Rai Per Una Notte – Michele Santoro chiede agli spettatori una sottoscrizione di 2,50 euro via Facebook
Michele Santoro si è accorto che realizzare una trasmissione speciale, stile Annozero, dal Paladozza di Bologna, costa caro. In termini meramente economici, stavolta, e non ideologici. Giovedì 25 marzo, abbiamo visto, verrà messa in onda questa storica puntata per la libertà d’informazione in Italia, probabilmente il Paese, tra quelli cosiddetti sviluppati, sul gradino morale più
Michele Santoro si è accorto che realizzare una trasmissione speciale, stile Annozero, dal Paladozza di Bologna, costa caro. In termini meramente economici, stavolta, e non ideologici. Giovedì 25 marzo, abbiamo visto, verrà messa in onda questa storica puntata per la libertà d’informazione in Italia, probabilmente il Paese, tra quelli cosiddetti sviluppati, sul gradino morale più basso possibile. Condurrà Santoro, ovviamente, il quale ha creato una pagina-evento su Facebook per catalizzare l’importanza di questo evento e, soprattutto, raccogliere fondi richiedendoli direttamente agli spettatori. Questo il testo:
“Cari amici,
per realizzare la manifestazione-trasmissione di giovedì 25 Marzo dal Paladozza di Bologna, giornalisti, cameraman, elettricisti e operai lavoreranno gratis.
Il volontariato, tuttavia, non basterà a coprire i costi necessari alla realizzazione dell’evento.
Vi chiedo perciò di contribuire donando 2 euro e 50 ciascuno e mi auguro che siate più di cinquantamila ad aiutarci a realizzare la nostra iniziativa.
Raggiungere questo obiettivo sarà la prima importante risposta alla censura. Fate dunque girare questo appello tra i vostri amici e ringraziateli da parte mia per il loro aiuto”.
Ognuno può pensarla come crede.
Personalmente condivido molto l’idea della puntata speciale, ma credo che non dovrebbe essere a carico del contribuente, già vessato dal canone Rai. Il plauso vada ai tecnici, ai cameraman e alla redazione, che lavorerà gratis per una puntata; ma i conduttori e i giornalisti, strapagati (e giustamente, attenzione: ogni singolo soldo che va a questi signori è legittimo e perfettamente in linea con le cifre relative al mondo della televisione) dalla stessa Rai, ecco trovo che dovrebbero essere loro, eventualmente, a sobbarcarsi gli oneri, in qualità di imprenditori di loro stessi e di mezzi autentici attraverso cui veicolare un grande messaggio di libertà.
L’iniziativa, comunque, sembra avere successo. Tra alti e bassi. Dopo il salto, qualche commento degli spettatori particolarmente significativo tra quelli arrivati alla stessa pagina.
“Io li donerei volentieri… Ma dopo un anno e mezzo senza trovare lavoro (ho perso casa e tante altre cose e ho due lauree) e sentendomi dire che sono una bambocciona e che non mi so adattare, io i miei soldi non li do a nessuno” (Rossella Bacchiocchi)
“Donato! E’ così che dovrebbe funzionare: giornalisti pagati da chi li segue e al servizio di quest’ultimi, non degli editori con conflitti d’interesse vergognosi o di aziende colluse con il potere (vedi la RAI)”. (Riccardo Romano)
“La maniera migliore sarebbero state le dimissioni di Santoro e di Floris…” (Denis La Commara)