Fabrizio Frizzi si racconta in esclusiva a TvBlog alla vigilia dei trent’anni di carriera in Rai
Garbo, simpatia, professionalità, onestà intellettuale, sono solo alcune caratteristiche di un personaggio del piccolo schermo che il prossimo anno compirà 30 anni di Rai. Trent’anni al servizio del suo pubblico e della televisione pubblica. Anni fatti di successi infilati uno dietro l’altro: da “Europa Europa” con Elisabetta Gardini a “Scommettiamo che?” con Milly Carlucci, 15
Garbo, simpatia, professionalità, onestà intellettuale, sono solo alcune caratteristiche di un personaggio del piccolo schermo che il prossimo anno compirà 30 anni di Rai. Trent’anni al servizio del suo pubblico e della televisione pubblica. Anni fatti di successi infilati uno dietro l’altro: da “Europa Europa” con Elisabetta Gardini a “Scommettiamo che?” con Milly Carlucci, 15 edizioni consecutive di Miss Italia, passando poi per una edizione di “Domenica in”, quindi lo show dei sentimenti di coppia “Per tutta la vita”, fino ad una fiction di successo con Debora Caprioglio. Ma anche anni fatti di momenti difficili che non hanno però scalfito l’entusiasmo di un cinquantenne con la voglia di fare di un ventenne. Stiamo parlando di Fabrizio Frizzi che ha accettato di fare insieme a noi una lunga cavalcata nella sua fantastica carriera, partendo dai sogni di un ragazzo romano nella fine degli anni’70, fino a quelli attuali, in attesa di un domani che lo possa vedere ancora protagonista, magari proprio dai teleschermi della sua amata RaiUno, perché come diceva Eleanor Roosevelt “Il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni”.
Come è iniziata la carriera di Fabrizio Frizzi?
Era il 1976, andavo ancora a scuola, facevo l’ultimo anno di liceo classico. Il mio sogno era quello di lavorare nello spettacolo e approfittai del fatto che mio fratello lavorasse in una radio romana – Ram102 – per metterci piede dentro la sera di un giorno difficile in cui avevo avuto un incidente con la macchina. Quella sera non è finita una vita ma ne è iniziata un’altra. Lì facevo programmi di ogni tipo, dall’intrattenimento alla critica musicale… poi – dovendo fare una scelta – decisi di fare l’intrattenitore puro, mettendo da parte il piglio del critico.
Quale musica ascoltavi?
Mi piaceva ascoltare i Genesis, gli Eagles, i Beatles, ma amavo anche Steve Wonder, i Jackson Five e i cantautori italiani come Battisti, Baglioni, Graziani e tanti altri.
Arrivò poi la grande occasione di entrare nel mondo della televisione con il Barattolo nel sabato pomeriggio di RaiDue: ci racconti cosa ti ricordi di quegli inizi?
Fui scelto da Angelo Zito che era il regista di quella trasmissione. Grande esperienza: durante la settimana in giro per l’ Italia con Roberta Manfredi sulla mia 127 a registrare collegamenti per raccontare il luogo e fare un mercatino delle cose usate.Il venerdì prove in studio e memorizzazione di un monologo comico scritto per me da Stefano Jurgens e Gustavo Verde… Poi il sabato in diretta per due ore… La domenica si ripartiva… insomma, non si dormiva mai! Infatti in quel periodo – scherzando coi miei amici – raccontavo che quando vedevo il mio letto… mi commuovevo! Già dall’ inizio compresi come non sempre le semine tornano… quel programma infatti vinse “Il microfono d’ argento” ma altri andarono a ritirarlo senza che ne sapessi nulla… inoltre, dopo averci messo l’anima per tutta la prima edizione, non fui riconfermato e la seconda fu affidata a Gianni Ippoliti.
La vera grande occasione arrivò poi con “Tandem” una splendida trasmissione quotidiana in diretta per ragazzi su RaiDue
Diciamo che con Tandem si è irrobustita la spina dorsale formata con la radio e cresciuta poi con Il Barattolo. Prima di Tandem feci anche l’ esperienza di un programma per una tv privata siciliana, TeleEtna, la mia primissima prima serata. Tandem era un grande contenitore con tanti argomenti… inizialmente avevo solo la responsabilità di condurre i giochi, poi nel tempo arrivò la conduzione a 360 gradi. I testi erano scarni, dovevamo metterci molto del nostro.
Con i tuoi colleghi di quell’esperienza sei rimasti in contatto?
Riguardo agli “eroi” della 1a edizione, con Enza Sampò ci sentiamo spesso… lei allora seppe riempirmi di consigli preziosi aiutandomi molto sia umanamente che professionalmente, ricordo che la chiamavo “zia Enza” e da allora le voglio un gran bene. Paola Tanziani purtroppo è mancata qualche anno fa. Con Marco Danè sono ancora in contatto, nel 97 lo chiamai a Domenica in per collaborare ai giochi… Emanuela Giordano è una bravissima regista teatrale e qualche tempo fa sono riuscito a reincontrarla dopo aver visto un suo lavoro a teatro. Con Lino Fontis ci mandiamo saluti da amici comuni ma l’incontro-carramba non è ancora avvenuto.
La TV dei ragazzi ti fece incontrare anche Rita Dalla Chiesa.
La TV dei ragazzi ti fece incontrare anche Rita Dalla Chiesa.
Si, facemmo insieme Pane e marmellata ma nella vita facevamo coppia già da un paio d’anni… Fino a quel momento tenemmo tutto nascosto per evitare commenti cattivi data la differenza d’ età…Bell’esperienza quella di Pane e marmellata, il primo programma che feci anche nelle vesti di autore, con il mitico papero Papayo prima immagine di grafica animata in diretta e doppiata da Silvio Scotti.
Rivediamo assieme uno dei momenti di “Tandem” : il celebre gioco del paroliamo che Fabrizio conduceva con Marco Danè :
Cosa pensi del fatto che la Rai abbia in un certo senso abdicato nella tv per i ragazzi?
La vecchia TV dei ragazzi, come era concepita una volta, non c’è più. Questo è un peccato perché se il pubblico dei giovani lo deleghi ad altri poi rischi di non intercettarlo più. E questo lo vediamo anche nei dati auditel relativi ai target, il pubblico Rai infatti sta invecchiando. E’ un discorso di semina che la Rai dovrebbe valutare di riprendere per coltivarsi il pubblico del futuro.
Eccoci quindi al sabato sera televisivo di RaiUno con Europa Europa: come arrivò quella chiamata?
La Rai aveva appena “perso” tre professionisti del calibro di Baudo, Carrà e Bonaccorti che erano passati a Fininvest, aveva quindi bisogno di nuovi personaggi da sperimentare nelle prime serate… Andò esattamente così: eravamo in un bar vicino al Teatro delle Vittorie e Michele Guardì mi chiese come stavo con lo smoking… naturalmente gli risposi che con lo smoking stavo benissimo!
Seppi poi che era stata la moglie di Guardì a segnalarmi… Mario Maffucci (allora capostruttura di RaiUno, ndr) fu d’accordo e da lì nacque la mia carriera nel sabato sera di RaiUno.
Per la verità inizialmente Europa Europa sarebbe dovuto andare in onda il giovedì, poi invece con Elisabetta Gardini e Alessandra Martines andammo di sabato. E’ stata la mia più grande emozione, Arena di Verona a parte… la prima volta al Delle Vittore non si scorda mai. Elisabetta era un rullo compressore, abbiamo convissuto bene faticando un po’ all’inizio ma negli anni siamo diventati grandi amici… rimane in ogni caso un’ esperienza fantastica.
Nel settembre del 1988 partì la grande esperienza di Miss Italia, ci racconti come arrivasti al più importante concorso di bellezza italiano?
Mi volle Enzo Mirigliani: non potendo avere Corrado, scelse me perché in qualche modo – diceva – glielo ricordavo. Devo tanto ad Enzo, per questo e per l’autonomia che mi ha dato negli anni. La cosa incredibile – a ripensarla oggi – è che io Miss Italia non la volevo fare perché, dovendo essere a contatto con tutte quelle belle ragazze, non volevo far ingelosire la mia compagna di allora, Rita… poi però Mirigliani, Maffucci ed Elena Balestri mi convinsero che era un’occasione da non perdere ed iniziò la mia grande avventura in quel di Salsomaggiore.La prima volta capitò il 3 settembre del 1988, era il quinto anniversario della morte del papà di Rita e questa concomitanza mi mise molto in imbarazzo, ma Rita mi disse “è il tuo lavoro, devi farlo”.
Arrivò poi Scommettiamo che?, un grandissimo successo: ve lo aspettavate?
A quei livelli di ascolto no, ma il programma era davvero bello e costava grande fatica prepararlo. Fra gli autori c’era anche un giovanissimo Federico Moccia… Ricordo che dopo tre edizioni di Europa Europa, nonostante il grande successo, non mi rinnovarono il contratto… Dopo qualche giorno di malumore, mi chiamò il mio amico Guardì – col quale nel frattempo avevamo fatto un programma alla Radio per i mondiali di calcio, stile “Gran Varietà” – e mi disse che Sodano (allora direttore di RaiDue, ndr) gli aveva chiesto di mettere in piedi un programma per il mezzogiorno, mi propose di lavorarci insieme e così nacque I Fatti Vostri. Poco tempo dopo RaiUno chiese a Guardì di inventare un sabato sera per marzo 91 e lui propose Scommettiamo che?. Per farlo dovetti lasciare il mezzogiorno di Raidue, allora era impensabile che un conduttore potesse fare 2 programmi insieme. Fu da subito un successo eccezionale, con Milly e il maestro Mazza eravamo davvero fratelli. Secondo me, lavorandoci sopra come si faceva allora e aggiornandolo un po’, ancora oggi potrebbe andare fortissimo.
Andiamo, a proposito di Scommettiamo che, ad una terribile sera, quella del 23 maggio 1992 in cui foste costretti ad andare in onda nonostante ci fosse appena stata la strage di Capaci:ci racconti come andò quella sera?
Rivedere su youtube le immagini del mio inizio di quella puntata, mi ha molto choccato. Quella sera, dovendo giustificare l’andata in onda dello show con una breve premessa, cercai di armonizzare l’orrore che avevo dentro con la professionalità di chi DEVE fare il proprio lavoro cercando inconsciamente di mostrare un’aria rassicurante… Una mediazione impossibile … oggi penso che un professionista, in casi gravissimi come quello, dovrebbe presentarsi in piena semplicità’, parlando con il cuore, con lo stomaco, e comunicare brevemente che non se la sente di andare in onda. Punto. Quella sera ero in camerino e appresi la notizia dal Tg3 delle 19, stavo facendo gli ultimi ritocchi al copione… la prima cosa che feci fu quella di chiamare Rita per condividere il dolore…poi andai da Guardì che era d’accordo sul fatto di non andare in onda. Poi però arrivò l’ordine dalla direzione generale, credo dal delegato al prodotto di allora Giovanni Salvi, e il programma andò come se niente fosse successo. Quella sera ho imparato che i contratti non vanno rispettati ad ogni costo, di fronte ad un’ imposizione insensata oggi prenderei la decisione di rifiutarmi.
Nella tua carriera c’è stata anche un’edizione di Domenica in, un’edizione per certi versi difficile…
Certamente come ascolti andò un po’ meno bene rispetto a quella di Mara Venier. Ma di quella nostra edizione ho un ricordo molto bello… ero contornato di giovani bravi e pieni di voglia di fare: fu il primo programma di Mara Carfagna, di Luisa Corna, c’ erano i bravissimi cantanti dei “Sei come sei”, i collegamenti colti con Alberto Angela e quelli corti con Michelle Pergolani…il gioco al buio In the dark e tante altre chicche… come l’ ironica lezione di teatro di Vittorio Gassman, Demi Moore che mi invitò a cena, Giuliana Lojodice che cantò ad Aroldo Tieri “Quanto ti ho amato” facendolo commuovere, lui così restio a lasciarsi andare in pubblico… Victoria Spice che mi dette un pizzicotto sul sedere per emulare quello dato al Principe Carlo pochi giorni prima… e poi la scelta delle facce della futura moneta unica, l’ Euro, in collaborazione con il Ministro del Tesoro e futuro Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi…dall’altra parte c’ era un Maurizio Costanzo in ottima forma che impostò una Buona Domenica molto popolare e forte. Durante quell’ edizione, il giorno prima della 10a puntata, ho avuto un grave incidente in moto che mi diede molti problemi di salute e nel gestire gli impegni di lavoro… poi purtroppo qualche mese dopo mi separai da mia moglie, praticamente in diretta!
In quell’edizione lavorasti con Antonella Clerici: cosa pensi del fatto che le abbiano tolto “La prova del cuoco” ?
Essendo della vecchia guardia sono ancora convinto che se un conduttore porta un programma al successo – e non ha nessuna intenzione di abbandonarlo – finché quel programma resta al top è giusto che rimanga a quel conduttore. Quindi capisco Antonella e le sono stato solidale. Penso anche che un giovane talento come Elisa Isoardi – che conosco, come Caterina Balivo, dai tempi di Miss Italia – debba comunque avere le proprie occasioni per emergere e giocarsi le sue chances.
Andando a fare il giurato a “Ciak si canta!” non ti sei sentito sminuito?
Proprio no, l’ho fatto con molta dignità e divertendomi molto…. più o meno come quando ho fatto il ballerino a “Ballando”… Certo, ripensando al mio percorso da conduttore su Raiuno, dal 1988 al 2002 andò quasi sempre tutto benone… perché avevo alle spalle l’ Azienda che spingeva a favore… poi quando il vento si e’ messo a soffiare contro, i risultati non potevano essere più gli stessi. A quel punto – in attesa di nuovi eventi – è stato stimolante rimettersi in gioco in modo alternativo.E devo ammettere che con Cucuzza, Sposini e Giletti mi sono molto divertito… ma sì, anche a litigare con Malgioglio!
Riguardo ai risultati non all’altezza, Ti riferisci all’esperimento di “Assolutamente” ?
Si certo… Dopo tre anni di “allontanamento” da Raiuno e in contemporanea con la fortunata parentesi da ballerino, all’ inizio del 2005 abbiamo cominciato a preparare uno show con gli autori di Fiorello e la regia di Japino… Argomento: un ricordo spettacolarizzato dei decenni andati… titolo: “Tutti pazzi per .. gli anni 50” (poi 60… 70… e via fino ai 90)… Però poi, dopo quasi due mesi di lavoro intenso e dopo aver registrato uno spot di lancio con Julia Smith, qualcuno ha deciso che non era più il caso… Per rimediare mi proposero quel format francese… A me non piaceva per niente – e lo dissi con chiarezza – ma pensai che in quel momento non potevo fare il prezioso…E comunque – con Piparo capo progetto e la splendida Bianca Guaccero a fianco – riuscimmo a mettere in piedi e in onda un programma decoroso realizzato in soli 9 giorni, un piccolo inutile record.
Paolo De Andreis nell’intervista che ci ha concesso ha detto che un conduttore non basta a fare il successo di un programma, cosa rispondi?
A Paolo rispondo grazie per il “bravissimo”, anche perché è sempre stato affettuoso con me e so che se avesse potuto mi avrebbe dato altre opportunità. Penso però che se uno è ritenuto bravissimo deve poter lavorare insieme all’ Azienda alla creazione di un progetto vincente. Perché i progetti vincenti nascono, si modellano, si elaborano insieme. Nessuno professionista può pensare di poter vincere da solo… ma il professionista bravissimo può fare la differenza.
I soliti ignoti fu un successo: come mai è stato messo poi da parte?
Sinceramente non lo so. I soliti ignoti è stato il programma re di due estati fa, con una media del 28 e punte del 31% contro Cultura moderna… Poi e’ ripartito a gennaio ’08, senza alcuna pubblicità, patendo 8 punti di distacco da Striscia ed in soli 8 giorni riuscì ad arrivare quasi al pareggio… Poi è arrivato l’evento Fiorello-“due minuti” che ha modificato gli equilibri perché ovviamente quando lui finiva – e Rai1 scaricava 14 minuti di pubblicità – mentre Striscia arrivava al 40% il povero Soliti ignoti partiva con il 12/13… Ora voglio vedere quale altro programma sia in grado di recuperare a un campione come Striscia quel gap in soli 25 minuti…. Eppure si riusciva a chiudere al 22, qualche volta anche al 24%. Per dire che è un formato forte e integro e spero ancora che possa tornare…
Arriviamo a Miss Italia 2002, tua ultima edizione, in cui ci fu la polemica con l’allora direttore di rete Fabrizio Del Noce: qual è la tua versione dei fatti?
Quell’anno a giugno ho capito che c’erano problemi perché la gestione di Miss Italia non mi fu affidata subito, anzi, era transitata per le mani di altri conduttori che però poi non accettarono l’incarico. Quindi mi ritornò fra le mani a 38 giorni dalla messa in onda: andare in onda con 4 serate preparate in soli 38 giorni – con agosto di mezzo – vuol dire fare un miracolo. E noi ci riuscimmo preparando un programma intenso, ricco di sfumature di ogni tipo, anche colte… facemmo per esempio interpretare alle ragazze delle poesie bellissime, un modo diverso per uscire in pubblicità.
Ricordo che per farcela abbiamo lavorato come dei pazzi. In quel caso ho avuto due “sfortune”: quell’ estate partì fortissimo Veline su Canale5, che giocava nel nostro campo ma in maniera meno condizionata da obblighi istituzionali… E poi la sera prima del debutto mi venne una forte influenza – con febbre alta – che mi debilitò molto. Perdemmo una media di 4 punti a sera rispetto all’anno precedente facendo comunque ascolti stellari con un programma bello ed elegante… per esempio, nell’ultima serata facemmo il 47%…mi aspettavo dei complimenti condizionati invece arrivarono feroci critiche. Poi sappiamo tutti come andò a finire. Però nel momento in cui si consumava l’addio al concorso nacque la mia attuale storia d’ amore… la vita toglie e la vita regala.
Poi Del Noce dichiarò che l’unico dispiacere della sua direzione era quello di non aver trovato il programma giusto per te…
Dopo quella dichiarazione mi ha fatto fare “Soliti ignoti”, cosa per cui l’ho ringraziato pubblicamente più volte. Poi non so cosa sia successo… sta di fatto che da settembre non ho piu’ avuto occasioni su RaiUno, nonostante anche la Botola l’ anno scorso abbia fatto la sua parte riuscendo addirittura a superare Veline nel mese di agosto, impresa mai riuscita prima ad altri programmi. Mah! … evidentemente Fabrizio aveva più feeling con altre persone.Questa cosa comunque non ha affievolito il mio entusiasmo e ha invece molto accresciuto la mia capacità di gestire le tensioni.
Ora RaiUno ha un nuovo direttore: Mauro Mazza, vi siete già sentiti ?
Non ancora, ma quando sarà possibile ovviamente mi metterò a sua disposizione. Ho 50 anni ma ho lo stesso entusiasmo di quando ne avevo 20. L’anno prossimo compirò 30 anni di tv e di Rai… spero quindi che al nuovo direttore, oltre agli apporti di freschezza che ha già a disposizione, possa tornare utile una “freschezza esperta” come la mia. L’idea di poter fare qualcosa per RaiUno ovviamente mi fa piacere. Per esempio un ritorno dei Soliti ignoti, magari in prima serata potrebbe essere un’ottima idea… quando andò in onda in prime time – nel dicembre 2007 – fece ottimi ascolti con una media del 23% (ecco la nostra analisi auditel dell’epoca, ndr) contro la 2a serie di Elisa di Rivombrosa, che riuscimmo a battere tranne che nella puntata finale.
Nel frattempo in autunno ritorna su RaiTre l’impegno quotidiano con Cominciamo bene, insieme ad Elsa Di Gati, cosa ti ha insegnato questa esperienza?
Dal 28 settembre si ricomincia bene con la “nostra” quinta edizione, l’ undicesima del programma. Un contesto prezioso, che mi ha fatto crescere tanto, soprattutto la mia parte più seria, più attenta alle cose importanti della vita di noi tutti… E per questa grande possibilità non finirò mai di ringraziare il direttore Ruffini, la capostruttura Fenu e la mia cara vicina di poltrona Elsa.
Se ti proponessero di tornare al mezzogiorno su un’altra rete ci andresti?
Il giorno in cui mi dovessero offrire un altro mezzogiorno forse… farei passare un anno. Non me la sentire di andare contro la mia attuale squadra di RaiTre.
Oltre alla ripresa a settembre di Cominciamo bene hai altri progetti?
Assieme a Piero Di Lorenzo della LDM, abbiamo realizzato un numero zero su una gara di talenti lirici dal titolo “Mettiamoci all’opera” che dovrebbe andare in onda su RaiUno a fine luglio… Una trasmissione davvero bella e coraggiosa… speriamo che il pubblico estivo si lasci trasportare dalle arie liriche, dalle canzoni napoletane e popolari del 900 e dalle popolari melodie dei musical. Un programma molto ricco dal punto vista delle emozioni musicali.
Grazie a Fabrizio Frizzi per averci consentito di fare questa bellissima cavalcata nella sua carriera ad un passo dal festeggiare i tren’tanni in Rai, ed un sincero in bocca al lupo per il futuro da TvBlog.