Home Festival di Sanremo Il Festival di Bonolis è ormai storia e Paolo si è guadagnato il Milione. L’Italia ha imparato qualcosa?

Il Festival di Bonolis è ormai storia e Paolo si è guadagnato il Milione. L’Italia ha imparato qualcosa?

C’era ancora il sipario chiuso sul Festival di Sanremo e gli addetti ai lavori stavano con tanto di occhi a raccogliere le ultime carte da terra, prima che la lucetta rossa sulla telecamera irrorasse di sangue le pupille degli astanti e le corde vocale dei cantanti cominciassero a gonfiarsi. Da queste parti, nel mondo normale,

23 Febbraio 2009 14:30

Bonolis si e' guadagnato il Milione

C’era ancora il sipario chiuso sul Festival di Sanremo e gli addetti ai lavori stavano con tanto di occhi a raccogliere le ultime carte da terra, prima che la lucetta rossa sulla telecamera irrorasse di sangue le pupille degli astanti e le corde vocale dei cantanti cominciassero a gonfiarsi. Da queste parti, nel mondo normale, quello dei contratti a progetto e del 27 del mese cerchiato sul calendario, si parlava, fatalmente, del Milione di Bonolis.

Personalmente mi schierai completamente dalla parte del conduttore: era, ed è tuttora, mia opinione che un anno intero di lavoro, in televisione, aggiunto a cinque giorni di diretta sul palcoscenico più massacrante d’Italia, corrisponda, in fondo alla fattura, sulla linea tratteggiata del totale, ad una cifra tanto immane. That’s show business, my dear.

Il Codacons, con un’invadenza prossima solo a quella della Chiesa Cattolica, prima del varo del Festival, durante quella fase di cui dicevamo prima, quando il sipario era chiuso eccetera eccetera, promosse se stesso ai giornali dicendo che se Bonolis non avesse sbancato l’auditel, avrebbe dovuto restituire il Milione. Dove sono adessi questi signori, mi verrebbe da domandare? Perché non riprendono la parola, davanti ai cespugli di microfoni di tutta Italia, e domandano, giacché il Festival ha sbancato eccome, scalzando record storici, che tipo di penitenza dovrebbero pagare? L’unico che si è dimostrato capace di percorrere un minimo passo indietro, rispetto alle dichiarazioni iniziali, è stato finora il ministro Brunetta, il fustigatore dei perditempo, non certamente uno capace di ingraziarsi, in genere, il grande elettorato con frasi smaccatamente brillanti, eppure almeno lui ha avuto l’ardire di rimetterci la faccia dopo le grandi polemiche della vigilia:

“Viva Sanremo e viva anche il milione di euro che si e’ preso Bonolis se ha fatto quello share. Se l’e’ guadagnato tutto. Siamo di fronte a una manifestazione di sano liberismo economico: uno deve essere pagato a seconda del contributo che porta”.

L’ideale, a mio modo di vedere, sarebbe che ciascuno si facesse gli affari propri.

Anche se è di soldi pubblici che stiamo parlando. Soprattutto se poi, quella stessa gente che si straccia le vesti per il Milione di Bonolis, non batte ciglio di fronte, che so, ai 19 centesimi di scatto alla risposta di molte compagnie telefoniche, oppure dinanzi alla spesa pubblica stanziata per la auto blu dei politici, quelle saette lampeggianti in corsia d’emergenza, che ogni tanto mettono a rischio la salute e l’incolumità dei pedoni; l’ideale sarebbe che la gente, i politici, tutti, prendessero l’abitudine di installarsi nelle proprie case degli specchi, così da riflettere, se stessi e le proprie idee, il tempo sufficiente prima di dare aria alla bocca.

Il Milione di Bonolis, come si era già detto, è del tutto legittimo. L’italiano medio non ha la coscienza sufficientemente a posto per poter fare del moralismo piagnone sul “quanto” e il “come” i suoi simili dovrebbero guadagnare. Soprattutto se poi, quest’italiano medio, che aveva detto no, no e poi ancora no, al Milione, si piazza in poltrona e lo segue eccome, Sanremo, prende la cornetta e partecipa al televoto, in massa, non pensando mai, neppure una volta al costo della telefonata. Preferisco contribuire a pagare il Milione di Bonolis, piuttosto che sentire le dichiarazioni di Lele Mora, il quale ammette di aver aiutato Walter Nudo a vincere l’Isola dei Famosi. Questi sono gli inganni ai danni nostri, non i soldi legittimamente girati a un uomo di spettacolo con i controeccetera.

L’italiano medio si rivolta contro il Milione di Bonolis, ma poi ce li metterebbe di tasca propria qualora si trattasse di comprare il più forte attaccante brasiliano del mondo per rinforzare la squadra del cuore. In Italia quaranta metri quadrati di casa possono arrivare a costare anche 400mila euro e i mutui te li concedono solo se non ne hai bisogno: questi sono i problemi, di questo la politica dovrebbe parlare, ecco per cosa il Codacons e la Chiesa Cattolica dovrebbero avere l’ardire di insorgere, se proprio non possono farne a meno.

E allora all’anno prossimo, al prossimo milione.
Suonacela ancora, Paolo.

Festival di Sanremo