Home Chi ha incastrato Peter Pan Ciao Darwin 6: Sonia Bruganelli, moglie di Paolo Bonolis, svela i segreti dei casting a TvBlog: “Concorrenti attori? I personaggi con Paolo non funzionano”

Ciao Darwin 6: Sonia Bruganelli, moglie di Paolo Bonolis, svela i segreti dei casting a TvBlog: “Concorrenti attori? I personaggi con Paolo non funzionano”

“Non mi piacciono programmi con bambini che cantano tipo ‘Ti lascio una canzone’ o ‘Io Canto’, ma non vieterei ai miei figli di partecipare“Ogni venerdì su Canale 5 va in onda con straordinario successo di ascolto (oltre 7 mln e il 32%) Ciao Darwin 6 – La Regressione, il varietà ideato e condotto da Paolo

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pubblicato 3 Maggio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 16:08

Non mi piacciono programmi con bambini che cantano tipo ‘Ti lascio una canzone’ o ‘Io Canto’, ma non vieterei ai miei figli di partecipare

Ogni venerdì su Canale 5 va in onda con straordinario successo di ascolto (oltre 7 mln e il 32%) Ciao Darwin 6 – La Regressione, il varietà ideato e condotto da Paolo Bonolis (con Stefano Magnaghi) con la partecipazione di Luca Laurenti. A curare questo grande universo di generi umani che popola il programma è Sonia Bruganelli, moglie del conduttore, che con la sua società SDL2005 si occupa dei casting anche sei mesi prima dall’inizio della trasmissione. Sonia, nell’intervista esclusiva che abbiamo realizzato il giorno dopo le registrazione della prossima puntata di “Ciao Darwin”, esprime anche da mamma un proprio parere su programmi quali “Ti lascio una canzone” o “Io Canto“. E su Paolo Bonolis al “Grande Fratello” dice…

Lei si occupa del casting di “Ciao Darwin”. In che consiste esattamente il suo lavoro?

“Seguo sostanzialmente l’organizzazione dei casting, perché poi fisicamente ci sono delle persone che lo fanno per conto della mia società, la SDL2005. Quando parlo di casting intendo tutto, da quello di Madre Natura, agli attori di ‘A spasso nel tempo’, ai ballerini, ai concorrenti insomma a tutto ciò che riguarda il genere umano che si aggira nella trasmissione. Un lavoro che inizia mesi prima della partenza di ‘Darwin’ e che viene messo a punto quando parte la produzione vera e propria”.

Come avviene il reclutamento dei concorrenti? Quali sono i criteri sui quali vi basate?

“Vediamo molte persone, spesso le andiamo a trovare direttamente a casa, perché sono pochi quelli che arrivano in trasmissione tramite i crawl che passano in sovraimpressione. Li selezioniamo anche sei mesi prima sulla base delle categorie che gli autori si inventano (sempre più strane e sempre più particolari proprio per non ripetersi ogni volta) e, a ridosso della messa in onda li richiamiamo. Spesso la difficoltà arriva proprio in quel momento, poiché può capitare che ci si trovi di fronte a gente diversa rispetto a quella provinata: fisico cambiato, acconciature diverse, in una situazione emotiva differente o in preda al panico di apparire. Salvo eccezioni, la maggior parte di loro fa per la prima volta televisione e si ritrova in un mondo come quello di ‘Darwin’ che in un certo senso li confonde. All’inizio arrivano motivati, poi in scena si fanno prendere dall’ansia e danno forfait. Per fortuna ci teniamo sempre una decina di riserve per qualunque evenienza”.

Una delle domande che molti si fanno su “Ciao Darwin”, è quanto ci sia di reale e quanto di costruito, di scritto da copione per ciò che riguarda i concorrenti. Ce lo può svelare?

“Da copione c’è solo il casting dei concorrenti”.

Veronica Ciardi a Ciao Darwin sfilata in intimo
Ciao Darwin 6 - Padania contro Mezzogiorno - Defilée
Ciao Darwin 6 - Amor sacro vs Amor Profano - Defileè
Ciao Darwin 6 - Miseria vs Nobiltà (da www.ciaodarwin.mediaset.it)

Sonia Bruganelli con Paolo Bonolis a VerissimoMa il concorrente non viene scelto attraverso la casualità di Madre Natura?

“Sì, infatti la scelta è assolutamente casuale. Ma all’interno di ogni squadra, logicamente, inseriamo delle belle donne e dei begli uomini perché servono per il defilèe, oppure selezioniamo persone che sappiano cantare, andiamo alla ricerca di qualcuno che sia prestante fisicamente per la prova del Genodrome, o ancora cerchiamo individui buffi e sopra le righe. Anche per la prova di coraggio, per esempio, in ogni squadra inseriamo una decina di concorrenti che potrebbero affrontarla, ma la scelta finale è sempre affidata alla casualità della sfera che aziona Madre Natura”.

E per quanto concerne A Spasso nel Tempo? A volte si notano personaggi talmente strani da farli sembrare quasi irreali.

“In realtà nelle ultime puntate sta accadendo il contrario. Dalla casualità escono delle persone che non sempre sono astruse o fuori dalle righe, ma poi all’interno di quel contesto diventano tutt’altro. Nell’ultima puntata che abbiamo registrato, una delle concorrenti era un’insegnante eppure là dentro non si ricordava assolutamente nulla dovendo rispondere a domande elementari in condizioni particolari come poi vedrete in onda. Tra l’altro, dove sono loro c’è un forte rumore e spesso neppure sentono bene quello che dice Paolo, che li incalza continuamente. Se a questo aggiunge i colori, le luci, le comparse, fra le quali bellissime ragazze, e i suggerimenti sbagliati che fra loro si scambiano … Dopo 20 minuti anche il più serio e preparato lì dentro non ci capisce più nulla!!”. (ride ndr)

Togliamo quindi ogni dubbio sul fatto che questi concorrenti possano essere attori?

“Se fossero attori sarebbero da Premio Oscar! Tra le altre cose noi nei nostri casting cerchiamo di evitare i cosiddetti personaggi perché con Paolo non funzionano. I caratteri troppo forti a livello di personalità, i protagonisti, tendiamo a scartarli”.

Tra le categorie quest’anno ha dovuto selezionare concorrenti per quelle dei Miserabili o dei LochNess. Come è stato fatto il provino? Sicuramente è più facile cercare Umani oppure dei Nobili, dove basta fare una ricerca araldica.

“I nostri provini sono a tema, cercando i vari protagonisti per le singole categorie. Per i Lochness per esempio siamo andati a cercare prima di tutto chi si è dichiarato così, nei Club dei Brutti, Miss Cicciona o Ciccione. E’ successo poi che nel casting si siano presentati altri 20-30 non richiesti effettivamente brutti e di fatto perfetti per la categoria; ecco, la difficoltà maggiore è stata convincerli a partecipare e a scontrarsi con belli e fisicati e in secondo luogo a far capire loro cosa fosse Lochness. Più della metà della squadra non sapeva neppure di cosa stessimo parlando”.

Per quanto riguarda invece le prove di coraggio, ci sono quelli temerari e quelli che non se la sentono e non accettano. Più facile il casting in questo caso?

“Diciamo subito che chi fa questa prova deve essere assicurato ed avere un certificato medico di sana e robusta costituzione. Quando arrivano da noi l’autore di riferimento racconta loro in linea di massima quale sia la caratteristica della prova: altezza, fuoco, velocità ecc Evidentemente chi soffre di vertigini se a random viene chiamato a partecipare ad una prova che prevede l’altezza comunque dice di no!”

Ha letto l’editoriale di Alfonso Signorini su “Tv Sorrisi e Canzoni”? Ha definito la puntata Aldilà vs Aldiqua blasfema. E’ d’accordo con lui?

“Effettivamente ho avuto un po’ di difficoltà anch’io per la scelta del caposquadra dell’Aldilà. Concordo con Signorini sul fatto che Paolo Brosio, in quel contesto scanzonato e pittoresco, per evitare di entrare troppo nel religioso, non era molto indicato. Lui è in una fase della sua vita dove il suo Aldilà lo vive con estrema serietà. Detto questo, nulla da dire sul tema in sè, visto che in tanti anni ‘Darwin’ si è occupato di neri contro bianchi, omosessuali contro eterosessuali e nulla vietava di affrontare anche questo!”.

Adele BonolisCambiamo argomento. Oltre ai casting di “Ciao Darwin”, lei si occupa anche di quelli di “Chi ha incastrato Peter Pan”. Qual è il più semplice tra i due?

“Sicuramente ‘Darwin’ perché sono persone adulte con una loro personalità. I bambini da 2 a 4 mesi cambiano completamente. E poi è difficile entrare nell’ottica di un bambino: si deve fidare di te, il casting in questo caso è una sorta di accompagnamento, non è che accendiamo la telecamera e il bambino parla. Spesso piange, si annoia, oppure entra la mamma o magari è condizionato da quello che gli dice il genitore prima. Tendenzialmente per ‘Peter pan’ si fa un doppio casting: uno alla famiglia e uno al piccolo. Poi la difficoltà maggiore è la gestione durante la puntata. Quando arrivano gli ospiti per esempio, in tv vanno in onda 10 minuti ma Paolo ne fa anche 30 perché prima che siano così sicuri di loro ne passa del tempo. I piccoli all’inizio sono scettici, si devono fidare di te prima di parlare. Questo almeno per le prime puntate, poi più avanti accade l’effetto contrario, si rivedono in tv e iniziano a diventare un’altra cosa. In quel caso per noi è troppo, non vogliamo che diventino personaggi e tendiamo a sostituirli in corsa”.

A proposito di questo, da mamma cosa pensa del successo dei programmi con i bambini? Da “Bravo Bravissimo” a “Peter Pan” a “Ti lascio una canzone” a “Io Canto” sembra che la tv non possa fare a meno di loro.

“Diciamo che sono programmi diversi. Nel nostro il bambino fa il bambino, è quasi un varietà. Dentro a ‘Io Canto’, ‘Ti lascio una canzone’ o ‘Bravo Bravissimo’ il bambino lo è solo all’anagrafe perché tira fuori delle capacità degne di un adulto. Personalmente non è un genere che mi fa impazzire, anche se non ho nulla contro questi programmi. Il motivo dell’utilizzo dei minori nei programmi forse consente di evitare urla, strepiti e volgarità. Un bambino in televisione è di fatto una garanzia di serenità”.

Quindi non manderebbe i suoi figli in un talent show?

“Tutt’altro. Se mia figlia sapesse cantare o ballare e mi dicesse che vuole andare in queste trasmissioni ce la porterei. Come spettatrice non mi entusiasmano questi programmi, ma non precluderei mai ai miei figli la possibilità di andarci qualora volessero. Tra l’altro in tutte queste trasmissioni i bambini sono trattati da tali e non da adulti: rimango stranita più che altro quando sento un 12enne cantare la lirica come Pavarotti”.

Ciao Darwin 6 - La RegressioneIn passato lei ha fatto anche l’opinionista. Lo rifarebbe?

“Sono molto grata a Paola Perego per quello che mi ha fatto fare. A me i reality piacciono tanto però mi sono accorta che in quel contesto della ‘Fattoria’ ero in un certo senso fuori luogo. Io non amo urlare, non amo espormi, non mi piace attirare l’attenzione su di me rispetto ad altri. Di fatto in un reality dell’opinione dell’opinionista non interessa niente a nessuno, vuole vedere le dinamiche, le provocazioni, le discussioni, cose che non mi appartengono. Mi sono comunque divertita moltissimo ma non so se lo rifarei”.

E se dovesse fare il casting per il “Grande Fratello” come lo farebbe?

“In realtà è già successo. Alcuni dei personaggi che abbiamo scelto per ‘Ciao Darwin’ o per ‘Distraction’, poi sono andati al ‘Grande Fratello’. Ricordo per esempio che Melita Toniolo, che sarà la capitana della categoria Domani contro Ieri che vedrete nella prossima puntata, è apparsa in tv grazie alla nostra selezione nella prima edizione di ‘Distraction’ in qualità di concorrente”.

Abbiamo visto in una delle puntate di questa edizione del GF Paolo Bonolis, bravissimo a destreggiarsi con i concorrenti. Lo convincerebbe, qualora non fosse di nuovo Alessia Marcuzzi, a presentarlo?

“A me piacerebbe molto vederlo condurre il GF ma non credo lo potrebbe fare. Così come io ho avuto problemi a fare l’opinionista, lui non c’entra proprio niente con i reality. Il ‘Grande Fratello’ ha un format così forte e chiuso che non gli consentirebbe di improvvisare come sa fare lui. Paolo tende a mettere molta parte di sé in ogni cosa che fa e credo che in un reality come questo sarebbe troppo frenato. Farebbe impazzire gli autori, eliminerebbe filmati, ricongiungimenti e tutto ciò che fa emozione. Proprio i cardini del ‘Grande Fratello’. Certo, per tutti sarebbe divertente vederlo condurre il reality, ma non credo sarebbe utile al format. Lasciamogli fare quello che sa fare e bene”.

La ringrazio della disponibilità a raccontarci i segreti di “Ciao Darwin” e da parte di TvBlog, buon proseguimento per il suo lavoro.
Michele Biondi

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