Nomine Rai, un altro rinvio. Appuntamento fissato al 13 maggio. La politica è forse troppo occupata a parlare di “Annozero”?
Mentre la politica si graffia le guance e si straccia le vesti per l’ultima puntata di “Annozero” dedicata alla querelle Berlusconi-Veronica Lario (l’informazione che questo Paese si merita, per inciso), corre verso il dimenticatoio la questione legata alle Nomine Rai. Già slittato due volte l’appuntamento decisivo, il Consiglio di amministrazione della tv di Stato ha
Mentre la politica si graffia le guance e si straccia le vesti per l’ultima puntata di “Annozero” dedicata alla querelle Berlusconi-Veronica Lario (l’informazione che questo Paese si merita, per inciso), corre verso il dimenticatoio la questione legata alle Nomine Rai. Già slittato due volte l’appuntamento decisivo, il Consiglio di amministrazione della tv di Stato ha rinviato a mercoledì prossimo, il 13 maggio, la discussione, si spera, definitiva per chiudere il quadro dei vertici aziendali (in ballo Tg1, Raiuno e vicedirezioni generali). Resta appesa anche la questione legata al contratto con Sky, per la permanenza dei canali Rai (RaiSat) sul satellite di Murdoch: prevista un’apposita sessione del Cda giovedì prossimo, il 14. Ricordiamo che in ballo – ne avevamo parlato tempo fa – ci sono più di 50 milioni di euro che potrebbero improvvisamente mancare dalle casse Rai: non un problema da niente, considerando anche le recentissimi e velenose polemiche sui conti in rosso e l’opportunità dell’aumento del canone.
Intanto, sempre a proposito di “Annozero”, duro attacco del sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani:
“La puntata di ieri non ha nulla a che fare con il servizio pubblico. Un dispendio di tanti soldi dei cittadini nel tentativo di dimostrare una tesi basata solo sul gossip e di totale disinteresse per il pubblico e per il Paese. Tesi, tra l’altro, che rimane del tutto indimostrata. Proprio Santoro, che si erge a paladino del buon giornalismo, ha costruito una trasmissione totalmente inconsistente che nulla ha a che fare con l’informazione. Il problema, quindi, va al di là di Santoro e riguarda il rapporto tra il servizio pubblico e la corretta informazione. Una questione della quale, al di là delle critiche politiche, si deve fare carico la nuova dirigenza della Rai. Nessuno chiede provvedimenti. Ma una riflessione profonda non può essere rinviata”.
In realtà sembra che la questione delle nomine sia molto, ma molto, moltissimo, più urgente. Soprattutto tenendo in considerazione la recente minaccia di Dell’Utri, relativa alla possibilità di “occupare la Rai”.
Dichiarazioni accese anche da parte di Italo Bocchino, vicepresidente del Pdl alla Camera:
“Ieri sera guardando ‘Annozero’ i telespettatori italiani hanno avuto la prova dell’utilizzo demenziale delle risorse pubbliche per fare del giornalismo spazzatura. Mentre il paese si trova a confrontarsi con le misure per contrastare la crisi economica, il dopoterremoto in Abruzzo, per garantire più sicurezza, colpire l’immigrazione illegale e riformare lo Stato, la scuola e l’università, la Rai non ha meglio da fare che mettere in piazza processi sommari su questioni non attinenti alla vita pubblica. Ancora una volta è mancata quella sobrietà e quella imparzialità che dovrebbero caratterizzare il servizio pubblico radiotelevisivo”.
In definitiva è molto curioso – e anche un po’ divertente – notare come il concetto fantomatico di “servizio pubblico” sia rispolverato solo quando fa comodo e solo per portare acqua al mulino di un ragionamento che, altrimenti, sarebbe in secca.