Home Glee Glee: tra talent e musical, la nuova serie della Fox di cui sentiremo parlare

Glee: tra talent e musical, la nuova serie della Fox di cui sentiremo parlare

Ryan Murphy ci aveva già fatto capire di essere un appassionato di musica già nella sua ultima creazione, quel “Nip/Tuck” in cui ogni intervento chirurgico era accompagnato da una colonna sonora strepitosa. Ora, ci tocca usare lo stesso aggettivo per le voci dei protagonisti di “Glee”, ultima idea di Murphy e di cui la Fox

26 Maggio 2009 08:03

Glee
Ryan Murphy ci aveva già fatto capire di essere un appassionato di musica già nella sua ultima creazione, quel “Nip/Tuck” in cui ogni intervento chirurgico era accompagnato da una colonna sonora strepitosa. Ora, ci tocca usare lo stesso aggettivo per le voci dei protagonisti di “Glee”, ultima idea di Murphy e di cui la Fox ha trasmesso il pilot la scorsa settimana, annunciandone l’arrivo in autunno (se siete curiosi, dopo il salto trovate un lungo trailer).

In “Glee” troviamo tutti gli elementi per un successo: un po’ teen drama (Murphy ha anche lavorato a “Popular”, chiusa anzitempo nel 2001), un po’ “Sister Act” nel raccontare il rapporto tra studenti e insegnanti, un po’ talent. Perchè, proprio come in ogni “American Idol” che si rispetti -e non a caso l’episodio numero uno è stato trasmesso dopo la finale dello show più visto d’America-, in “Glee” i protagonisti sono giovani perdenti, insoddisfatti della loro vita ma con uno straordinario talento vocale, la loro “arma” contro i pregiudizi della gente e dei compagni di classe.

Una miscela di ironia e canto che non vedevamo dai tempi di “Saranno Famosi” e che è piaciuto agli americani: in 10 milioni hanno seguito il primo episodio, la critica è stata positiva e sulla rete è iniziata la ricerca ai 6 protagonisti: insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, il prossimo autunno in tanti canteranno insieme al “glee club” (il “coro vocale”) di Murphy.

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I personaggi di “Glee” sono tutti un po’ dei disadattati in un mondo popolato da gente che cerca di imporsi chi con la forza, chi con l’arroganza e la propria popolarità. In questo caos di identità all’apparenza forti e sicure, forse proprio quelli che hanno maggiore coscienza di sè sono i protagonisti, a partire da Will (Matthew Morrison), insegnante di spagnolo che ha un sogno nel cassetto: ridare la gloria al club di canto del proprio liceo, ormai inesistente e senza fondi.

Per farlo, deve formare una squadra di veri talenti. Davanti a lui si presentano però solo 5 ragazzi, tutti emarginati dai loro compagni di classe: Rachel (Lea Michele) è la vera stella, la tipica ragazza che “ho un sogno: quello di diventare una star”. La sua ambizione non è però vista di buon occhio dalle sue compagne di classe, in particolare dalle cheerleader, le vere stelle dei licei americani.

Anche Kurt (Chris Colfer) non se la passa bene: omosessuale poco socievole, la sua vita scolastica è segnata dagli scherzi della squadra di football, tra cui troviamo Finn (Cory Monteith), quarterback dall’ugola d’oro che Will riuscirà a far entrare nel club in modo tutt’altro che ordinario. A loro, aggiungete la “solista” Mercedes (Amber Riley), il nerd Arty (Kevin McHale), costretto su una sedia a rotelle ma soprattutto eccellente chitarrista e la balbuziente Tina (Jenna Ushkowitz) ed il coro è formato.

Cosa gli manca? Ovviamente un bel po’ di persone che remeranno contro Will e i ragazzi: a partire dalla perfida insegnante di cheerleading Sue (Jane Lynch) passando addirittura per la stessa moglie di Will, Terry (Jessalyn Gilsig, è la mamma di Claire in “Heroes” e Gina Russo in “Nip/Tuck”), egoista e materialistica.

Non possiamo non citare, in conclusione, l’unica sostenitrice del lavoro di Will facente parte del corpo docente, ovvero Emma (Jayma Mays, Charlie in “Heroes” e con lo stesso nome ma con un personaggio differente in “Ugly Betty”), maniaca della pulizia con la fissa dei germi ma, forse, anche di Will stesso.

Sulle note di brani contemporanei (come quelli di Amy Winehouse e Katy Perry) e non (Aretha Franklin, Journey) e delle colonne sonore dei più celebri musical di Broadway -non è un caso che la maggior parte del cast ha un passato da attore di musical-, “Glee” ha dato nell’anteprima della settimana scorsa un’ottima impressione, per essere solo un pilot. Il plot, che vede i “New Directions” (il nome del club) prepararsi per affrontare le gare regionali di coro -molto popolari in America- è molto intrigante e, se sviluppato bene, saprà appassionare quei milioni di telespettatori che fanno la gioia dei talent show di tutto il mondo.

Perchè, ricordiamoci, “Glee”, per quanto frizzante e curioso che sia, resta sempre una furbata, che sfrutta l’onda del genere televisivo più in voga del momento e cerca di trarne profitto rivisitando una storia già ben oliata in storie cinematografiche passate. Per sapere se sarà tra i successi del prossimo anno, non ci resta che aspettare settembre. Anche se, con queste premesse, la cosa è molto probabile.


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