FACCE DA VIZIATI : IL FUTURO DELLA TV STA IN UN NUOVO ALBUM DI FAMIGLIA…
Mi consegnano, dopo due mesi, un grosso fascicolo che raccoglie le segnalazioni e le recensioni per “Viziati 3”, il mio film doc in dieci puntate, che è andato in onda fino al termine di agosto. Ne parlo perchè la raccolta è di interesse generale. Tralascio le segnalazioni, tutte molto gradite che provano un’attenzione dei giornali
Mi consegnano, dopo due mesi, un grosso fascicolo che raccoglie le segnalazioni e le recensioni per “Viziati 3”, il mio film doc in dieci puntate, che è andato in onda fino al termine di agosto. Ne parlo perchè la raccolta è di interesse generale. Tralascio le segnalazioni, tutte molto gradite che provano un’attenzione dei giornali che mi pare notevole. Dieci puntate, in mezzo al caldo, con intenzioni di satira, con invito a qualche riflessione possono essere una scommessa. Il grosso fascicolo dice che è stata vinta.
Ripropongo la cosa perchè la Tv, anzi le Tv- come fanno notare molti di coloro che mi scrivono anche in privato- sono in una seria difficoltà. I loro programmi, le loro strategie nell’epoca dei new media, la concorrenza, le lotte di potere sopra o sotto il banco, la furiosa ricerca di star da buttare sulla bilancia degli ascolti e della pubblicità, dimostrano che la fase è importante. Sembra che si navighi a vista. Ci si prova a battere l’avversario, vedi l’intraprendenza di Sky verso Mediaset e verso la Rai, in nome delle novità, di servizi inediti, di risorse non solo tecnologiche. Ma si tratta di fumo o di arrosto? Se lo chiedono, ce lo chiediamo in tanti.
Non è un caso che, in questi frangenti, tutti (o quasi) gli addetti ai lavori s’interrogano sulle innovazioni. E’ un tema che mi è caro, che ci è caro anche in questo Tv Blog. Mi è caro personalmente perchè l’innovazione ha costituito la base della mia ricerca come autore di teatro, come regista di tv, come sceneggiatore per il cinema e come scrittore.
L’esito di Viziati mi dà modo di offrire un ventaglio di opinioni sulla ricerca che ho fatto per realizzare un serial speciale. Qualcosa che fosse una narrazione fondata sui documentati delle Teche Rai (dal tg al varietà, dalle inchieste ai talkshow, eccetera). Qualcosa che potesse essere uno spettacolo in grado di ricostituire un nuovo album di famiglia attraverso la televisione.
Non un Blob. non un Supervarietà, non una delle tante trasmissioni composte citazioni più o meno attive, più o meno passive. Ma un racconto a puntate che rispecchiasse la situazione di trasformazione (meglio di manipolazione) che la tv, anzi le tv compiono giorno per giorno con fermezza, con determinazione.
Per questi motivi ringrazio Walter Siti che ha scritto su “La Stampa” che “Viziati” è riuscito a presentare le radici, le forme narrative dominanti (prima di tutto quella del nuovo avanspettacolo in onda) che caratterizzano la nostra società e la sua attuale identità. Renzo Arbore che ha apprezzato le dieci puntate come un appuntamento divertente e sintomatico. Roberto Levi che su “Il Giornale” fa un suo ragionamento per chiedere contributi ancora più accattivanti e curiosi. Mirella Poggialini che su “Tv- Sorrisi e canzoni” parla di un collage pungente di situazioni e di personaggi, in un montaggio ben fatto che illumina sui comportamenti degli italiani in quella stagione breve e rivelatrice che è l’estate.
Altri ringraziamenti a…Alessandra Comazzi , sempre su “La Stampa”, che accoglie il paradosso di “Viziati”, e cioè che la tv è diventata il mondo, ma se lo “si gira di persona è meglio”. A Pier Mario Fasanotti che su “Liberal” registra la qualità delle dieci puntate nel mostrare la sagra della ripetitività, dei tic, delle cattive abitudini che serpeggiano nella nostra società, magari roba tutta importata.
Infine, ma se ne potrebbero citare altri di commenti (alcuni dei quali persino troppo complimentosi), ricordo le parole di Maurizio Costanzo nella sua rubrica su “Il Riformista”: parla di una proposta ben costruita, piacevole, persino ardita nei suoi accostamenti, e comunque interessante. (Tra parentesi, le esperienze dei tre cicli di “Viziati” sono confluite nel mio “Torino gira” che tanto successo ha avuto al Prix Italia).
Sarebbe davvero utile e importante che tutti- anche gli spettatori professionali, gli osservatori costanti, i quotidiani controllori dei programmi tv e della qualità- si trovassero, ci trovassimo. d’accordo su un punto. Questo: non esiste altro mezzo che la tv per guardarci nello specchio. La situazione si è rovesciata. E’ un mio vecchio pallino. La tv non è lo specchio della realtà. La tv, anzi le tv pretendono di creare e spesso creano la realtà. E’ un principio da cui partire. Siamo viziati. Impariamo i nostri vecchi e nuovi vizi dalle tv, con consapevolezza e voglia di cambiare, di far cambiare.
Italo Moscati