Gemme da Cassazione: la Rai può subissare di lettere di ingiunzione anche chi paga il canone. Protestare è inutile
Piccole curiosità tribunalizie. Piccole gemme da Cassazione. Secondo la sentenza numero 12885 alla Rai – televisione di Stato – è consentito di subissare i cittadini di lettere di ingiunzione qualora siano presunte delle irregolarità col pagamento del canone; dal canto proprio, chi riceve tali sollecitazioni, anche qualora sia effettivamente innocente o non possegga l’apparecchio televisivo
Piccole curiosità tribunalizie. Piccole gemme da Cassazione. Secondo la sentenza numero 12885 alla Rai – televisione di Stato – è consentito di subissare i cittadini di lettere di ingiunzione qualora siano presunte delle irregolarità col pagamento del canone; dal canto proprio, chi riceve tali sollecitazioni, anche qualora sia effettivamente innocente o non possegga l’apparecchio televisivo in casa, non può chiedere risarcimento danno per il “disturbo”.
Così la suprema Corte ha accolto il ricorso della Rai contro la decisione del giudice di pace di Amantea che, nel 2006, aveva imposto a Viale Mazzini di risarcire la signora Raffaella F. con 100 euro a titolo di ‘danno esistenziale’ per l’invio di tre lettere, nei mesi di luglio 2001, luglio 2002 e settembre 2005 con le quali la tv pubblica sollecitava il pagamento del canone.
Sottolinea la Cassazione:
“Questo tipo di lettere rientra in quegli sconvolgimenti della quotidianità consistenti in disagi, fastidi, disappunti, che, per la loro lievità non sono meritevoli di tutela risarcitoria”.
Aspiranti evasori o sudditi del verbo di Silvio, unitevi: in arrivo tempi bui per voi.