Home Canale 5 Italia’s got talent – Talenti e meno talenti fra i primi sei finalisti

Italia’s got talent – Talenti e meno talenti fra i primi sei finalisti

La prima diretta di Italia’s Got Talent ha già avuto il suo verdetto degli ascolti, ma mi piaceva trarre un bilancio della serata, indipendentemente dai numeri.Globalmente, la serata è stata gradevole. Ma la diretta, secondo il sottoscritto, invece di far aumentare l’adrenalina non giova al programma, anche se il ritmo era buono. L’unico a continuare

pubblicato 4 Maggio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 16:06


La prima diretta di Italia’s Got Talent ha già avuto il suo verdetto degli ascolti, ma mi piaceva trarre un bilancio della serata, indipendentemente dai numeri.

Globalmente, la serata è stata gradevole. Ma la diretta, secondo il sottoscritto, invece di far aumentare l’adrenalina non giova al programma, anche se il ritmo era buono. L’unico a continuare col buzz, come se niente fosse, è stato Rudy Zerbi, ma globalmente era chiaro che le esibizioni dovessero arrivare fino alla fine. Infine, personalmente preferivo il duo Annicchiarico-Geppi nel retropalco. Ma la diretta richiede un conduttore tradizionale, per forma mentis.

Giocoforza, anche i piani d’ascolto dei tre giurati erano meno presenti, perché senza la possibilità di montare le esibizioni non si può insistere troppo col rischio di perdersi qualche momento fondamentale. Veniamo ai sei finalisti:
Note di Sabbia, Alfredo Marasco, Federico Fattinger, Aldo Nicolini, Carmen Masola e Regina.

Affidarsi al televoto per gruppi e poi ai ballottaggi espone a rischi. E così ci troviamo dentro il chitarrista Marasco, che sinceramente non mi ha impressionato, e fuori il piccolo Christian – cui Maria, dovendo scegliere, ha preferito Fattinger per questioni anagrafiche e di possibilità future, rischiando di suscitar il pianto del bimbo -, dentro i Regina – che sono, tutto sommato, una buona tribute band e nulla di più – e fuori il genio cinestetico di Cico e il duo Casadei-Colli.



Per il resto, appunto, ho amato molto il format nelle sue versioni non-live e trovo che il live non aiuti affatto, anzi, appesantisca. Anche perché ci priva dei siparietti più divertenti che si possono giocare in post-produzione.

E’ chiaro, in Italia c’è la cultura della diretta. Chissà, forse un giorno passerà.

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