Home Ciao Darwin Paolo Bonolis reloaded, tra Il Senso della vita e il Festival di Canale 5 con la De Filippi

Paolo Bonolis reloaded, tra Il Senso della vita e il Festival di Canale 5 con la De Filippi

Paolo Bonolis ha avuto per un anno un rapporto “passivo” con Mediaset, rimettendosi diligentemente alle priorità commerciali dell’azienda. Dal prossimo autunno dovrebbe essere lui a dettare le condizioni: in un’interessante intervista a Il Messaggero, c’è già il suo piano di guerra, a colpi di novità e tv di qualità:“La rete non è mia e ha

pubblicato 7 Maggio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 16:00


Paolo Bonolis ha avuto per un anno un rapporto “passivo” con Mediaset, rimettendosi diligentemente alle priorità commerciali dell’azienda. Dal prossimo autunno dovrebbe essere lui a dettare le condizioni: in un’interessante intervista a Il Messaggero, c’è già il suo piano di guerra, a colpi di novità e tv di qualità:

“La rete non è mia e ha le sue strategie. Quanto a me, si sa che volevo fare Il senso della vita. C’è una promessa per rifarlo. Non resta che vedere se quanto detto corrisponde alla realtà. Il patto è questo. Comunque c’è un altro anno di contratto. Non ho la minima intenzione di essere schiavo di una gabbia dorata. Quando sono tornato in Rai prendevo un settimo di quello che mi dava Mediaset”.

Insomma, il buon Paolino inizia a mettere le mani avanti: se l’anno prossimo il Biscione non gli consentirà di sperimentare – anche a discapito degli ascolti – potrebbe dargli nuovamente filo da torcere passando alla concorrenza. D’altronde, a Bonolis va dato atto di essere l’unico ad aver sfondato davvero il muro dell’Auditel, visto che Peter Pan e Darwin sono gli unici varietà di questa stagione ad aver raggiunto la soglia dei 7.000.000 e del 30% (Sanremo a parte, le stesse regine Antonella Clerici e Maria De Filippi non sono mai arrivate a tanto quest’anno).

Dunque, per la prossima stagione Bonolis confida nel ritorno del Senso della vita in collocazione domenicale, ma anticipato alle 21.30 sino a mezzanotte. Il conduttore la considera “una posizione ibrida”, di tarda prima serata. Peccato che, invece, risulterebbe un prime time a tutti gli effetti, posizionato contro le temibili fiction di RaiUno:

“Non capisco quali timori ci possano essere. E poi penso che a Canale 5 torni utile, piuttosto che fare il 18 per cento con programmi senza contenuti. O, peggio ancora, puntando su qualcosa che già sai che andrà male invece che tentare una strada nuova. Ricordo, per la cronaca, che Il Senso della vita ha chiuso al 34 per cento. E poi non si può pensare solo agli ascolti”.

A questo punto il giornalista Marco Molendini gli ricorda che per Darwin la legittimazione dell’Auditel è fondamentale, per lasciare campo libero al guardonismo e ai toni forti:

“Ciao Darwin è andato bene perché c’è grande professionalità e attenzione da parte di chi ci lavora nella sua confezione, nella scrittura, nelle scene e nei costumi. Non è ipocrita e non politicamente corretto, ha il gusto del grottesco. E’ addirittura un programma molto raffinato, dalla doppia lettura, capace di infilare strali sinistri come la frase ‘italiani, voi che avete smesso di essere un popolo per essere un pubblico’, o di lanciare promo coraggiosi e, in fondo, di essere una sorta di specchio deformante di quello che succede nella tv di oggi. Ovvero un assemblaggio di idee altrui. Chi fa tv, produttori, dirigenti, conduttori, autori, vivono una situazione privilegiata: chi glielo fa fare di imbarcarsi in qualcosa che gli può far perdere quel privilegio? Ora Darwin merita un lungo riposo. E non è un epitaffio ma una ricetta”.

L’incantatore Bonolis non perde mai l’occasione di avere ragione. Non per questo sta per unire le sue forze a quelle dell’altra vecchia volpe della televisione commerciale, Maria De Filippi. Il loro progetto di fare insieme “i Grammy” è ancora aperto, anche se è più indicato parlare di una serata-evento per celebrare il meglio di un anno di musica:

“Quando ci siamo incontrati per parlarne ho buttato lì quattro idee, tanto per non rischiare di fare la recita di fine anno. Ci stiamo lavorando, vedremo”.

La collocazione dovrebbe essere quella di inizio 2011. E una domanda sorge spontanea. Oltre ad anticipare l’effetto Sanremo, la De Filippi non starà pensando a un’alternativa fatta in casa, per arrestare l’indigesto monopolio dei suoi Amici sulla storica kermesse Rai?

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