Grande Fratello 10: Codacons scatenato per le troppe volgarità. Ma a chi fa comodo la bestemmia in tv?
La condanna della bestemmia nell’ambito di una trasmissione volgare come il Grande Fratello è, essa stessa, una bestemmia. L’apoteosi dell’ipocrisia, ecco, la quintessenza del paraculismo all’italiana: l’esegesi del “mettiamoci una mano sulla coscienza”. Naturalmente vige la libertà di pensiero: c’è chi può essersi sentito mortalmente offeso dall’uscita di Massimo Scattarella e a costui vada tutto
La condanna della bestemmia nell’ambito di una trasmissione volgare come il Grande Fratello è, essa stessa, una bestemmia. L’apoteosi dell’ipocrisia, ecco, la quintessenza del paraculismo all’italiana: l’esegesi del “mettiamoci una mano sulla coscienza”. Naturalmente vige la libertà di pensiero: c’è chi può essersi sentito mortalmente offeso dall’uscita di Massimo Scattarella e a costui vada tutto il rispetto possibile. Gli altri, però, cioè quelli che semmai gradivano la presenza dell’energumeno pugliese all’interno della Casa e non avevano nulla da ridire in riferimento a una bestemmia, tutti questi, è chiaro, sono stati discriminati. Il pluralismo, in certi casi, non può essere rispettato: ci sono gli inserzionisti, c’è il Vaticano, c’è il Paese intero, cioè l’Italia, una Repubblica fondata sul perbenismo e il falso in bilancio. Chi bestemmia non può restare in televisione.
Durissimo, in proposito, è stato l’onnipresente Codacons come spiegato dal presidente Carlo Rienzi che ci è andato giù meno sereno del solito:
“Come avvenuto nelle precedenti edizioni, anche stavolta siamo stati costretti a intervenire e sollecitare la giusta espulsione di un concorrente del GF. Ma questo episodio, unito all’infinità di parolacce pronunciate all’interno del reality, dimostra come la nostra televisione stia peggiorando, grazie a trasmissioni sempre più basate sul turpiloquio e sulle risse verbali. Non c’é solo la bestemmia del GF, ma esistono numerosi programmi televisivi che, pur di alzare l’audience, fomentano liti e risse verbali, generando un linguaggio televisivo sempre più volgare e allineato verso il basso. La singola parolaccia in tv può scappare e in determinati contesti può passare anche inosservata, ma oramai la degenerazione è tale che sulle reti televisive italiane un telespettatore è costretto a sentire una parolaccia ogni 20 minuti e un insulto addirittura ogni 8 minuti. Un record negativo che dovrebbe far riflettere gli autori delle varie trasmissioni”.
L’idea che uno potrebbe farsi è che gli autori suddetti ci riflettano eccome, attentamente, intorno a robuste scrivanie di ciliegio. L’idea che uno potrebbe farsi è che da codeste riunioni aziendali, da tali “brain storming” produttivi, venga fuori proprio il concetto per cui una bestemmia ogni tanto val bene una messa, soprattutto se questa messa è circondata di spot pubblicitari venduti al prezzo dei diamanti.