Toto Emmy 2009: miglior show d’animazione
Fase finale dei Toto Emmy 2009: dopo le categorie dedicate ai vari attori protagonisti e non delle serie più famose della scorsa stagione, tocca finalmente ai generi. Iniziamo con il miglior show d’animazione (della durata inferiore alla mezz’ora).Dei semplici cartoni animati? Non proprio. Questi show entusiasmano più gli adulti che i bambini, sia per i
Fase finale dei Toto Emmy 2009: dopo le categorie dedicate ai vari attori protagonisti e non delle serie più famose della scorsa stagione, tocca finalmente ai generi. Iniziamo con il miglior show d’animazione (della durata inferiore alla mezz’ora).
Dei semplici cartoni animati? Non proprio. Questi show entusiasmano più gli adulti che i bambini, sia per i temi che per i personaggi, decisamente non da pomeriggio. Il nuovo modo di far ridere, ormai, passa da loro.
Come sempre, potete ancora votare per le altre categorie: miglior attore protagonista e non di una serie drama, miglior attrice protagonista e non di una serie comedy, miglior attore protagonista e non di una comedy e miglior attrice protagionista e non di una serie drama.
Quale secondo voi merita l’Emmy 2009 come miglior show animato tra…
American Dad (Fox): il papà de “I Griffin” Seth MacFarlane non è rimasto seduto sugli allora, e nel 2005 ha creato un nuovo cartoon, come sempre politicamente scorretto. Ancora una volta ad essere presa di mira è la società america, patriottica, grandiosa, ma spesso ipocrita ed incoerente. Proprio come il protagonista Stan Smith, agente della CIA che si sente nudo se non ha con sé un’arma. Sposato con Francine, padre della progressista Harley e del timido Steve, Stan è disposto a tutto pur di proteggere l’integrità degli Stati Uniti. Anche a nascondere in casa un alieno Roger, la vera star dello show.
L’ episodio candidato per gli Emmy è “Sixteen-Hundred Candles” (4×01), e racconta del milleseicentesimo compleanno di Roger, di cui in pochi si ricorderanno per via di una strana cura ormonale a cui viene sottoposto Steve.
Robot Chicken (Cartoon Network): siete in cerca di parodie dissacranti dei divi, dei film e degli show più in voga? “Robot Chicken” fa per voi: l’idea viene a Seth Green (attore visto in “Buffy” e anche doppiatore di Chris Griffin) quattro anni fa e consiste nello sfruttare la tecnica dello stop motion per raccontare storie di personaggi noti in situazioni paradossali.
L’ episodio per cui è candidato è “Robot Chicken: Star Wars Episode II” (episodio speciale della terza stagione), seguito di una parodia già trasmessa un anno prima e che ancora una volta prende in giro il celebre film unendo personaggi della saga di “Star wars” ad altri creati ad hoc. Tra i doppiatori, Seth Green, Seth MacFarlane e Donald Faison, Turk di “Scrubs”). E’ atteso un terzo capitolo.
I Simpson (Fox): vent’anni e non dimostrarli. Il cartone più longevo della tv americana continua a stupire con episodi sempre attuali e temi che rimbalzano da una parte all’altra del mondo. E, chi pensava che col film del 2007 la serie tv fosse finita, si è dovuto ricredere. Homer, a quanto pare, è duro a morire.
L’ episodio candidato per gli Emmy è “Gone Maggie Gone” (20×13): per una (l’ennesima) disavventura di Homer, Maggie viene lasciata in un convento tra le cure delle suore. Toccherà a Lisa indossare la tonaca per cercare di riprendersi la sorella, mentre Homer le proverà tutte per non far accorgere del guaio Marge, che indossa momentaneamente una benda sugli occhi per aver visto ad occhio nudo un’eclissi solare.
South Park (Comedy Central): i ragazzacci di Matt Stone e Trey Parker, nonostante i 13 anni di attività, non perdono la loro cattiveria ed ogni anno non risparmiano nessuno. Che sia razzismo, sesso, politica, spettacolo o la società intera, ogni episodio di “South Park” fa tanto ridere quanto discutere. E noi scommettiamo che Kenny verrà ammazzato molte altre volte.
L’ episodio per cui è candidato agli Emmy è “Margaritaville” (13×03): la recessione colpisce anche South Park. E se Kyle viene visto come il “salvatore” dell’economia, Stan cercherà di tornare al Jimmy Buffett’s Margaritaville, una delle catena di tavola calda più famose d’America.