Intelligence: la prima puntata all’insegna di 24. Tanta azione, buona regia e una storia che gioca a farsi conoscere con calma
Laddove certi telefilm sono arrivati da anni, l’Italia arriva solo ora. E’ quello che viene da pensare guardando la prima puntata di “Intelligence”, appena trasmessa da Canale 5. Le promesse della vigilia sono state mantenute in parte, e ci siamo trovati di fronte ad uno spettacolo d’azione dove la regia (buona) è corsa più al
Laddove certi telefilm sono arrivati da anni, l’Italia arriva solo ora. E’ quello che viene da pensare guardando la prima puntata di “Intelligence”, appena trasmessa da Canale 5. Le promesse della vigilia sono state mantenute in parte, e ci siamo trovati di fronte ad uno spettacolo d’azione dove la regia (buona) è corsa più al servizio di scene d’azione rocambolesche che del cast di personaggi, ancora poco maturi, così come la storia.
Capiamo subito, se ci fossero stati dubbi, come è stato speso gran parte dell’enorme budget tanto osannato in questi giorni: location, effetti speciali, auto, armi e…Raoul Bova. E’ lui uno dei punti su cui si poggia la serie. Popolare, bello -furba l’idea di piazzarlo a torso nudo davanti alla cinepresa nei primi dieci minuti di messa in onda, i più lenti di tutta la serata-, rassicurante. Bravo? Su quello ci si può lavorare, ma una cosa è certa: Bova è ormai esperto nei ruoli di agente tormentato dal dolore e dal senso di giustizia.
A vedere le prime scene di stasera, la mente del sottoscritto vola inevitabilmente alla serie d’azione per eccellenza degli ultimi anni, ovvero “24”. Negli inseguimenti, nelle sparatorie con tanto di fuga su auto rubata, nell’uso massiccio di strumenti informatici vediamo molto di Jack Bauer e soci ma, anche, tanti clichè e scene già ampiamente viste in prodotti simili. Clichè che, però, non deludono su tutti i fronti e riescono a catturare l’attenzione.
[La gallery di “Intelligence”]
Non ci troviamo di fronte, narrativamente parlando, ad una serie rivoluzionaria. La trama, per gli amanti del genere, saprà di già visto, ma quello che troviamo interessante è il modo col quale vengono poste le basi non per la singola puntata, ma per tutta la serie. Proprio il paragone accennato con “24” ci ricorda una cosa: la storia ha bisogno sempre di tempo per ingranare. E, rispetto a tante altre fiction italiane, per ora “Intelligence” si è presentata con un ritmo ed una velocità molto rare nella tv nostrana.
Insomma, quella che abbiamo visto è una fiction che non vuole innovare l’intero panorama seriale, ma vuole giustamente rompere certi schemi produttivi e non che legano la nostra realizzazione di fiction a storie sempre poco coraggiose. E se manteniamo la riserva sulla trama, possiamo dire che la prima missione di “Intelligence”, ovvero quella di incuriosire, è stata compiuta.