La televisione francese rivoluziona il pluralismo tanto caro a Rai e Mediaset
La parola “pluralismo” è saltata agli onori della cronaca da quando la Rai (con Mediaset) ha deciso di non trasmettere il trailer di “Videocracy”, il documentario sulla televisione italiana di Erik Gandini di cui segnaliamo la recensione in anteprima dei colleghi di Cineblog. In particolare la tv di Stato si è giustificata, nell’occasione, asserendo che
La parola “pluralismo” è saltata agli onori della cronaca da quando la Rai (con Mediaset) ha deciso di non trasmettere il trailer di “Videocracy”, il documentario sulla televisione italiana di Erik Gandini di cui segnaliamo la recensione in anteprima dei colleghi di Cineblog.
In particolare la tv di Stato si è giustificata, nell’occasione, asserendo che il prodotto andava ad intaccare quell’esigenza di pluralismo tanto cara alle cariatidi (e soltanto a loro) che stanno mandando in pappa questo paese. Se si vuole mandare in onda qualcosa di un certo tipo, bisogna per forza mandare in onda qualcosa d’altro di un tipo diverso. Anzi, di taglio opposto. Storia antica: da quando s’è perduta la fiducia nello spettatore, ci trattano come somari al giogo.
Anche in Francia si stanno scapicollando in tal senso. Ecco come hanno deciso di fare: da poco i transalpini si sono inventati una nuova modalità di conteggio dei tempi di apparizione dei parlamentari sui media radio e televisivi. In pratica il tempo di “esposizione” catodica dell’opposizione non potrà essere inferiore alla metà di quello cumulato dalla maggioranza e dal presidente della Repubblica. E’ stata abbandonata, dunque, la regola dei “tre terzi” che vigeva da quarant’anni: da questo momento maggioranza e presidenza saranno accomunati sotto lo stesso tetto.
Secondo i dati pubblicati dal Consiglio dell’audiovisivo, nel primo semestre 2009 la maggioranza parlamentare francese è intervenuta sui media radio e televisivi per un totale di 471,6 ore. L’opposizione, ferma a 204, ha in questo modo diritto ad altre 31 ore di esposizione prima di raggiungere la quota dovuta. In questo senso Sarkozy è atteso da settimane di silenzio: nel biennio 2007-2009, infatti, il presidente ha cumulato ben 56 ore in più rispetto all’opposizione. Se pluralismo dev’essere, non guardi in faccia a nessuno.