TG5 e il servizio sul Natale a L’Aquila nel dopo-sisma: la verità si può vedere da più lati?
I telegiornali sono le trasmissioni caposaldo delle televisioni, private o pubbliche che siano. Sono, non solo per l’informazione che danno, il termometro della democrazia di un paese, ma il pane quotidiano di chi cerca di capire cosa accade nella propria città o nel mondo. Pertanto, discutere di come sia stata data una notizia non è
I telegiornali sono le trasmissioni caposaldo delle televisioni, private o pubbliche che siano. Sono, non solo per l’informazione che danno, il termometro della democrazia di un paese, ma il pane quotidiano di chi cerca di capire cosa accade nella propria città o nel mondo. Pertanto, discutere di come sia stata data una notizia non è una scusa capziosa per fare politica ma un analisi di quanto ci viene propinato in tv.
Il 9 dicembre il TG5 nell’edizione delle 13,00 ha deciso di trattare la notizia relativa alla riapertura di alcuni negozi nel centro storico de L’Aquila e di non mostrare le immagini di un Consiglio comunale che si stava tenendo, nelle medesime ore, tra le macerie. Una riflessione va fatta prima di addentrarsi nei fatti: lo spettatore, un po’ come faceva già notare il Papa nella sua omelia dell’8 dicembre, è passivo e inerme davanti a un certo modo di fare televisione. Certe volte per capire cosa sia accaduto e per evitare il formarsi di pregiudizi, leggere molti giornali, consultare notizie su internet e ascoltare la radio e poi mettere assieme le informazioni per arrivare a ricostruire la notizia.
Dunque, il 9 dicembre Massimo Cialente il sindaco de L’Aquila ha tenuto il Consiglio comunale in Piazza palazzo, siamo in piena zona rossa, proprio di fronte al palazzo della sede inagibile del Comune, con un dichiarato obiettivo:
Mostrare all’Italia e al mondo qual è la vera condizione dell’Aquila.
La troupe del TG5 va a L’Aquila e decide di mostrare solo una parte delle immagini, quelle della riapertura di alcuni negozi del centro decidendo di ignorare l’appello del sindaco e del fatto che la protesta del Consiglio comunale e dunque dei cittadini de L’Aquila riguardi il fatto che in finanziaria non c’è alcuna proroga per i terremotati d’Abruzzo: da giugno 2010 dovranno restituire il 100% degli arretrati in 60 rate. A paragone, si consideri che per il sisma di Umbria e Marche fu chiesta una restituzione del 40% degli arretrati in 120 rate e dopo 12 anni.
Scrive Abruzzo 24ore:
Il valzer di interessi politici e mediatici intorno all’Aquila si balla su una piazza circondata da palazzi inagibili e colma di macerie: il Tg5 si dimentica anche di dire che, per convocare il Consiglio Comunale di oggi, il Sindaco ha dovuto firmare un’ordinanza speciale che autorizzasse l’ingresso in Piazza Palazzo, una piazza che è l’emblema di quell’Aquila che non viene mai mostrata in televisione. Quanto alla notizia che in Finanziaria fosse già prevista la sospensione delle tasse dei terremotati per il 2010 – come annunciato mesi fa da Bertolaso -, il sindaco dell’Aquila ha dichiarato che si tratta di una notizia non vera. Anche questo, nel servizio di Del Turco, non si diceva.
Il servizio del TG5Il servizio sul Consiglio comunale tra le macerie
Le proteste Di Stefania Pezzopane Presidente della Provincia de L’Aquila e l’annuncio della mobilitazione di ieri a Montecitorio.