Chi ha visto… Chi l’ha visto? Nasce su Facebook un gruppo di protesta nei confronti del nuovo corso del programma
Un gruppo su Facebook per “ritrovare” Chi l’ha visto?. Secondo i quasi 500 iscritti, la storica trasmissione di RaiTre ha perduto la strada maestra, prediligendo, anch’essa come altre, la soluzione più facile della corsa all’ascolto maggiore. Tuonano forte gli appassionati del programma, amareggiati e disillusi, sperando che così facendo si possa in qualche modo contribuire
Un gruppo su Facebook per “ritrovare” Chi l’ha visto?. Secondo i quasi 500 iscritti, la storica trasmissione di RaiTre ha perduto la strada maestra, prediligendo, anch’essa come altre, la soluzione più facile della corsa all’ascolto maggiore. Tuonano forte gli appassionati del programma, amareggiati e disillusi, sperando che così facendo si possa in qualche modo contribuire a tornare alla vecchia, amatissima, dimenticata funzione pubblica.
“Chi l’ha visto” si è smarrito, ha perso la strada e non ricorda più perchè è nato. Ha dimenticato quali sono i suoi obiettivi, la sua utilità nei confronti di coloro che hanno bisogno di aiuto, sia di quelli scomparsi, sia dei loro familiari che soffrono. Ha lasciato le persone che da anni l’hanno sempre curato con grande umanità e professionalità, persone di cui sentiamo la mancanza, con i loro volti, le loro voci e il loro modo di raccontarci ogni storia. “Chi l’ha visto” è un vecchio amico, tenace e coraggioso. Ma ora si è perso. Aiutiamoci a ritrovarlo”.
Così recita il disclaimer del gruppo. In bacheca è possibile già trovare una ridda di polemiche, precisazioni, desideri, accuse e consigli. Non piace la conduzione di Federica Sciarelli e non sono poche le “vedove” di Donatella Raffai (rimasta alla guida fino al 1991), In una parola “Chi l’ha visto?”, non avrebbe più alcuna funzione di “trasmissione di servizio”, a meno che non si intenda per “servizio” quello necessario a piazzarsi bene nella classifica dei programmi più visti della serata. Le accuse più feroci, conduzione a parte, sono rivolte agli sms, al pubblico in studio, alla “scelta delle tematiche fuori da ogni logica”. Una delle parole più abusate è “salotto”: ecco, non si vuole che anche questa storica confezione televisiva diventi il solito salottino catodico a cui già siamo troppo abituati.
Qualcuno, addirittura, parla di “censura”. Si discute anche di uno storico autore del programma, Giuseppe Murgia, che l’anno scorso ha preferito mollare la barca, insieme ad altri dodici giornalisti. Scrive uno dei responsabili del gruppo:
“Alle mie e ad altre proteste via mail ho ricevuto risposte dalla produzione, dalla vicedirezione e dalla redazione. Si sostiene che i professionisti sopra citati se ne sono andati per motivi economici: cosa assolutamente improbabile, visto che adesso sono tutti disoccupati. Continueremo in modo del tutto autonomo e senza essere manovrati da nessuno a impegnarci affinché si ritrovi lo spirito originario, quello di occuparsi di persone in difficoltà e non di casi di stretta attualità già affrontati da altre numerose trasmissioni”.
Non è la prima volta che su Facebook nascono gruppi dedicati a trasmissioni del servizio pubblico. Recentemente, per esempio, ne è nato uno molto attivo che chiede alla Rai di spostare la trasmissione Crash, prodotta da Rai Educational, quantomeno in seconda serata, anziché vederla piazzata in assurdi orari notturni.