Carlo Gorla (RTI-Mediaset) a TvBlog: “All Stars vi farà ridere e riflettere. E intanto stiamo pensando ad un nuovo progetto con Michelle Hunziker”
A margine della presentazione di All Stars, abbiamo incontrato il responsabile per le produzioni della Direzione Sit Com di Fatma Ruffini, Carlo Gorla. Nella chiacchierata, oltre ad aver avuto maggiori dettagli circa la nuova comedy co-prodotta da Colorado Film e interpretata tra gli altri da Ambra Angiolini, Diego Abatantuono e Fabio De Luigi Gorla che
A margine della presentazione di All Stars, abbiamo incontrato il responsabile per le produzioni della Direzione Sit Com di Fatma Ruffini, Carlo Gorla. Nella chiacchierata, oltre ad aver avuto maggiori dettagli circa la nuova comedy co-prodotta da Colorado Film e interpretata tra gli altri da Ambra Angiolini, Diego Abatantuono e Fabio De Luigi Gorla che ha iniziato la sua carriera di produttore prima nei programmi sportivi e poi nell’intrattenimento e nei quiz, ci ha parlato dei nuovi progetti in arrivo, tra cui uno probabile con Michelle Hunziker.
Come si colloca All Stars tra le Sit Com curate dalla sua direzione?
“E’ più di una Sit Com, è un telefilm, potremmo dire una Sit Com di nuova generazione. Quando nel nostro Paese pensiamo a questo genere di prodotti ci rifacciamo subito a Casa Vianello, perchè è la madre di tutte le Sit Com fin qui trasmesse. Negli anni anche la Sit Com ha avuto un’evoluzione, è uscita dallo studio e dal luogo fisso della casa ed è andata in esterna”.
Qual è stato il primo prodotto Sit Com realizzato in esterna?
“Senz’altro Medici Miei con Enzo Iacchetti e Giobbe Covatta che abbiamo girato all’Ospedale di Sesto San Giovanni. Abbiamo preferito questa location perchè abbiamo ritenuto che fosse più realistico l’ambiente rispetto alla migliore scenografia che si potesse costruire in uno studio televisivo.”
Che cosa ha di nuovo All Stars rispetto alle altre Sit Com curate dalla sua divisione?
“Racconta qualcosa di più degli altri. La Sit Com è caratterizzata generalmente da tante gag come è stato per Medici Miei, Love Bugs o Camera Cafè mentre All Stars ha l’ambizione di essere più narrativa. La sfida vera sarà far capire al pubblico che questo prodotto non vuole solo far ridere ma anche raccontare, far riflettere con il sorriso sulle labbra”.
Troveremo al suo interno anche temi sociali?
“Sì. Vedremo per esempio come trattare la persona affetta dalla cosiddetta Sindrome di Down. Il nostro cast si troverà di fronte a questa difficoltà di sfidare a calcetto una squadra particolare dopo una serie di allenamenti incentrati sulla competizione con un gruppo di nerboruti tedeschi. Per un equivoco si troveranno invece contro questi ragazzi down: come trattarli? Da normali giocatori o da disabili? Ecco, questo sarà uno dei tanti argomenti che affronteremo per far riflettere, ma sempre in modo ironico e divertente”.
Essendo questo un prodotto indirizzato ai giovani immagino che parlerete anche di droga…
“Tratteremo di droga in maniera leggera, della disoccupazione e della morte di un amico. Un compagno di squadra morirà improvvisamente, scomparirà l’amico di sempre. Chi avrà il coraggio di sostituirlo?. E poi parleremo della tematica omosessuale: ad un certo punto si scoprirà che il leader del gruppo è gay. Ha tradito il gruppo o non ha avuto il coraggio? E come comportarsi ora verso di lui? Sempre con una velata ironia cercheremo in ogni puntata di affrontare queste e altre tematiche”.
Il format è sicuramente innovativo, anche se in Olanda va in onda da alcune stagioni.
“Esatto, è una Sit Com di nuova generazione in Italia ma nel panorama mondiale è un successo ovunque. In Olanda sono già arrivati alla terza stagione, la squadra di All Stars è addirittura un mito per gli olandesi tanto che sono arrivati a sfidare la squadra del PSV Eindhoven. Per ora noi siamo riusciti ad andare due volte a S. Siro (vuoto) e ambientare due storie. Chissà che non si riesca ad arrivare ai livelli di quanto avvenuto in patria gareggiando con Milan o Inter”.
Vi siete dati un obiettivo di share?
“Diciamo che ci prefiggiamo di raggiungere la media di rete che è di circa l’11% in prime time. Non sarà facile perchè la concorrenza è sempre più forte ma ci proveremo. Il prodotto di Sit Com in prima serata siamo gli unici per Italia 1 a realizzarlo tra le reti generaliste”.
Quanto costa All Stars? E qual è il suo rapporto rispetto ai costi di altre Sit Com?
“All Stars costa per 20 puntate 5 milioni di Euro. Diciamo che nel caso di Camera Cafè siamo a meno del 50% di queste cifre e addirittura fino a qualche anno fa 200.000 euro a puntata era il nostro tetto massimo di spesa. Questo è un prodotto con un cast fortissimo e di conseguenza lo sforzo economico è maggiore”.
Il co-produttore di All Stars, Maurizio Totti in un’intervista, ci ha detto che la vostra divisione aveva nel cassetto questo progetto da anni.
“Sì, è vero, erano 3 anni che pensavamo di realizzarlo ma la difficoltà non era tanto trovare un gruppo di attori forti. Era importante piuttosto che tutte le ‘stars’ fossero amici perchè un prodotto come questo funziona se gli attori sono prima di tutto amici fra loro. E in questo la Colorado Film ci ha dato una grande mano”.
Parliamo di altre produzioni. Lei cura tutte le Sit Com tra cui la divertente ma contestata Così Fan Tutte. Cosa risponde a chi l’ha giudicata volgare e contro le donne?
“E’ stato un grande successo. Non sappiamo ancora se ci sarà un seguito anche se a noi piacerebbe molto realizzarlo. Ci troviamo a dover lottare con il budget del 2010 che non sarà ai livelli dell’anno passato. Così fan tutte è partito in un orario che ha fatto molto discutere, poi in stagione è stato spostato alla mezzanotte del venerdì, una collocazione coperta negli altri giorni da serie e Chiambretti Night. E’ andata molto bene, ha superato il 16% di share e 1 milione 200mila telespettatori con punte anche del 18%. Per fortuna che almeno in seconda serata è stato capito.”
C’è stata molta polemica sulla presunta volgarità di alcune scene.
“L’intenzione non era andare contro le donne. Se poi qualche cosa è stata ritenuta esagerata, che è stata strumentalizzata e forse a noi ha fatto gioco perchè se ne è parlato molto sui giornali e in tv, è stata solo una piccola parte dell’intero prodotto. Se prendiamo il format Voulez le femmes, lì il non politically correct è ancora più marcato, noi l’abbiamo addirittura ammorbidito. Poi, interpretato da donne, scritto e inventato da donne, non voleva e non poteva essere un’offesa all’universo femminile. Questa è l’accusa che non accettiamo”.
Per quanto riguarda altre Sit Com, si parla spesso di Love Bugs 4. L’ultimo rumors dava Belen Rodriguez con Teo Mammucari, poi non se ne è fatto più niente.
“Si parla spesso di questo prodotto e qualche progetto c’è ma per adesso la nostra mission è quella di realizzare prodotti per la prima serata”.
Ci sono nuovi progetti di Sit Com all’orizzonte?
“Potenzialmente vorremmo sempre sperimentare prodotti nuovi, penso per esempio a Buona la Prima il cui esperimento alla terza stagione lo consideriamo finito. Con Ale e Franz stiamo parlando di altro, così come stiamo portando avanti dei progetti con Alessia Marcuzzi che si è dimostrata molto brava e ironica. E poi mi piacerebbe tornare a lavorare con Michelle Hunziker“.
Michelle, con la quale realizzaste forse la stagione di maggior successo di Love Bugs.
“Sì, con la Hunziker ci stiamo incontrando da parecchio tempo perchè lei ha una forte carica di comicità e ironia e stiamo studiando un progetto che possa coinvolgerla che vada bene a lei e a noi”.
Si era parlato tempo fa anche di Kumars con Teo Mammucari.
“Un fantastico prodotto, ma difficilissimo da realizzare. Non riusciamo a trovare il cast adatto, ha della caratteristiche complesse e poi è datato, di 7 anni fa. Un sit-talk in cui il protagonista conduce il suo programma televisivo nel giardino di casa propria. La madre per averlo vicino a sè infatti ha fatto costruire un set dove il figlio riceve ospiti importanti. La particolarità del format è che, mentre figlio e famiglia recitano un copione, i personaggi famosi intervengono interpretando loro stessi e senza nessuna scrittura. La difficoltà sta proprio nel trovare un cast che sia in grado di improvvisare”.
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