Oliver Stone per Showtime: racconterà la storia segreta d’America in 10 puntate
Quando si dice “un grosso colpo”: Showtime ha raggiunto un accordo col regista Oliver Stone per una serie documentaristica in 10 puntate dal titolo “Secret History of America”, la cui messa in onda è prevista per il 2010.Il format prevede, in ogni puntata, il racconto attravero la stessa voce di Stone di eventi “che hanno
Quando si dice “un grosso colpo”: Showtime ha raggiunto un accordo col regista Oliver Stone per una serie documentaristica in 10 puntate dal titolo “Secret History of America”, la cui messa in onda è prevista per il 2010.
Il format prevede, in ogni puntata, il racconto attravero la stessa voce di Stone di eventi “che hanno crucialmente formato la complessa ma unica storia americana degli ultimi 60 anni”, dice un comunicato del network. Tra questi, la decisione del Presidente Truman di lanciare la bomba atomica in Giappone, le origini della guerra fredda, il Vietnam e il nuovo ruolo degli Stati Uniti dopo la disfatta del comunismo negli anni ’80. Il tutto presentato con alcune nuove rivelazioni.
Una serie ambiziosa, che Showtime spera faccia parlare di sè, fin dal prestigioso nome che la firmerà. Proprio Stone ha espresso la sua soddisfazione per la decisione di realizzare questo progetto, “che penso sia il contributo più profondo che possa dare nel mio settore ai miei figli ed alla futura generazione. Posso solo sperare di riuscire a portare un nuovo modo di pensare in tutti noi”.
Non da meno Robert Greenblatt, presidente di Showtime:
“Siamo contenti che Oliver Stone ci abbia scelti come casa per la sua serie provocatoria sui momenti poco noti della storia americana. Non solo il suo nome è diventato sinonimo di una regia visionaria, ma Oliver è anche un narratore affascinante sempre interessato a far luce sull’esperienza umana. La sua continua curiosità sui fatti del 20esimo secolo lo porteranno ora a realizzare una serie unica nel suo genere, perfetta per il nostro pubblico pregiato”.
Un modo come un altro, questo, per avere l’ennesima lezione di come ormai, in America, tra la tv ed il cinema i confini siano sempre più labili, in una lotta in cui, a vincere, è sempre la qualità (e lo spettatore).
[Via TheHollywoodReporter]