Fabio Pastrello, uno degli autori di Grande Fratello, svela in esclusiva i segreti dei casting a TvBlog
A margine dell’evento Mediaset Days che si è tenuto a Torino lo scorso weekend, abbiamo intervistato uno degli autori di questa e delle precedenti edizioni di Grande Fratello, Fabio Pastrello. In questa intervista, ricca di curiosità mai svelate finora, ci ha raccontato anche le sue esperienze lavorative passate e ha parlato del fenomeno talent show
A margine dell’evento Mediaset Days che si è tenuto a Torino lo scorso weekend, abbiamo intervistato uno degli autori di questa e delle precedenti edizioni di Grande Fratello, Fabio Pastrello. In questa intervista, ricca di curiosità mai svelate finora, ci ha raccontato anche le sue esperienze lavorative passate e ha parlato del fenomeno talent show nel nostro Paese.
Qual è il tuo percorso professionale?
“Ho avuto la fortuna di fare questo mestiere molto presto, iniziando a lavorare in televisione a 19 anni e a 24-25 diventando autore grazie a Daria Bignardi con la quale ho realizzato “Tempi Moderni” per due edizioni. Poi ho lavorato a “Stranamore” e successivamente mi sono trasferito a Roma nel team di Michele Guardì a “Mattina in Famiglia“. Nel 2001-2002 con “Superstar” sono entrato nella grande famiglia Endemol con cui ho partecipato in qualità di autore a quasi tutti i loro reality: “Il Ristorante“, “La Fattoria” (in studio nell’edizione Brasiliana e coordinatore degli autori in Marocco), “Unanimous“, “Grande Fratello” (4 edizioni) e il varietà “Sei un mito“, giusto per citarne alcuni. Sul mio sito www.fabiopastrello.it sono presenti tutte le mie esperienze lavorative in televisione”.
Cosa ricordi dell’esperienza di “Unanimous” con Maria De Filippi?
“Lavorare con tutto il gruppo di Fascino è stata un’alchimia quasi magica. Una coesione di alcuni storici autori di “Grande Fratello” come Andrea Palazzo, io, Luciano Bossi, Giulia La Penna e il gruppo di Maria capitanato da Luca Zanforlin con Sabina Gregoretti e logicamente la stessa De Filippi. Maria è brava quanto come conduttrice tanto come autrice: lei di sè dice di essere un “autore in studio”. Il format a parer mio era forte, il gruppo di lavoro altrettanto, non ha avuto ascolti stratosferici ma non è andato male come si è detto. Forse avrebbe dovuto mantenere la struttura americana, poteva tranquillamente non essere in diretta, registrato una settimana-dieci giorni prima e poi post-prodotto e trasmesso in alternanza ad un telefilm o una fiction e con una durata massima di 90 minuti. Tutto sommato, è stato un bell’esperimento”.
Hai lavorato anche in “SuperStar”. Cosa pensi del fenomeno dei talent show ?
“A me piacciono tutti anche se sono differenti tra loro, da “Academy” ad “Amici”, ad “X Factor”. Noi realizzammo “Superstar” che non andò molto bene in prima serata perchè forse commettemmo l’errore di restringere alle sole ragazzine la possibilità di diventare concorrenti e questo non contribuì a catturare l’interesse del telespettatore. Oggi i talent show sono diventati una realtà e un esempio di qualità televisiva. Sia in “Amici” che in “X Factor” che in “Academy” si possono vedere esibizioni che prima difficilmente si potevano seguire in tv: prima di “Amici” ad esempio la danza classica in prima serata era utopia; ad “X Factor poi Luca Tomassini ha fatto un lavoro molto accurato con il contributo della regia di Egidio Romio e le scelte musicali, a volte difficili, sono state di assoluta qualità. Alcuni criticano i talent perchè magari ambiscono a diventare qualcuno nel mondo del canto o della danza considerando questi programmi una sorta di scorciatoia per arrivare subito al traguardo. Il talent è un’opportunità come altre poi sta al singolo artista e al suo team costruire una carriera fondata su basi più solide.”
Il successo di questa stagione si chiama “Grande Fratello”. Puoi svelarci come sono stati scelti Ferdi, Marcello o Cristina? Cosa ti aveva colpito di loro?
“Rappresentano i tre diversi modi di “Grande Fratello” di ricercare i concorrenti.
Marcello ha partecipato ai casting delle discoteche e dei centri commerciali. Abbiamo visionato un provino che arrivava dalla discoteca La Bolgia Umana e lo abbiamo chiamato; è giunto da noi dopo aver finito di lavorare alle 6, si è lavato la faccia forse in un bar e ha fatto la selezione alle 11:30. All’inizio era timido, muto e spaesato, gli abbiamo fatto il provino più lungo e man mano, si è aperto nel carattere, mostrando tutte le sue sfaccettature: l’uomo più buono del mondo, permaloso e allo stesso tempo simpatico. Il ‘Candido di Voltaire’, ossia uno a cui gliene capitano di tutti i colori, ma continua a vivere la sua vita in maniera assolutamente disincantata.
Cristina invece proviene dagli scouting, quei cast che realizziamo tramite una trentina di persone che girano in tutta Italia alla ricerca di nuovi concorrenti. Oltre alla sua fisicità evidente, ci è parsa da subito un personaggio quasi surreale, una bambina nel corpo di Jessica Rabbitt e abbiamo scommesso su di lei. La sua forza è stata quella di non essere subito nominata perchè il suo carattere stralunato e simpatico è venuto fuori qualche settimana dopo l’entrata nella casa.
Infine Ferdi, il terzo esempio dei provini, gli Open Cast. Era tra i 4000 che si presentarono a Rimini, ci aveva già provato qualche anno fa ma dovemmo bocciarlo. Ci ha conquistato praticamente subito. Un ragazzo che aveva tutte le fragilità di un ventunenne e che dopo quello che aveva passato, pur nella sfortuna era riuscito a impegnarsi e a prefiggersi un obiettivo: lavorare onestamente. Aveva tutte le caratteristiche per entrare: era caruccio esteticamente, un bel racconto alle spalle, poteva essere un bell’esempio di integrazione, ma soprattutto le sue vicende gli avevano forgiato un carattere ottimale per la casa. Aveva da un lato la tenerezza che poteva farlo apprezzare dal pubblico e dall’altro gli attributi per rispondere a tono quando veniva provocato. Abbiamo visto quasi 60.000 persone, lui è stato l’unico che ci ha detto che con i soldi della vincita avrebbe voluto arrivare a studiare all’Università. Non ne abbiamo trovati tanti che abbiano risposto così”.
In questa edizione di “Grande Fratello” avete puntato alle cosiddette storie impossibili. Dal padre di Vanessa, alla madre e sorella di Ferdi, al padre di Siria o quello di Marcello. Come mai questa scelta?
“Quest’anno abbiamo raccontato di tutti i concorrenti, quelli che se il “Grande Fratello” fosse una soap avremmo chiamato le back-stories. Marco poteva sembrare il belloccio un po’ scemo che voleva giocare con Vanessa sfruttando l’occasione anche se poi non era innamorato. Invece lui si comportava così perchè fuori aveva Lea che era una piccola iena nei suoi confronti. Di Marcello abbiamo mostrato che la sua timidezza e la sua difficoltà nell’uscire fuori derivava dal rifiuto paterno. Oppure ancora abbiamo fatto vedere i componenti della famiglia di Alberto che, nonostante non apprezzassero Vanessa, accoglievano le decisioni del figlio tutti compatti.
Raccontare le back-stories dei concorrenti è stato il punto di forza di questa edizione perchè ha catturato, oltre al classico pubblico dei reality, quello che non era tanto interessato alle dinamiche della casa ma preferiva sentire dei racconti di vita di vissuta con i quali magari identificarsi o incuriosirsi”.
Come mai la scelta di far entrare un non vedente nella casa?
“Ogni anno abbiamo visto ai provini dei ragazzi portatori di handicap o che avessero una storia spinosa da portare in televisione. Per noi l’handicap fisico o un argomento molto particolare non sono mai stata discriminante positiva o negativa per la scelta. In Gerry abbiamo trovato per la prima volta un ragazzo non vedente che aveva le caratteristiche adatte ad entrare nella casa. Abbiamo deciso di trattare normalmente il concorrente e raccontare quello che accadeva. Senza che tutto ciò avesse fini propedeutici, abbiamo spiegato con semplicità che un ragazzo non vedente come lui potesse vivere all’interno di “Grande Fratello” come una persona normale. E questo ha funzionato. Non sai quante mail ci sono arrivate che mettevano in dubbio che lui fosse realmente cieco solo perchè pochi sapevano che un non vedente fosse in grado di muoversi tanto liberamente in una casa”.
Sono iniziati i casting del GF10 e domenica a Torino abbiamo visto alcune centinaia di persone che si sottoponevano ai provini. Ci puoi spiegare come avvengono? Quanti ne devono passare prima di poter entrare effettivamente nella casa?
“All’incirca 8-9. Si passa da 60.000 aspiranti ai 30 della rosa finale. Dopo il primo provino, scouting, open o discoteche, il candidato viene chiamato a Roma per effettuarne uno più approfondito nel quale parla con gli autori o dei collaboratori raccontando se stesso in maniera completa.
Dopo di che ce n’è uno successivo chiamato Approfondimento che viene effettuato solo con alcuni autori della durata di 40 minuti dove oltre a raccontarsi interagisce con noi autori per testarne il carattere.
Successivamente, mentre la rosa possibile di candidati si assottiglia sempre di più, al terzo provino incontra tutti gli autori e al quarto li rivede questa volta senza l’occhio delle telecamera.
Il quinto provino è la clip di presentazione, che realizziamo per una 60ina di candidati in cui possiamo notare come la loro persona venga calata nella realtà e il sesto è con lo psicologo, il celebre Carlo Alberto Cavallo. I candidati parlano con lui, le cose dette restano nella sfera del segreto professionale, a noi serve solo che il medico ci possa dare il via libera e si arriva al settimo (o ottavo) step in cui, dopo essere stati sottoposti ad esami per essere sicuri che stiano bene e non abbiano acciacchi nella casa, ad una trentina tra quelli rimasti viene letto il regolamento di “Grande Fratello”. Questa per noi è l’occasione di reincontrarli uno per uno. A quel punto, tra i 30 rimasti, decidiamo chi saranno i definitivi ad entrare in casa. Durante tutto il percorso, soprattutto nella fase finale, l’interazione con Mediaset e con i produttori Endemol è continua. E la scelta finale dei concorrenti è condivisa da tutti”.
Come mai secondo te in Italia non si è mai realizzato un GF Vip che molti chiedono a gran voce da anni?
“Ti chiedo di girare la domanda a chi si occupa dei palinsesti delle reti perchè personalmente anche in una situazione nella quale siamo abituati a vedere i vip in alcuni reality sottoposti a vite difficili, credo potrebbe funzionare. Ne “La Fattoria” con Mastelloni, Ricciarelli, Montano abbiamo cercato con gli altri autori e il capoprogetto Cristiana Farina, essendo la location ambientata in una casbah e in una zona chiusa, una situazione stile “Grande Fratello” senza che si vedessero le telecamere proprio per tirare fuori la loro spontaneità. GF funzionerebbe bene perchè vedremmo i vip senza alcun tipo di maschera, come forse non li abbiamo mai visti. Lo notiamo guardando quanto si divertano quando entrano in qualità di ospiti nella casa. Immaginati un Gerry Scotti per qualche giorno con i ragazzi. Credo che lo spettacolo sarebbe davvero imperdibile. Chissà che prima o poi non accada”.
Sei un lettore di TvBlog? Avrai notato che spesso, sia nei liveblogging sia nei vari post alcuni commentatori tentano di darvi delle idee per migliorare i programmi. Li seguite?
“Sì, nelle discussioni con i colleghi vengono fuori. Oltre ai commenti di TvBlog seguiamo le mail che arrivano in redazione, al sito di Mediaset e di “Grande Fratello”. E’ una sorta di cartina di tornasole di quello che può essere il gradimento dei personaggi. E poi noi raccontiamo storie per il pubblico quindi teniamo conto del giudizio dei commentatori, mai come quest’anno discordanti. Nonostante il programma andasse bene, veniva criticata qualsiasi cosa o qualunque componente nella casa. Ecco, quando le critiche sono così diverse e contrastanti significa che hai fatto centro perchè vuol dire che hai colto l’interesse di tutti e hai creato quello che è il punto fermo di “Grande Fratello” da nove anni, generare un argomento di discussione.”
Si vocifera della possibilità che dall’autunno il GF possa durare 10 mesi. Tu cosa ne pensi?
“Ho letto la notizia sui giornali. So che all’estero come in Germania e in Olanda questo esperimento è stato fatto. E’ ovvio che sia il format che il programma che anche la struttura produttiva dovranno adattarsi qualora si facesse un GF lungo 10 mesi”.
Ti ringrazio della disponibilità. (Share)