Agrodolce bloccata: la soap di Minoli presto fuori dai palinsesti Rai
La soap Agrodolce, il romanzo popolare griffato Rai, Rai Educational e Giovanni Minoli, è all’eutanasia. Da sempre al centro di polemiche e forsennate ricerche di fondi (finora i costi sono sempre stati suddivisi equamente tra la tv di Stato e la Regione Sicilia, dov’è ambientata la storia), i continui intoppi burocratici e produttivi hanno già
La soap Agrodolce, il romanzo popolare griffato Rai, Rai Educational e Giovanni Minoli, è all’eutanasia. Da sempre al centro di polemiche e forsennate ricerche di fondi (finora i costi sono sempre stati suddivisi equamente tra la tv di Stato e la Regione Sicilia, dov’è ambientata la storia), i continui intoppi burocratici e produttivi hanno già mandato a spasso gli attori da gennaio e gli sceneggiatori da agosto. Un disastro umano, sociale e lavorativo in una terra già sufficientemente problematica da diversi punti di vista. La prima serie, localizzata nell’immaginaria cittadina di Lumera, ha potuto contare su 130 puntate per un costo totale di 24 milioni di euro. Numero di lavoratori impegnati: circa duemila, come rivelato quest’oggi da La Stampa. Per la seconda serie i costi produttivi previsti raddoppiano, sempre divisi più o meno alla pari tra la Rai e la Regione (dipartimento per i Beni Culturali). Fino allo stop del Dpef locale (Documento di Programmazione Economica Finanziaria). Ora la batosta finale: se entro un paio di settimane le “rotative” non riprenderanno il loro moto, la Rai stessa sarà costretta a cancellare Agrodolce dal palinsesto. Commenta il sindaco Burrafato:
“I soldi ci sono. I 25 milioni della Regione sono spendibili, le risorse impegnate. Ma bisogna fare presto e firmare l’Accordo”.
L’Accordo a cui fa riferimento Buffarato è l’Accordo di Programma Quadro. Riportiamo da Wikipedia per i non addetti al settore: “Gli APQ sono uno strumento di programmazione operativa che consentono di dare immediato avvio agli investimenti previsti in specifici settori di intervento. Sono sottoscritti da Regioni e Province autonome, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, e dalle Amministrazioni centrali competenti a seconda della natura e del settore di intervento previsti”. Qualcosa, insomma, di concordato con il Governo in carica, soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi da raggiungere, i finanziamenti e il monitoraggio dell’attuazione degli investimenti. In bocca al lupo ai lavoratori di Agrodolce.