Home Rai 1 Sì al ritorno in tv di Piero Marrazzo: i direttori dei tre Tg nazionali danno il beneplacito

Sì al ritorno in tv di Piero Marrazzo: i direttori dei tre Tg nazionali danno il beneplacito

Una premessa: il sottoscritto trova che il signor Piero Marrazzo non abbia nulla di cui vergognarsi, sul piano strettamente privato, per quanto gli è capitato pubblicamente. Bene ha fatto a dimettersi e, per quanto mi riguarda, questo è quanto: siccome il privato è politico, l’ex Governatore del Lazio, sorpreso con transessuali, si è rimesso in

pubblicato 29 Marzo 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 17:10

Una premessa: il sottoscritto trova che il signor Piero Marrazzo non abbia nulla di cui vergognarsi, sul piano strettamente privato, per quanto gli è capitato pubblicamente. Bene ha fatto a dimettersi e, per quanto mi riguarda, questo è quanto: siccome il privato è politico, l’ex Governatore del Lazio, sorpreso con transessuali, si è rimesso in pari con l’ordine naturale delle cose rinunciando al suo incarico. Marrazzo, dunque, avrebbe, secondo il parere di chi scrive, tutto il diritto di essere reintegrato immediatamente in Rai, per esempio, come giornalista, come presentatore, qualsiasi cosa non riguardi la politica, ovviamente, settore della pubblica vita a cui il signor Marrazzo evidentemente, per motivi tutti suoi, non è portato.

Questa la premessa. E questo è quanto – sembra – sta per succedere. Infatti i direttori dei Tg, Mimum, Toti e Minzolini, hanno confermato a Tv, Sorrisi e Canzoni il loro “sì” al reintegro immediato di Marrazzo in Rai. Sembra, non a caso, che questa sia anche la direzione che da qui a breve prenderà anche la dirigenza di Viale Mazzini. Pensate, allora, adesso al paradosso: la Rai potrebbe reintegrare Piero Marrazzo – ribadisco: cosa legittima – a fronte della radiazione, per esempio, di Aldo Busi. Ribadisco ancora: per me entrambi dovrebbero fare il diavolo che vogliono, nel rispetto della legge, comparire in televisione per il bene loro e nostro. Però succede che uno crei scandalo perché suggerisce che l’omofobo medio è un omosessuale represso, facendo mai il nome del Papa o chi per lui; l’altro, trovato in compagnia di transessuali, facendo anche uso – sembra, si dice, così si legge – di sostanze stupefacenti, verrà probabilmente reintegrato. Tutto questo in un paese laico, qual è l’Italia. Solo sfiorando il concetto dell’icona papale, nemmeno nominandola in realtà, solo accennandovi, ci si guadagna – sembra – l’esilio morale.

Dice il direttore del Tg5 Mimum:

”Marrazzo ha lavorato con me al Tg2 ed era un ottimo giornalista. Fare il giornalista è il suo lavoro, così come è stato quello del suo papà, l’indimenticabile Giò”.

Minzolini (Tg1):

“Marrazzo in questa storia è più una vittima che un colpevole. Semmai ho dei dubbi sul fatto che un giornalista che si dà alla politica possa tornare poi a fare il giornalista: ma questo è un fenomeno ricorrente a sinistra”.

Stesso concetto espresso dal direttore di Studio Aperto Giovanni Toti:

“Ritengo sia giusto che rientri perché lo prevede la legge . Marrazzo è una vittima e non è accusato di nulla. Sempre che, dalle indagini ancora in corso, non emergano responsabilità a suo carico”.

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