Chelsea Handler, la comica politicamente scorretta che sta conquistando gli States
Chelsea Handler è ancora un’emerita sconosciuta nel nostro paese, in realtà lo era anche negli States fino a due anni fa, ma ora che il suo libro (autentico bestsellers) è arrivato in Italia anche i nostri media iniziano ad accorgersi di lei. Il libro in questione si intitola “Vodka, ci sei? Sono io, Chelsea” ed
Chelsea Handler è ancora un’emerita sconosciuta nel nostro paese, in realtà lo era anche negli States fino a due anni fa, ma ora che il suo libro (autentico bestsellers) è arrivato in Italia anche i nostri media iniziano ad accorgersi di lei. Il libro in questione si intitola “Vodka, ci sei? Sono io, Chelsea” ed è una galleria di episodi imbarazzanti, pruriginosi e politicamente scorretti che animano (almeno secondo l’autrice) la vita della Handler. Episodi come l’incontro ravvicinato con un gruppo di massaggiatrici asiatiche convinte che lei sia lesbica o la decisione di costruire la finzione di essere in luna di miele con il padre per avere i posti migliori su un aereo o magari quella di mollare il fidanzato mentre l’amante è nascosto sotto il letto.
Nel luglio 2007 E! decide di lanciare il Chelsea Lately, lo show della Handler che presto conquista un audience considerevole per la tv via cavo grazie ad una formula che prevede cinismo in abbondanza, l’utilizzo del politicamente scorretto e degli stereotipi come arma per demolire le star hollywoodiane, non senza una buona dose di autoironia. Chelsea è sicuramente un personaggio sopra le righe, ma per questo amatissima dagli under 30 americani che adorano gli spezzoni dello show che si possono reperire su YouTube. Un paio di questi, compreso quello in cui mostra il suo rapporto oltre ai limiti della molestia sessuale con lo staff che cura il suo programma, ve li proponiamo dopo il continua.
Anche il New Yorker si è accorta di lei lodandone la capacità di dare il meglio nonostante i mezzi limitati di cui dispone: “mentre David Letterman invita Madonna, la Handler deve accontentarsi di suo fratello Christopher Ciccone, più gli invitati sono orrendi e patetici, più divertente è lo show“. Le interviste sono esilaranti, quanto lontanissime dalla piaggeria per l’ospite di turno che viene introdotto dall’assistente scelto personalmente da Chelsea perché “non sapeva né scrivere né contare“, oltre ad essere affetto da nanismo. Alla Handler piace così (“adoro gli gnometti“) anche perché il suo modo di vedere la comicità è estremamente libertario:
Non sono mai stata una fan del politically correct. La comicità è un diritto costituzionale e poi gli stereotipi sono sempre spassosi. Purché non rasentino l’orribile. Dire che gli afroamericani sono ritardatari, che gli asiatici non sanno guidare e che gli ebrei sono ottimi contabili è non solo vero, ma anche piuttosto divertente.
Sarà apprezzata anche nel Belpaese?