Studio 60 on the sunset strip, a notte fonda su Italia 1: un buon motivo per usare il videoregistratore
Ne abbiamo parlato già ieri, del destino riservato da Italia 1 ad alcune serie in prima tv, a cui spetta il compito di fare compagnia agli insonni o a chiunque si ritrovi sveglio tra le le due e le quattro del mattino. Da stanotte, l’arduo compito spetta a “Studio 60 on the sunset strip”, unica
Ne abbiamo parlato già ieri, del destino riservato da Italia 1 ad alcune serie in prima tv, a cui spetta il compito di fare compagnia agli insonni o a chiunque si ritrovi sveglio tra le le due e le quattro del mattino. Da stanotte, l’arduo compito spetta a “Studio 60 on the sunset strip”, unica stagione di 22 episodi trasmessa dalla Nbc nel 2006.
Potremmo passare ore a cercare di capire i motivi di una messa in onda così sfortunata per una serie che, tutto sommato, per quanto non sia diventata un fenomeno globale è rimasta nella mente di molti. Oppure, potremmo più semplicemente accontentarci di programmare il videoregistratore, considerando però che gli episodi partiranno tra l’1:30 e le 2:30 e che ne andranno in onda due a notte.
Sono i misteri della tv: probabilmente direbbero questo i due protagonisti del telefilm, Matt (Matthew Perry, al suo primo ruolo televisivo dopo “Friends”) e Danny (Brandley Whitford, “The West Wing” e“Profumo di donna”), sceneggiatori un po’ dimenticati dallo show business che vengono richiamati dal network per cui lavoravano a rimettere mano sullo “Studio 60”, show in stile “Saturday night live” che sta perdendo colpi.
Entriamo così nel dietro le quinte di uno degli show un tempo tra i più visti, dove le luci del palcoscenico non illuminano le ombre che si celano nei rapporti tra i suoi protagonisti. Come Harriet (Sarah Paulson), star dello show, a cui non andrà a genio l’idea di dover tornare a lavorare con l’ex marito Matt, o la giovane presidentessa della sezione intrattenimento del network (l’immaginaria Nbs), Jordan McDeere (Amanda Peet), intraprendente ma anche scomoda per alcuni.
Ma lo “Studio 60” è popolato da attori, cantanti, ospiti da invitare e le varie tempeste che si consumano al suo interno devono rimanere nascoste agli occhi dei telespettatori. “The show must go on”, anzi, ogni occasione è buona per trovare un’idea da proporre al pubblico.
Un telefilm ben girato e recitato, che vanta, oltre alla firma di Aaron Sorkin (creatore di “The West wing”), anche numerose guest star d’eccezione -solo due nomi tra tutti: Felicity Huffmann e Sting-. Meno numerosi i telespettatori americani, che non hanno gradito la serie al punto da farla rinnovare. Ma c’è dell’altro.
Nello stesso anno in cui “Studio 60” debuttò, un’altra serie comedy si era affacciata con le stesse tematiche e la stessa voglia di dissacrare la tv, sempre sulla Nbc. Parliamo di “30 Rock”, divenuto negli anni un fenomeno americano il cui successo continua tutt’oggi. Ai tempi, tra le due serie era nata una competizione neanche tanto velata (spesso “30 rock” cita attraverso divertenti parodie lo show concorrente), che aveva al centro la polemica verso la Nbc di aver voluto realizzare due serie tanto simili nello stesso anno.
Come ben sappiamo, a spuntarla è stato lo show con Tina Fey. In Italia, ora in onda sul satellitare Lei, dovrebbe andare in onda in chiaro proprio su Mediaset: vorrei non dirlo, ma temo che anche Liz Lemon dovrà fare le ore piccole.