Quando Simona Ventura ha sfidato Bruno Vespa: parola di Tito Stagno (che dà alla nuova Rai della “gran put…”)
Tito Stagno, passato alla storia per il suo resoconto “a braccio” del primo allunaggio, ha deciso di pubblicare un’autobiografia, Mister Moonlight, scritta con il nipote Sergio Benoni. E l’ha presentata sull’ultimo numero di Vanity Fair ricordandoci di essere un monumento della storia della Tv (che non a caso abbiamo visto nella prima puntata di Tutti
Tito Stagno, passato alla storia per il suo resoconto “a braccio” del primo allunaggio, ha deciso di pubblicare un’autobiografia, Mister Moonlight, scritta con il nipote Sergio Benoni. E l’ha presentata sull’ultimo numero di Vanity Fair ricordandoci di essere un monumento della storia della Tv (che non a caso abbiamo visto nella prima puntata di Tutti pazzi per la tele 2).
Tra i tanti aneddoti dispensati dal giornalista, il primo a condurre un tg, il primo a fare un’inchiesta nel 1955 e il primo inviato all’estero nel 1957, l’ennesima confessione su Simona Ventura, dal passato televisivo sempre più leggendario (che vogliamo ricordare con un recente look vintage da lei sfoggiato a Quelli che il calcio).
E’ noto a tutti che la conduttrice ha compiuto i primi passi in tv nel campo calcistico, oscurando la leadership maschile alla conduzione della Domenica sportiva. Tito Stagno racconta per la prima volta com’è andata tutta la storia, rivelando che la Ventura è riuscita a sfidare persino Bruno Vespa per imporsi senza raccomandazioni in tv:
“Nel 1992 Sandro Ciotti va in pensione. Vespa, allora direttore del Tg1, voleva impormi una raccomandata per fare un favore a un potente. Io dico: ‘O lei o me’. Mi avrebbero anche cacciato, ma poi era un problema risistemare tutte le delicate caselle delle nomine. Così prendo questa ragazza che era a Telemontecarlo. Frequentava i calciatori, era fidanzata con un giornalista sportivo (poi identificato con Darwin Pastorin, ndr), conosceva il lessico dello sport. Alla fine della trasmissione mi chiedeva: ‘Com’è andata?’. E io: ‘Male’. La facevo piangere”.
Insomma, Tito Stagno ha imparato ad amare la Ventura con tutti i suoi difetti, che sono poi il segreto del suo successo. E a suo dire qualche vizio duro a morire ce l’ha ancora, per quanto sappia sempre come farsi perdonare…
“Ero cattivissimo, però poi la portavo a cena fuori. Sono un perfezionista e certe cose non le sopportavo. Per esempio, che dicesse ‘naturalmente’ ogni minuto. E’ un vizietto che ha ancora. Una volte le ho chiesto: ‘Ma tu non mi hai odiato?’. E lei: ‘No, io da te ho imparato tante cose’. Simona ha una qualità rara: la riconoscenza. Non c’è Natale o ricorrenza che non si faccia viva con una telefonata”.
A proposito di Vespa, Stagno aggiunge che è un bravo professionista, da lui mandato per la prima volta in diretta per la telecronaca della regata storica delle Repubbliche marinare a Pisa, nel 1968. Oggi, però, ha da ridire quando “invita a Porta a Porta la Marini o la Parietti per commentare la crisi economica”. E quindi chiosa con un pistolotto piuttosto cattivo contro la tv di oggi, in particolare contro la Rai:
“E’ una tv che non mi piace. Come non mi piacciono i reality taroccati, le finte baruffe davanti alle telecamere, le finte papere, i finti scoop, i finti scherzi. Si scannano per niente. Hanno i minuti contati. La Rete li seppellirà. Mamma Rai è una gran puttana, è così. Dire Mamma Rai è un insulto. E’ una matrigna. La Rai non premia e non punisce. Però non premiare quelli bravi significa punirli. Non sono buoni giornalisti quelli che vanno a braccetto con il premier… Se dovessi ricominciare oggi, non avrei dubbi. Dalla Luna mi sposterei sul pianeta Internet”.
Come non essere d’accordo?