Minzolini apertamente insubordinato: “Sul Premier solo Gossip, questa è la linea del Tg1”
C’è una ragione per la quale il Tg1 ha fatto sparire dalle cronache le notizie sull’ultimo scandalo con coinvolge il Premier, una ragione che non è venuta a mancare nemmeno dopo il richiamo ufficiale del Presidente della Rai Paolo Garimberti. L’ha spiegata, con un breve editoriale fra l’irridente e il compiaciuto, il neo direttore Augusto
C’è una ragione per la quale il Tg1 ha fatto sparire dalle cronache le notizie sull’ultimo scandalo con coinvolge il Premier, una ragione che non è venuta a mancare nemmeno dopo il richiamo ufficiale del Presidente della Rai Paolo Garimberti. L’ha spiegata, con un breve editoriale fra l’irridente e il compiaciuto, il neo direttore Augusto Minzolini. Secondo il direttore, profeticamente soprannominato da Marco Travaglio “Scodinzolini“, su Berlusconi vi è solo “gossip”, non c’è nulla da raccontare.
Tutto “chiacchiericcio” quello che anima le cronache dei giornali di mezzo mondo, intenti a raccontare le parole di Patrizia D’Addario e della sua amica Barbara Montereale, parole che sarebbero confortate da fotografie (alcune già pubbliche) e da nastri con le registrazioni audio e che riferiscono di rapporti sessuali fra Silvio Berlusconi e la suddetta signorina D’Addario, nota nell’ambiente barese come escort (leggasi prostituta). Per Minzolini (qui il video), che ha una chiave di lettura della vicenda che ricalca quelle dei portavoce del Pdl (abbondantemente presenti in tutte le edizioni del Tg1, a questo punto potremmo pensare di sostituirli tutti con una presenza fissa di questi “editoriali“), sono tutte fesserie che non meritano di essere raccontate dal primo tg nazionale:
Accade che semplici ipotesi investigative e chiacchericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici. E’ avvenuto in passato, come ricorderete, quando si tentò di colpire il presidente del consiglio di allora strumentalizzando la foto che ritraeva un suo collaboratore in una situazione definita scabrosa. E’ accaduto più volte in queste settimane in cui è stata messa sotto i riflettori la vita privata del premier in nome di un improvviso moralismo: abbiamo visto addirittura celebri mangiapreti vestire i panni di novelli Savonarola. Queste strumentalizzazioni, questi processi mediatici, non hanno nulla a che vedere con l’informazione del servizio pubblico. Nella settimana in cui gli Stati Uniti hanno scelto le nuove regole per proteggere il risparmio nel mondo, mentre esplodeva il caso Iran, e alla vigilia del G8, sarebbe stato incomprensibile privilegiare polemiche sul gossip nazionale solo per scimmiottare qualche quotidiano o rotocalco. Questa è la linea editoriale del Tg1 che vi ho promesso, cari telespettatori, fin dal primo giorno. E che continuerò a garantirvi.
L’interesse di un telegiornale dovrebbe essere quello di raccontare ciò che è accaduto, soprattutto quando si tratta di casi che, stando all’accusatrice lo ripetiamo, sarebbe provati da registrazioni audio.
Per Minzolini no, non si tratta di fatti verificati, quindi al Tg1 non solo non vengono raccontati, ma si procede a confonderli e mistificarli. Anche stasera il servizio di Pino Scaccia, che ha anticipato l’editoriale del direttore, si concentra sulla smentita (da parte dell’avvocato dell’imprenditore che sarebbe coinvolto, Tarantini) che nell’inchiesta sui presunti scambi di favori nella sanità pugliese si sia mai parlato di “feste e ragazze“. Disinformazione allo stato puro, tenendo conto che l’accusa della D’Addario è successiva all’interrogatorio di Tarantini e che riguarda solo di striscio l’inchiesta principale, quella appunto sulla quale l’imprenditore è stato sentito dai magistrati il 15 giugno scorso.
Il servizio è ancora più surreale tenendo conto che il giornalista deve riuscire nell’impresa di demolire la versione di una persona, la D’Addario, che non è stata riportata nella sua interezza in nessuna delle edizioni del Tg. Il telespettatore medio del Tg1 non ha gli strumenti per interpretare i fatti, che non gli sono stati raccontati, e viene bombardato dal furioso smentire la veridicità di un episodio che non conosce. Una sorta di realtà parallela della quale Minzolini si pone come stoico guardiano che resiste alle pressioni della stessa azienda.
Niente più “gossip” sul Tg1, niente più notizie non verificate, proprio grazie a lui che nel ’96 si guadagnò uno speciale neologismo inserito negli “Annali del lessico contemporaneo italiano“.
In quella sede venne coniato in suo onore il termine “Minzolinismo“, vale a dire una “forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle informazioni raccolte“. Sono proprio fortunati i fruitori del Tg1, a distanza di 13 anni si ritrovano un Minzolini redento ed improvvisamente ossessionato dal non dare spazio al “chiacchiericcio”. Prosit.