Francesco Venditti e il reality (impossibile?) sulla famiglia Izzo
Uniti nelle gioie e nel dolore, come nella migliore tradizione familiare italiana. Ma con un “effetto specchio” della serie Brothers and Sisters, di cui sembrano la perfetta incarnazione nostrana. Il clan Izzo, una delle famiglie d’artisti più illustri dello spettacolo made in Italy, ha dovuto affrontare questa settimana la perdita del celebre Renato Izzo, doppiatore
Uniti nelle gioie e nel dolore, come nella migliore tradizione familiare italiana. Ma con un “effetto specchio” della serie Brothers and Sisters, di cui sembrano la perfetta incarnazione nostrana. Il clan Izzo, una delle famiglie d’artisti più illustri dello spettacolo made in Italy, ha dovuto affrontare questa settimana la perdita del celebre Renato Izzo, doppiatore italiano a capo di una dinastia di attori e doppiatori tra le più note. Attore negli anni ’60, aveva 80 anni ed era il padre di Simona (attrice e regista, a sua volta sposata con l’attore e regista Ricky Tognazzi), Rossella (regista, nella prossima stagione de Il ritmo del cuore), Fiamma e Giuppy (doppiatrici).
A far parlare degli Izzo negli stessi giorni è stata un’interessantissima intervista rilasciata da Francesco Venditti al settimanale A (se ne è occupato anche per alcune dichiarazioni sul mondo gay Gossipblog). L’attore, uno dei rari casi di figlio d’arte da parte di madre e di padre, è nato dall’unione tra l’attrice Simona Izzo e il cantante Antonello Venditi. Ora rivela per la prima volta cosa comporta vivere in una famiglia così allargata e ambiziosamente ingombrante:
“Nelle nostre riunioni di famiglia a sorte esce il numerino di uno o dell’altro. Esce il 24? Chi ce l’ha, Francesco! Ti rompiamo il cazzo… Sono un po’ come terapie di gruppo, e come in tutte le terapie di gruppo si finisce a litigare. Se c’è un nodo, arriva al pettine la domenica”.
Di qui, la spregiudicata proposta lanciata da Francesco e che ci sentiamo di caldeggiare: il primo reality su una famiglia di artisti (magari come docu-soap su Sky?):
“Un mio progetto sarebbe mettere delle telecamere fisse a casa di Simona e Ricky. Senza sceneggiatura. Non c’è bisogno. Ci arrivi e ci sono prove trucco da una parte, prove costumi dall’altra, quello che scrive, gli sceneggiatori al lavoro, litigate, work in progress, pranzi di lavoro, pranzi di famiglia e lavoro, perché poi c’è la famiglia che entra nel lavoro e il lavoro che entra nella famiglia”.
Famiglia in cui, a sua volta, è entrato a far parte Luca Argentero, appena sposatosi con l’ambita rampolla Myriam Catania:
“Lui è entusiasta di essere stato inglobato nel clan perché non lo conosce bene. Un conto è entrarci, un conto farne parte. A me non brucia il suo successo, ma il sistema. In altri Paesi chi esce dalla Fattoria o da un altro reality magari apre un negozio di auto o una pizzeria… Se Luca ha successo ben venga, per lo meno lui ha un mondo dentro da comunicare”.
Se a questo ci aggiungete che Venditti jr, da piccolo, ha anche vissuto a casa di Maurizio Costanzo, storico compagno della madre, la curiosa anedottica continua:
“Sono stati due anni, dagli 8 ai 10, intensi e divertenti. Io non sapevo chi fosse, per me era il fidanzato di mia madre. Abitava a piazza Mazzini, nello stesso palazzo di Dario Argento, vedevo Asia sulle scale. C’erano gli altri due figli di Maurizio, Saverio e Camilla. Lì era una pacchia, gli facevo un sacco di scherzi. Venditti uguale vendetta. Mettevo disordine fra le sue videocassette. Gli riempii un muro di scritte, ‘Forza Roma’: un giorno si alzò da tavola, guardò il muro, bofonchiò qualcosa, ma non disse nulla. E lì capii il suo amore per mia madre”.
Dura, insomma, la vita col Dna… da artista in eredità.