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Una notte all’opera – Speciale che tempo che fa

Update: arrivano anche i complimenti al programma da parte di Giorgio Napolitano. Ecco il testo del telegramma: Aver portato in televisione la grande musica e dei grandi interpreti è stata una bellissima cosa, che fa onore alla RAI e ne valorizza il ruolo peculiare. Vivi complimenti a lei e agli amici di Claudio Abbado, Maurizio

pubblicato 4 Dicembre 2009 aggiornato 5 Settembre 2020 20:37


Update: arrivano anche i complimenti al programma da parte di Giorgio Napolitano. Ecco il testo del telegramma:

Aver portato in televisione la grande musica e dei grandi interpreti è stata una bellissima cosa, che fa onore alla RAI e ne valorizza il ruolo peculiare. Vivi complimenti a lei e agli amici di Claudio Abbado, Maurizio Pollini e Daniel Barenboim. Giorgio Napolitano

Una notte all’opera. Un titolo che ammicca al noto film di Sam Wood del 1935, protagonisti Groucho, Harpo e Chico Marx. Ma anche all’album dei Queen. E A night at the Opera è anche un album dei Blind Guardian del 2002. Nonché, un bellissimo speciale di Che tempo che fa, andato in onda ieri sera.

Ha affascinato, in una serata che vedeva l’ennesima replica di Don Matteo e la corazzata Annozero, 1.715.000 telespettatori per uno share 7,49%. E va bene così, non si pretendeva mica chissà cosa. Quel che dispiace, è che questo secondo speciale stagionale – dopo quello dedicato ai racconti di Roberto Saviano – avrebbe senza dubbio meritato un pubblico da grandi occasioni. Perché c’era davvero tutto, dentro. E soprattutto, c’era nuovamente quel pizzico di follia antitelevisiva che ci sta così bene, in una televisione generalmente piatta, allineata e coperta.


Lo speciale Una notte all’opera è un misto di tutto quello che c’è negli illustri predecessori che prestano il titolo a questa serata sui generis di Che tempo che fa: la leggerezza e la follia, la musica, l’armonia, la forza di rottura. Il finale, poi, con quello studio la cui atmosfera ricordava, in perfetta continuità fotografica, quella di un teatro, era un piccolo evento, col golfo mistico dell’orchestra che si accorda e il direttore che entra sul palco dopo un viaggio che l’ha portato dagli studi del programma fino al teatro della Scala. E poi l’overtoure della Carmen, come se fosse normale. Quasi ci piacerebbe, che fosse normale tutto questo, in televisione.