Home La ricetta di Giovanni Minoli: “La Rai è da rieducare. Solo così i bilanci torneranno sani. Il nuovo CdA saprà agire”

La ricetta di Giovanni Minoli: “La Rai è da rieducare. Solo così i bilanci torneranno sani. Il nuovo CdA saprà agire”

E’ uno degli uomini Rai più dediti al contenuto, parola misteriosa, questa, dimenticata: contenuto. Una specie di Sacro Graal di cui qualcuno ancora parla ma senza convinzione. Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, mente dietro alcune delle produzioni televisive più di spessore degli ultimi anni (pensiamo a “Mixer”, solo per dirne una) e mano attiva

30 Aprile 2009 10:15

MinoliE’ uno degli uomini Rai più dediti al contenuto, parola misteriosa, questa, dimenticata: contenuto. Una specie di Sacro Graal di cui qualcuno ancora parla ma senza convinzione. Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, mente dietro alcune delle produzioni televisive più di spessore degli ultimi anni (pensiamo a “Mixer”, solo per dirne una) e mano attiva per quanto riguarda il lancio e il mantenimento di nuove piattaforme come Rai Storia, di cui pure abbiamo parlato in tempi non sospetti, è intervenuto -nell’ambito di un incontro torinese sui format televisivi e sul futuro delle soap made in Italy (ricordiamo che c’è Minoli anche dietro “Un posto al sole”) – a proposito della crisi economica nel panorama televisivo:

“La crisi economica ha prodotto in alcuni paesi come Francia e Spagna, un processo di revisione del concetto di televisione pubblica mirato a ridisegnare una tv più formativa, più vicina alle gente, più rispettosa del suo mandato educativo e di intrattenimento intelligente, l’Italia non c’èancora arrivata, Gran Bretagna e Germania l’hanno fatto da anni”.

Sono parole, queste, che arrivano puntuali in un momento di grandi discussioni relative alle nomine Rai e, soprattutto, ai disastrosi dissesti finanziari a cui sta andando incontro la tv di Stato:

“Io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Per questo spero che il nuovo CDA sappia ridisegnare un futuro della tv pubblica. Fino ad oggi sono mancate le idee, una volta la ricerca di nuove idee era un valore. Poi, dal 1994 sono state fatte solo leggi contro la Rai, che hanno legato il suo destino alle nomine del Parlamento. I vertici non hanno più avuto potere, autonomia. La Rai deve ritrovi la sua natura di creatrice di cultura popolare. Con l’arrivo del digitale terrestre e l’aumento dell’offerta televisiva è fondamentale”.

Rai 1