Il colore dei soldi: quando la fortuna è l’unica “abilità” necessaria. Anche per far proseguire il programma
Esattamente come in un casinò, è la fortuna a farla da padrona ne Il colore dei soldi, il nuovo game show di Enrico Papi che ha debuttato questa sera su Italia1 in access prime time. Un programma che, a parere di chi scrive, potrebbe non avere vita lunga. Nonostante Papi – da noi recentemente intervistato
Esattamente come in un casinò, è la fortuna a farla da padrona ne Il colore dei soldi, il nuovo game show di Enrico Papi che ha debuttato questa sera su Italia1 in access prime time. Un programma che, a parere di chi scrive, potrebbe non avere vita lunga. Nonostante Papi – da noi recentemente intervistato – si dimostri ancora una volta un buon padrone di casa, perfettamente a proprio agio con i concorrenti e gli ospiti, la formula appare immediatamente “mancante”. Interesse e pathos, indispensabili per la buona riuscita di una trasmissione di questo tipo, non si trovano nemmeno a cercarli col lanternino.
La formula è semplicissima: in ogni puntata il concorrente di turno avrà di fronte a sé 20 slot colorate, contenenti ciascuna una somma di denaro che può variare dai 1.000 ai 20.000 euro. Tra queste ne dovrà scegliere dieci e, “bloccandole” nel momento più opportuno, dovrà cercare di eguagliare al centesimo il montepremi assegnatogli a inizio partita. Un meccanismo di questo tipo, facile ed immediato, potrebbe essere positivo per la fidelizzazione dello spettatore, ma in questo caso risulta già dai primi minuti troppo ripetitivo.
Ad affiancare Enrico Papi, due figure che convincono solo in parte. L’ex secchione Omar Monti, che interviene saltuariamente con alcune statistiche che dovrebbero essere di “aiuto” al concorrente, e l’ex gieffina Raffaella Fico, bella, fisicatissima e svestitissima. Ma un corso di dizione prima di mandarla allo sbaraglio? Insomma, il giudizio globale su Il colore dei soldi non è particolarmente positivo. E purtroppo, con una formula che non si presta a particolari modifiche, non possiamo auspicarci miglioramenti futuri.
All’Auditel la sentenza definitiva.