Sanremo hot – De Sica forfait: la Rai non ha comprato il film del figlio. Ferro non stava male, l’orchestra aizzata per copione. Cachet stellari: 120mila per Bonolis, 250mila per Ezralow
A una settimana dalla fine del ciclone Sanremo, è Vanity Fair a riesumare le verità più scomode, dai cachet di singoli artisti finora non emersi ai segreti del backstage più succulenti. Ad esempio Valerio Scanu ha passato il suo tempo libero dividendosi tra il suo chihuahua Miranda e la compagnia di Noemi nella sera prima
A una settimana dalla fine del ciclone Sanremo, è Vanity Fair a riesumare le verità più scomode, dai cachet di singoli artisti finora non emersi ai segreti del backstage più succulenti. Ad esempio Valerio Scanu ha passato il suo tempo libero dividendosi tra il suo chihuahua Miranda e la compagnia di Noemi nella sera prima del debutto: il vincitore di Sanremo è rimasto fino a tarda sera nella stanza d’albergo della “rivale” di X Factor… per darle una mano a tingersi i capelli di rosso.
Per Pupo ed Emanuele Filiberto di Savoia ci sono “dettagli” ben più scottanti. Stando al manager del Trio, Umberto Chiaramonte, la coppia dei Raccomandati, fra Tv, serate e live, vale 2.5 milioni di euro l’anno (per ora). Pare che il Principe non riesca proprio a stare lontano dai reality, al punto che potrebbe partecipare – vista la rinuncia all’Isola italiana – alla prossima edizione di Supervivientes, la versione spagnola. Da naufrago, of course. Lo stesso ha poi dichiarato sempre a Vanity che Italia, amore mio non rappresenta il suo genere (della serie, neanche il suo): lui è un tipo da Cure, Depeche Mode e Rolling Stones. Pupo, dal canto suo, è contento perché aveva scommesso mille euro su Scanu primo classificato. In più, fino a qualche anno fa, dice che aveva 3 milioni e 200 mila euro di debiti di gioco. Ora, grazie ai successi televisivi, li ha pagati tutti ed è di nuovo ricco.
Enrico Ruggeri, a proposito dei due, ha detto di aver sentito Francesco De Gregori per telefono, che gli ha detto di non attaccare più di tanto il Principe visto che è il primo dei Savoia a lavorare. In compenso, Ruggeri ha sparato a zero contro Laurenti:
“Dopo averlo sentito interpretare in quel modo Crazy, Little Thing Called Love dei Queen, noi cantanti in gara avremmo dovuto mandare tutti a cagare e tornarcene a casa. E’ stato un insulto. Anche Morgan è stato patetico. Se uno vuole fare l’artista maledetto non può andare da Bruno Vespa a chiedere scusa. Lou Reed non l’avrebbe mai fatto. Uno come Kurt Cobain si è sparato sul serio”.
Marco Mengoni, arrivato terzo, si è consolato con il Carnevale. Il cantante ha raccontato che a Ronciglione, il suo paese, hanno televotato tutti per lui e che, per onorare la sua vittoria a X Factor, gli hanno dedicato un carro con un suo pupazzone alto cinque metri, dotato di una giacca di paillettes.
A proposito dei cachet degli ospiti, sia quelli effettivamente sbarcati a Sanremo che quelli che hanno dato forfait….
Dicevamo, a proposito dei cachet, che Paolo Bonolis, per neanche mezz’ora di intervento con il fido Luca Laurenti, è costato alla Rai 120mila euro, l’equivalente del compenso del 2009 per la sola conduzione di ogni puntata del Festival. Claudio Baglioni ha ricevuto, invece, un “no, grazie” dopo aver chiesto 200mila euro. Mary J.Blige, per cantare Each Tear senza il suo gruppo, ha chiesto e ottenuto dalla Rai 60mila euro. Michelle Rodriguez, la star di Avatar, ha chiesto e ottenuto 48 mila euro.
E dire che l’avevano chiamata soprattutto per il duetto con Tiziano Ferro, sottrattosi all’impegno con un certificato medico che attestava la sua laringite. Peccato che, come riportato da Vanity, si sia inventato una balla: Ferro non stava male. Semplicemente, non ha voluto andare a Sanremo. La popstar era a Londra, pronta per festeggiare il suo trentesimo compleanno con i suoi amici. Pare che Ferro non avesse anche voglia di rispondere alle insinuazioni sulla sua sessualità avanzate da Cecchi Paone.
Come dimenticare Jennifer Lopez? Prima di arrivare a Sanremo, ha inviato alla Rai 22 pagine di richieste, che prevedevano tra le altre cose un centinaio di asciugamani di colore nero da mettere sul palco. Per averla la Rai ha speso 480 mila euro, tutto compreso. Bob Sinclar, invece, si è “accontentato” di soli 40 mila euro. A volerlo fortemente Eddy Martens, il fidanzato della Clerici: nonostante non avesse alcun ruolo nell’organizzazione ha fortemente influenzato la conduttrice.
Le ballerine del Moulin Rouge sono costate 70mila euro, il coreografo Daniel Ezralow ben 250mila euro per cinque serate, Dita Von Teese 50mila euro (per uno spogliarello seppur burlesque): qualche giorno dopo per andare a Quelli che il calcio ne ha chiesto 5mila e la trattativa non è andata in porto, perché l’entourage della Ventura voleva dargliene 3000.
Che ne è stato, invece di Christian De Sica? Ecco svelato l’arcano. L’attore avrebbe affiancato la Clerici per una serata molto volentieri e anche gratis… con un ricatto. La Rai avrebbe dovuto, in cambio con la sua partecipazione, acquistare un film del figlio Brando, prodotto dalla società di famiglia, alla modica cifra di 300 mila euro. De Sica ha anche chiesto l’assicurazione della messa in onda in prima serata e nel periodo di garanzia. La Rai non era interessata, di qui il forfait. Anche Biagio Antonacci ha rifiutato di fare l’ospite a Sanremo: sarebbe stato il terzo anno consecutivo e non gli andava.
Se la Clerici era imbalsamata nella prima puntata, non era però colpa di tutti questi brutti colpi. La conduttrice ha, infatti, fatto la volontà del suo compagno Eddy Martens, che per una sera la voleva proprio così.
Il giornalista Giorgio Dell’Arti scrive, invece, sulla protesta dell’Orchestra (e non solo):
“La regia occulta ha persino dato ordine agli orchestrali di indignarsi e di lanciare gli spartiti. Oltre che con diritto di lavoro, loro sono dipendenti Rai e fanno necessariamente quel che gli si dice. Infatti, mentre inscenavano la finta protesta, a cui i giornali hanno creduto, ridevano a crepapelle. Si voleva rappresentare la lotta della Destra contro gli intellettuali che si vedono poi smentiti dal popolo, il cui cuore palpita all’unisono con quello del governo. Su questa maccheronata è poi stato sparso l’insipido parmigiano di Maurizio Costanzo, che ha demagogicamente portato in video gli operai di Termini Imerese per raccogliere il più facile dei consensi su un questione, invece, drammaticamente difficile. Infine, a proposito di regole infrante, l’imbarazzante pistolotto di Lippi a favore del canto italiota di Pupo-Savoia oppure lo sproloquio concesso a Cocciante per reclamizzare uno spettacolo in cui ha le mani in pasta anche il direttore artistico del Festival Gian Marco Mazzi”.
Per non parlare di tutti gli altri costi. Se il Comune di Sanremo incassa 9 milioni di euro l’anno dalla Rai per l’esclusiva del Festival, pare che il giro di affari tra hotel, ristoranti e negozi vari, è di circa 11 milioni di euro. Ogni giurato dell’Ipsos ha ricevuto come ricordo una moneta d’oro dal valore di 60 euro, partendo dal presupposto che i giurati erano 600. Quanto alla cocaina, persino nel periodo del Festival “costa più cara”: 80 euro anziché 50 ogni mezzo grammo. Pare fosse disponibile a 100-150 metri in linea d’aria dall’Ariston, nella città vecchia.
Sanremo si è rifatto con la pubblicità: da 560mila euro a 1 milione per le telepromozioni, da 140 a 185mila per gli spot. Quanto alle “farfalle”, ovvero i micro passaggi, all’inizio delle interruzioni pubblicitarie, hanno reso dai 60 ai 324 mila euro.
Per concludere, qual è la società che gestiva il televoto, in comune ad X Factor? E’ la Neo Network Srl, acquistata dal gruppo Magnolia che è appunto quello di Giorgio Gori.