Home Notizie GURU: quando si riuniscono forse è meglio non esserci…

GURU: quando si riuniscono forse è meglio non esserci…

I giornali e le tv non hanno dato molto risalto all’incontro sul “servizio pubblico” (c’era solo gente Rai, se non vado errato) e su cosa si deve intendere quando si dice “tv di qualità”. L’incontro è avvenuto a cura del presidente della “commissione di vigilanza” (sulla Rai), Sergio Zavoli, storico protagonista di tante stagioni televisive,

pubblicato 22 Gennaio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 19:10


I giornali e le tv non hanno dato molto risalto all’incontro sul “servizio pubblico” (c’era solo gente Rai, se non vado errato) e su cosa si deve intendere quando si dice “tv di qualità”. L’incontro è avvenuto a cura del presidente della “commissione di vigilanza” (sulla Rai), Sergio Zavoli, storico protagonista di tante stagioni televisive, volenteroso presidente.

Io non ero presente. Ho cercato di documentarmi su internet ma non ho trovato molto, se non un breve resoconto dell’ Ansa ripreso, non senza ironia,da Dagospia.

Non mi meraviglio però del silenzio o del mezzo silenzio. Si tratta di un silenzio talvolta molto verboso- nelle riunioni di commissione e nelle polemiche allorchè si decide tra azienda e partiti di nomine- che denuncia quella che a prima vista si può far notare come una ormai vecchia crisi di idee.

Il concetto di “servizio pubblico”, al di là del “contratto di servizio” fra lo Stato e la Rai, si è fatto col tempo piuttosto astratto. Finchè c’era il monopolio della Rai nell’ambito (mercato) televisivo le cose potevano sembrare abbastanza chiare. Le istituzioni governative e parlamentari potevano trattare con i dirigenti, che nominava nei vertici, e raggiungere accordi in vista di fini generali. Ma, adesso?

La realtà sempre più aggressiva e intraprendente delle tv ha inghiottito la tv (e la radio) della Rai, Rai che deve nuotare in un mare nuovo, diverso, complicato, difficile, tempestoso.
In queste condizioni si possono affermare, come pare sia capitato nell’incontro in “vigilanza”, pareri, osservazioni, garbati o incantati (dall’impasse oggettivo) spunti polemici, persino qualche mozzicone di buone intenzioni e briciole di idee assennate, ma l’impressione è che serva qualcos’altro.
Peraltro, i Guru invitati erano i soliti, dentro e fuori la Rai, viziati da vecchi pregiudizi contro la Rai stessa o per contrasto viziati dalla incapacità di vedere che cosa è davvero successo, o sta succedendo. Non faccio i nomi. Erano la vivente dimostrazione di ritardi e di vuoti, o di velleità o addirittura di sogni, illusioni, chimere.
Fintanto che l’intero sistema non verrà delineato, sulla base di una realtà sempre più in movimento, da governare, il “servizio pubblico” potrà apparire una zattera dopo un naufragio ormai di lunga data, zattera con a bordo la “tv di qualità” che fa segni per richiamare l’attenzione dei soccorritori (chi?). Ecco il punto: la zattera con la superstite è lo spettacolo che vediamo.
Vorremmo dare una mano. Ci chiedono di fare l’abbonamento e di farci militarizzare nelle truppe dell’auditel. E’ sufficiente? Cari Guri sempre meno puri, sarete pur duri ma vi arrampicate sui muri (del risaputo); se continuate così, state sicuri che chi ha il potere vi fa neri magari ben pagati ma neri. E scusate l’ultima rima saltata.
Italo Moscati