Trattativa RaiSat ancora al palo, i tempi stringono ma Garimberti avverte: “La Rai è concorrente di Sky”
L’unica certezza sulla trattativa fra Sky Italia e la Rai per il pacchetto di canali RaiSat, a poco più di un mese dalla data in cui si dovrà irrevocabilmente prendere una decisione in merito, è che la tv di stato ha ratificato la bocciatura dell’offerta della pay tv satellitare. I 50 mln di euro l’anno
L’unica certezza sulla trattativa fra Sky Italia e la Rai per il pacchetto di canali RaiSat, a poco più di un mese dalla data in cui si dovrà irrevocabilmente prendere una decisione in merito, è che la tv di stato ha ratificato la bocciatura dell’offerta della pay tv satellitare. I 50 mln di euro l’anno per 7 anni sono pochi, pochissimi se si considera l’ipotesi che una rottura sull’accordo con RaiSat potrebbe portare alla scomparsa dei tre generalisti Rai dal satellite nonché la totale esclusione dell’ipotesi che i canali free del digitale terrestre marcati (RaiStoria, Rai 4, RaiSportPiù e RaiGulp) possano in futuro approdare anche sul satellite di Sky.
La novità è questa: Sky con il contratto di 7 anni per RaiSat voleva anche includere l’obbligo per la tv di stato a diffondere tutti i suoi canali riservati al Dtt (attuali, futuri come Rai 5, e futuribili) sulla sua piattaforma. Proprio questo elemento ha dato maggiore consapevolezza alla nuova dirigenza Rai della forza contrattuale in loro possesso. Sky teme il digitale terrestre e vuole accaparrarsi quanti più contenuti possibili per continuare a poter avere un’offerta ovviamente più costosa per gli abbonati, ma completa.
Nonostante i tempi stringano al momento restano in campo tutte le ipotesi, da quella più favorevole a Sky con la Rai disposta ad accettare un accordo che gli garantisca tutta l’offerta della tv di stato a quella tragica della sparizione (totale o parziale con criptaggio delle trasmissioni di eventi sportivi e film in prima visione) dei canali della tv di stato sul satellite. Da Viale Mazzini le bocche sono cucite, nulla si sa, nulla sembra poter trapelare. Questo nonostante oggi sia il dg Mauro Masi che il presidente Garimberti abbiano parlato, dando segnali solo apparentemente contrastanti. La parola d’ordine della dirigenza Rai è chiara: “ottenere di più”. Quanto, se 200 mln l’anno o 70, lo deve stabilire Sky a cui spetta l’onere di una nuova offerta.
Ecco le parole di Garimberti:
Sono un aziendalista e oggi mi sento concorrente di Sky e Mediaset, per questo voglio portar via loro quanti più ascoltatori possibili. Se non ce la facciamo, vuol dire che non siamo stati bravi. Di certo, il mio obiettivo non è essere asettici, come se stessimo su una altro pianeta. Non lo fa nemmeno la ‘mitica’ Bbc. Io mi sento concorrente di Sky e Mediaset, non certo ancillare. Se Sky domani arriva ad avere 10 milioni di abbonati, forse la Rai non ce la fa più e ci deve fare i conti. E’ una questione di fierezza aziendale, e mi sento fortemente in competizione.
Questa, invece, la considerazione di Masi che sembra più propenso al realismo e alla necessità per l’azienda di incassare altri proventi che non siano quelli del Canone e della pubblicità, peraltro in forte calo per via della crisi economica:
La Rai non può fare affidamento su un bilancio coperto interamente dal canone, è un’azienda che sta sul mercato, c’è una concorrenza di cui la Rai deve tener conto, visto che il bilancio è in gran parte coperto da risorse del mercato.