Annozero: stasera Santoro (non) “tradisce” Berlusconi. Intanto il ministro Scajola va a colloquio con i vertici Rai
Questa sera una nuova puntata di Annozero. Clima caldo: tuttavia Michele Santoro e compagni si occuperanno del caso Ciancimino e dei rapporti mafia-politica, lasciando da parte – a meno che la riunione di redazione odierna non scombussoli imprevedibilmente tutti i piani (UPDATE: ed è esattamente così che è andata a finire, almeno a quanto sostengono
Questa sera una nuova puntata di Annozero. Clima caldo: tuttavia Michele Santoro e compagni si occuperanno del caso Ciancimino e dei rapporti mafia-politica, lasciando da parte – a meno che la riunione di redazione odierna non scombussoli imprevedibilmente tutti i piani (UPDATE: ed è esattamente così che è andata a finire, almeno a quanto sostengono i colleghi di polisblog) – il caso politico più scottante dell’ultim’ora. Giusto in merito alla trasmissione di approfondimento di RaiDue, il ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola incontrerà poco prima della diretta (ore 19.30) il presidente della Rai Paolo Garimberti e il direttore generale Mauro Masi. L’argomento del giorno sarà ancora la prima puntata di Annozero, oggetto di una vera e propria indagine da parte del Ministero. Proprio il ministro ha ribadito, rispondendo così alle critiche che gli venivano mosse, in merito alla legittimità del suo intervento politico:
“Secondo l’articolo 39 del contratto di servizio, il ministero per lo Sviluppo economico cura la corretta attuazione del contratto stesso con facoltà di disporre verifiche, ispezioni o richiedere in qualsiasi momento alla Rai informazioni, dati e documenti. Si tratta di un potere specifico e ben definito che costituisce espressione delle peculiari responsabilità che l’ordinamento attribuisce al governo. Le funzioni del ministero non confliggono con quelle della commissione di Vigilanza e dell’Autorità per le telecomunicazioni ma si coordinano con essere nel perseguire l’obiettivo comune di garantire il puntuale rispetto da parte della concessionaria degli obblighi connessi al servizio pubblico”.
L’opposizione, nella persona di Paolo Gentiloni, ex ministro delle Comunicazioni, è stata la seguente:
“Un intervento su un singolo programma televisivo non ha alcuna giustificazione nell’articolo 39 del contratto di servizio, in vigore da 15 anni e mai utilizzato da nessun ministro per giustificare interventi censori. In materia di pluralismo il governo è parte in causa e non è certo un arbitro imparziale”.
Ma la lista delle priorità della Rai prevede altri appuntamenti decisivi.
Domani (ore 10.30) il Cda affronterà il tema Minzolini, relativamente all’editoriale che il direttore del Tg1 ha rilasciato dopo la manifestazione per la libertà di stampa andata in scena a Roma (e in tanti altri comuni italiani, oltre che in larga parte del resto d’Europa) sabato scorso. Il presidente Garimberti non mollerà la presa (“Intervento irrituale”); il centrodestra (Antonio Verro) ha fatto sapere di considerare quell’editoriale “perfettamente legittimo”. Lo stesso Minzolini verrà ascoltato in Commissione di Vigilanza un giorno della prossima settimana ancora da decidere.
Un’altra settimana calda per la tv pubblica.