Il censurato Bruno Vespa in sintonia con Berlusconi: tutta colpa di Santoro
Bruno Vespa, anche lui fra i “sospesi” della Rai, è d’accordo con il politico nel nome del quale il suo Porta a Porta è finito per rimanere incidentalmente chiuso per un mese. Il giornalista è convinto che la “restrizione della libertà” rappresentata dallo stop ai talk show politici non sia in fin dei conti responsabilità
Bruno Vespa, anche lui fra i “sospesi” della Rai, è d’accordo con il politico nel nome del quale il suo Porta a Porta è finito per rimanere incidentalmente chiuso per un mese. Il giornalista è convinto che la “restrizione della libertà” rappresentata dallo stop ai talk show politici non sia in fin dei conti responsabilità dalla maggioranza di governo, ma di Michele Santoro. Si tratterebbe, quindi, di una risposta sbagliata ad un problema reale causato dalla presenza di una trasmissione come Annozero nei palinsesti Rai. Queste le sue parole contenute in un’intervista rilasciata al settimanale Oggi:
Meglio i ‘pollai’ denunciati da Berlusconi che il silenzio. Gli spettatori sono adulti e responsabili e hanno diritto a formarsi un’opinione. Ma non saremmo onesti se non la dicessimo tutta. Come hanno dovuto riconoscere i corrispondenti stranieri che ci hanno convocato per studiare questo ‘caso italiano’, non esiste Paese al mondo in cui vadano in onda trasmissioni come Annozero che attaccano una sola parte politica. Finché Rai e Autorità di garanzia per le comunicazioni non riusciranno a farle rispettare da tutti, gli eccessi di libertà rischieranno di produrre un’inaccettabile compressione di libertà.
Vespa ha perfettamente compreso, anche alla luce dell’inchiesta di Trani sulle pressioni di Berlusconi per far chiudere Annozero, come la decisione della Vigilanza Rai di sospendere i programmi d’informazione fosse in realtà una strategia per zittire Santoro. Per il conduttore di Porta a Porta è sostanzialmente inevitabile dover sopportare il restringimento complessivo della libertà d’informazione, ma la colpa non è chi reprime, bensì del più ribelle fra i censurati che andrebbe posto fuori dall’agone democratico per i suoi “eccessi”.
Si tratta di un’interpretazione che traduce in termini espliciti la presa di posizione ribadita da Silvio Berlusconi in un’intervista telefonica al TG5, un altro intervento in poche ore dopo la presenza ad Uno Mattina di ieri (ma dov’è la par condicio quando serve?), quando è stato “sollecitato” a commentare il contenuto delle conversazioni con il commissario dell’Agcom Giancarlo Innocenzi:
E’ inaccettabile che Santoro faccia processi in tv senza dare nemmeno il diritto di difendersi, è un uso scandaloso e di parte della tv pubblica pagata da tutti i cittadini. Questo è il mio pensiero e se rendere noto il mio pensiero è un reato, sono fiero di commetterlo.