Il calcio al servizio della TV: Chievo – Inter alle 12.30
La tv (o meglio, la pay tv) e il calcio: due mondi indissolubili. Non possono fare a meno l’una dell’altro, anche se in modi diversi. Per la televisione è un obbligo quello di svenarsi per acquistare i diritti per il calcio per non favorire l’eventuale concorrenza, per la nostra Serie A si tratta di una
La tv (o meglio, la pay tv) e il calcio: due mondi indissolubili. Non possono fare a meno l’una dell’altro, anche se in modi diversi. Per la televisione è un obbligo quello di svenarsi per acquistare i diritti per il calcio per non favorire l’eventuale concorrenza, per la nostra Serie A si tratta di una semplice questione di sopravvivenza dopo l’impazzimento (risalente ormai a più di 10 anni fa) degli ingaggi di calciatori sempre più logori e meno divertenti da vedere correre in campo.
I network cominciano a capire di avere, sempre di più, il coltello dalla parte del manico mentre il calcio ha bisogno costantemente di qualche soldo in più ed è disposto a tutto pur di far crescere gli introiti. Si partì con il solo “posticipo della domenica”, il primo a rompere la sacralità del calcio in contemporanea alla domenica pomeriggio. Poi è arrivato l’anticipo del sabato sera seguito dal doppio anticipo, ma non basta. Allora si è provato a piazzare una partita alle 13.30, ma pare non abbia funzionato.
Ecco allora “la partita delle 12.30“, primo esperimento fissato per oggi con Chievo – Inter alla ripresa dopo le vacanze natalizie. L’orario è insolito per la nostra Serie A, ma non per altri campionati di calcio europei più smaliziati, l’idea è quella di cominciare le grandi manovre in vista del “calcio spezzatino”: una giornata di campionato con le sue canoniche 10 partite spalmate in due giorni su 5-6 fasce orarie differenti. Massimizzare gli ascolti, l’interesse e il business è l’imperativo. Quando si romperà il giocattolo?