Aldo Busi all’Isola dei Famosi: motivazioni e incoerenze di un perfetto Scrittore
Non gradirebbe, Aldo Busi, la mia reticenza. Non mi perdonerebbe, lo strabiliante Scrittore, se mi azzardassi a dire che la sua partecipazione all’Isola dei Famosi fosse una brutta sconfitta dell’intelligenza e dell’istanza estetica di tutte le cose. Perciò proverò a non dirlo: anzi, proverò a dare una spiegazione del perché un autore del genere abbia
Non gradirebbe, Aldo Busi, la mia reticenza. Non mi perdonerebbe, lo strabiliante Scrittore, se mi azzardassi a dire che la sua partecipazione all’Isola dei Famosi fosse una brutta sconfitta dell’intelligenza e dell’istanza estetica di tutte le cose. Perciò proverò a non dirlo: anzi, proverò a dare una spiegazione del perché un autore del genere abbia accettato una proposta simile. Aldo Busi naufrago per Simona Ventura può sembrare una cosa semplicemente brutta che stride con la sua stessa capacità di dissacrare. Farsi vedere, come sarà, in mutande su una spiaggia a cavar noci di cocco, che cosa avrà a che fare mai con la letteratura e con la scrittura? Perfino la sua partecipazione ad Amici, qualche anno orsono, era sembrata più in linea con le sue direzioni: insegnava ai ragazzi e, con loro, ai telespettatori, la bellezza dei libri: era buffo, faceva ridere, ogni tanto si presentava in studio travestito. Ma quello era un mezzo, un mezzo televisivo, seppure da quattro soldi, per arrivare a un grande fine: questo fine era la “distribuzione della letteratura”, per dirla proprio con le sue parole. Aldo Busi è sempre stato uno fissato con la bellezza, con gli equilibri delle situazioni. Diceva lo Scrittore nel suo strambo e prezioso E io, che ho le rose fiorite anche d’inverno?: “Le api con le api, gli scarabei con gli scarabei, i rinoceronti con i rinoceronti, ma io con chi?”. Ecco, può forse essere “insieme ai naufraghi di un programma televisivo trash” la risposta a lungo cercata?
Aldo Busi ha allungato dietro di sé un grande filo rosso di pensiero, un filo rosso autentico e maledetto, distruttivo, triste e lucidissimo: la consapevolezza assoluta di essere capitato nel peggiore dei mondi vivibili, il mondo meno ricettivo tra i tanti che si sono succeduti, un mondo del tutto incapace di farsene qualcosa della sua parola letteraria. Scendere a patti, perché questo potrebbe sembrare, con la peggiore delle umanità possibili (sto esagerando), cioè quella del popolo dei reality show, è forse allora l’ennesima provocazione di questo strabiliante autore? Scriveva egli stesso in Nudo di Madre, un capolavoro moderno di pensiero e filosofia, oltre che di tecnica narrativa:
“Il colmo l’avremo poi quando lo Scrittore denuncerà addirittura se stesso e quelle che sono le sue magagne personali e civili: il suo grado di pericolosità a questo punto non è più calcolabile. Nel rivelare su di sé ciò che avrebbe potuto facilmente tenere nascosto, Egli, spogliandosi del finto divino per scendere all’umano spiccio, si proclamerà il Dio più temibile di tutti: l’uomo totale, un uomo cioè qualunque, l’esempio da prendere che per primo si rifiuta di dare. E totale sarà la guerra del sistema contro di Lui”.
Questo ha voluto fare Busi con la sua partecipazione all’Isola? “Scendere all’umano spiccio” per proclamarsi uomo totale, cioè uomo qualunque?
Lo voglio sperare: da appassionato, voglio credere che dietro tale decisione vi sia un progetto artistico importante. Non lo capirà nessuno, ma la comprensione, in questo mondo, non è più la discriminante. Lo Scrittore stesso non può più aspettarsi di essere compreso dal suo pubblico: lo Scrittore, in quanto tale, deve trovare la voglia e la forza di scrivere esclusivamente per se stesso, anzi per la sua Opera che gli sopravvivrà. La mia necessità di ricercare una motivazione “alta” in questa sua scelta “bassa” mi sembra l’inefficacia del dito che va a grattare la ferita. Tuttavia proseguo, perché questo è il mio lavoro di analisi. Scrive ancora Busi, nei suoi libri, nella sua opera che ho amato:
“Chi cade sotto un’egida ideologica, religiosa, industriale in quanto scrittore, decade come Scrittore. E’ diventato, sì, qualcuno e fors’anche Qualcuno, ma non è più quel nessuno di cui l’umanità ha un bisogno primario per restare almeno umana quel poco che è”.
Aldo Busi Scrittore asserisce che niente e nessuno, MAI, potrà togliergli quello che è veramente, cioè uno che Scrive. “La mia opera – dice lui – vive ritta sull’attenti davanti a se stessa. Uno scrittore mediocre diffonde intorno alla propria persona una rete di consensi mondani e personali allorché vuole creare stampelle di pubbliche relazioni a un’opera che zoppica”. Ecco cosa dice Aldo Busi ed ecco, forse, quello che lui sente intimamente di voler e poter fare partecipando all’Isola dei Famosi: rendersi a tal punto qualunque da non poter più concedere nemmeno un alibi alla sua opera. Che è tale e tale resterà, pure se l’autore andrà a farsi sputtanare in televisione mentre ammette di soffrire di emorroidi.
Chiudo, allora questo mio pensiero, che forse importerà a pochi ma che riguarda di certo uno dei fatti televisivi più curiosi e inediti della stagione in corso, citando nuovamente Busi, uno scrittore straordinario che anni orsono mi trasmise la passione per la scrittura (dice egli stesso, in proposito, e scusate se non c’entra niente, che “Il padre per quanto imperfetto di un perfetto Scrittore è costituito da tutti gli altri Scrittori, anche forestieri, che lo Scrittore si sceglie – unico tra gli umani, Egli si sceglie la paternità”), e questa citazione, dicevo, con cui vorrei chiudere tale pensiero, è la seguente:
“Nessuno che abbia problemi a fare tutt’uno pubblicamente col proprio corpo, bello o brutto che sia, giovane o vecchio che sia, o con la propria personalità, può essere uno Scrittore: perché lo Scrittore supera le paure dell’autore o del comune cittadino di non essere abbastanza conforme, abbastanza adeguato, abbastanza in ordine per presentarsi. Non è davanti al Giorno del Giudizio che devo presentarmi io, perché il Giorno del Giudizio sono io!”.
In bocca al lupo allo Scrittore Aldo Busi.
Che l’Isola gli sia lieve.