Corrado Augias e la sua composta protesta alla censura dell’informazione politica in Rai
Anche Corrado Augias, compostamente e garbatamente si unisce al coro delle proteste per quanto sta accadendo in queste ore, rispetto alle scelte della RAI di censurare i programmi di informazione politica, in nome della par condicio. La lettura del comunicato è andata in onda a sorpresa durante la puntata di ieri di Le Storie di
Anche Corrado Augias, compostamente e garbatamente si unisce al coro delle proteste per quanto sta accadendo in queste ore, rispetto alle scelte della RAI di censurare i programmi di informazione politica, in nome della par condicio. La lettura del comunicato è andata in onda a sorpresa durante la puntata di ieri di Le Storie di RaiTre.
A condurre, ognuno secondo il proprio temperamento, la battaglia per la libertà dell’informazione, i giornalisti. Oh bella! Si dirà! I giornalisti, proprio quegli stessi professionisti che in un modo o nell’altro andavano, fino a qualche giorno fa, a braccetto con quegli stessi politici che oggi gli stanno mettendo il bavaglio? Ebbene la corporazione dei giornalisti è una belva rara assai. E’ saccente, mercenaria, snob, acchiappatutto, ma non tollera che a mettere bavagli non sia uno della sua stessa razza (e spesso neanche quello, vedi il caso Maria Luisa Busi).
Stranamente i giornalisti avrebbero tollerano ingerenze da altri giornalisti, ma non dai politici. I giochi in tv si sono spinti oltre? E chi può dirlo? Chi dall’esterno di quella corporazione conosce gli equilibri messi in atto per tutelare, nonostante tutto, la libertà di informazione? Se non vi fosse stata libertà allora un provvedimento del genere non si sarebbe reso necessario. Dire oggi che la corporazione dei giornalisti è corrotta e ha contribuito all’attuale stato delle cose è dire una mezza verità. L’altra parte della verità è che i giornalisti hanno sempre fatto il loro mestiere sporcandosi le mani. E l’approvazione del decreto Milleproroghe che spazza via con effetto retroattivo dal 2009, emittenti e radio locali, togliendo loro, quelli che sono i normali rimborsi previsti per l’editoria, ne è la riprova, semmai ce ne fosse bisogno.
Ora non resta che attendere le prossime mosse di una corporazione che dopo anni di intorpidito abbuffamento sta scoprendo che deve nonostante tutto riprendersi il potere di dire la verità alla gente. E Corrado Augias, come moli altri ha iniziato a farlo con garbo.