di Edmondo Berselli, a cinquant’anni da quello storico di Mario Soldati, e Malpensa, Italia con Gianluigi Paragone”.
Unica nota dolente della rete più generalista della tv resta, quindi, la leadership al mattino di Michele Guardì. Anche per questa, tuttavia, Marano trova una più che plausibile spiegazione:
“Io e lui siamo televisivamente agli antipodi e per questo ci siamo scontrati in maniera molto ‘celtica’. Però nella sua fascia oraria, dalle 11 alle 13, il consueto pubblico di Raidue non c’è, quindi o metto lui o i cartoni animati. Alla fine abbiamo varato Insieme sul Due, con Milo Infante. Fa l’8-9 per cento, quando dovrebbe fare almeno il 10. Ci stiamo lavorando. L’identità e il successo di una rete, comunque, si fanno con tante cose. Pensi a X Factor: dopo le prime due puntate quasi tutti dicevano che era un flop”.
Un solo clamoroso errore Marano ammette nella sua carriera di direttore:
“Votantonio. Orrendo. Il povero Fabio Canino non aveva colpe, però. Poi c’è Limiti che mi dà del ‘marrano’. Perché non va più in onda. Ma uno come lui non è più da Raidue”.