Maurizio Costanzo è “impazzito”: “fa uccidere” Antonella Clerici da Elisa Isoardi e Caterina Balivo
Maurizio Costanzo cura una nuova rubrica sul Sorrisi e questa non dovrebbe essere una novità. Sarà bastata una telefonata al direttore amico di Mediaset, Alfonso Signorini, per vedere approvato il suo ennesimo sfizio editoriale, a corredo della rubrica di apertura su Chi, dello storico Pipol di Panorama e chi più ne ha più ne metta.
Maurizio Costanzo cura una nuova rubrica sul Sorrisi e questa non dovrebbe essere una novità. Sarà bastata una telefonata al direttore amico di Mediaset, Alfonso Signorini, per vedere approvato il suo ennesimo sfizio editoriale, a corredo della rubrica di apertura su Chi, dello storico Pipol di Panorama e chi più ne ha più ne metta. Peccato che, dopo le provocazioni lanciate tutto l’anno sul settimanale, il giornalista coi baffi si sia inventato un’idea folle: una serie di gialli estivi sulla tv, che trasforma le inimicizie tra conduttori in moventi da delitto perfetto.
La vittima del numero primo è Antonella Clerici, “nota conduttrice televisiva assassinata in circostanze oscure”, nonché storica compagna di villeggiatura di Costanzo e De Filippi nel loro consueto soggiorno ad Ansedonia. Magari, tra una partita a carte e una pausa gelato, i due avranno concertato la tattica del secolo per rilanciare le ingiustizie perpetrate ai danni della Clerici in Rai. Il risultato finale è di dubbio gusto, visto che non solo ogni riferimento a fatti e persone realmente esistite è volutamente non casuale ma non si omette in alcun modo l’identità dei personaggi noti coinvolti.
Passi Antonellina, che di questo efferato omicidio cartaceo è la pedina inconsapevole, ma da qui a “immischiare” le due rampanti rivali, Elisa Isoardi e Caterina Balivo, come esecutrici di un omicidio seriale passa la violazione di ogni etica giornalistica, oltre che letteraria. Tra l’altro, più che un divertissement vacanziero frutto della noia, il perfido Costanzo mette in bocca alle due Del Noce’s Angels delle dichiarazioni verosimilmente grottesche. Partiamo dall’Isoardi, che si difende dall’accusa di aver ereditato il programma di cucina della Clerici (è letteralmente La Prova del cuoco) senza sapere nulla di cucina:
“Non lo deve chiedere a me ma al direttore della rete, non mi sono auto-scelta. Ho accettato e basta. Sa, non è mica facile ottenere dei programmi quotidiani su una rete importante e per di più alle 12.30. Mi trovo benissimo e mi piace moltissimo”.
A quel punto entra in scena la Balivo, seconda indagata. Le due, infatti, pur avendo soffiato loro stesse alla vittima due programmi non hanno apprezzato le continue frecciatine di quest’ultima a mezzo stampa, vendicandosi in modo “definitivo”:
“Non so perché hanno chiamato me per I sogni son desideri. Noi siamo, si fa per dire, manovalanza”.
E a questo punto è Costanzo a intervenire, sotto le mentite spoglie di Nero che sta per il mitico Wolf a lui tanto caro (sogna da sempre di interpretarlo in una fiction):
“Per carità, mi stavo solo domandando se adesso che la signora Antonella è venuta a mancare, lei signorina Balivo si sente più tranquilla sul futuro del programma sui Desideri o se addirittura stia pensando di condurre la terza edizione di Ti lascio una canzone?”.
Chi ha ucciso Antonella Clerici e come lo si scoprirà alla fine della storia. Quel che conta è l’insaziabilità con cui la ghiotta conduttrice, pure amata da questo blog e dal sottoscritto, sta continuando tra le righe a gestire il suo bivio contrattuale. Delusa per non essere stata riconfermata a La prova del cuoco dalla nuova direzione, addirittura acconsente che l’autorevole Costanzo metta in scena la sua storia in un racconto a sfondo tragico, ben poco rispettoso dei personaggi interpellati (lo stesso Bigazzi è addirittura “complice”).
E’ talmente difficile, di questi tempi, poter dire la verità sui settimanali tv da dover ricorrere alle short stories per le verità più torbide? Metterci nome e cognome a suo tempo e difendere la Clerici da professionista, anziché da romanziere da strapazzo, non sarebbe stato più onesto, caro Maurizio Costanzo?