Su MediaShopping va in onda il nirvana del teleacquirente
Non so se ci avete fatto caso – magari, spesso siete troppo intenti a comporre qualche numero in sovraimpressione – ma le televendite notturne che ci convincono di più, molto spesso, sono quelle di MediaShopping, e non perché siano più convincenti o meglio dirette di altre, ma perché sono le più sovraenfatiche e iperrecitate.Quando quello
Non so se ci avete fatto caso – magari, spesso siete troppo intenti a comporre qualche numero in sovraimpressione – ma le televendite notturne che ci convincono di più, molto spesso, sono quelle di MediaShopping, e non perché siano più convincenti o meglio dirette di altre, ma perché sono le più sovraenfatiche e iperrecitate.
Quando quello che desideriamo è inutile, eccessivamente colorato o solo pericoloso; qualcosa che sia surrogato di qualcos’altro che già possediamo, e che ne svolga le funzioni – di cui comunque non abbiamo bisogno – più velocemente e abbastanza peggio; l’ultima cosa che chiediamo a chi ce lo venda è la sincerità. Non è una paese per Arisa, il telemarketing.
Proprio questa notte mi sono trovato sovrastato da una di queste scimmie della finzione, che mi stava sulla spalla e si prendeva gioco delle semplici e funzionali suppellettili che si trovano nella mia dimora. Una delle cose che amo di più delle televendite è che qualche volta c’è qualcosa che va storto, durante la presentazione di un prodotto. Un telecomando che inaspettatamente non cambia canale, un lettore mp3 che non si accende, una digitale compatta enorme. Il fatto che anche quando qualcosa va storto, comunque io desideri comprare l’oggetto della gaffe, invece, è LA cosa che amo di più delle televendite.
Il prodotto principe di MediaShopping, di questi tempi, non può essere altro che il famigerato TurboCut, che è la versione minimalista e low profile – ma per per questo meno intimamente violenta – di Miracle Blade. L’esperto di TurboCut, dal canto suo, è una specie di Roberto “Baffo” Da Crema coi capelli corti, che dilania ferocemente campioni di materiali di qualunque tipo, con la stessa autocompiacenza con cui un cartolaio, da bambini, ci negava la stessa taglierina le cui potenzialità aveva appena dimostrato al geometra che ci precedeva nella fila, motivando il suo rifiuto asserendo: “E’ uno strumento per professionisti”. Solo, l’esperto di TurboCut, quella taglierina ce la mette a disposizione, a 49,90 euro.
E’ proprio in momenti magici come questo che il teleacquirente raggiunge il suo nirvana più completo: quando anche un malfunzionamento dell’oggetto in vendita non è più un imprevisto, ma una nuova “feature”, che si può rivelare in un’epifania di significato, possibilmente iperviolenta. Come il sogno, attesissimo, e non ancora realizzato, di un dito mozzato per distrazione dell’imbonitore, che tutti un giorno vorremmo poterci spiegare con una funzione tagliaunghie a sorpresa.