Santoro resta in Rai: “Io denigrato”
Michele Santoro resterà in Rai e lo farà alle attuali condizioni: un contratto da direttore, 700 mila euro lordi di retribuzione e la garanzia di una trasmissione d’attualità in prima serata su RaiDue grazie alla famosa sentenza d’appello. Salta così l’accordo confezionato in una trattativa fra il DG Masi e lo stesso Santoro che aveva
Michele Santoro resterà in Rai e lo farà alle attuali condizioni: un contratto da direttore, 700 mila euro lordi di retribuzione e la garanzia di una trasmissione d’attualità in prima serata su RaiDue grazie alla famosa sentenza d’appello. Salta così l’accordo confezionato in una trattativa fra il DG Masi e lo stesso Santoro che aveva già ricevuto la prima approvazione del Cda e che prevedeva l’uscita dagli organici della Rai, una buonuscita da 2.5 mln di euro e altri 7.5 milioni per la realizzazione di alcune docu-fiction. La tv di stato voleva che questo contratto prevedesse l’esclusiva, impedendo al conduttore di lavorare su altre reti televisive, sul punto c’erano perplessità da parte dell’autore di Annozero.
Santoro si tira indietro proprio perché si ritiene denigrato dalla divulgazione dei dettagli di questo pre-accordo:
Le continue fughe di notizie hanno violato l’impegno di riservatezza indispensabile per un possibile accordo con la Rai favorendo interpretazioni fantasiose lesive della mia immagine. Trasmissioni televisive della Rai hanno potuto entrare nel merito di una trattativa in corso d’opera con un profilo denigratorio dei miei comportamenti di professionista (ndr si riferisce a Porta a Porta che ha ospitato l’attacco di Vespa a lui e a Fazio). Non era mai avvenuto in precedenza. In questa situazione non ha alcun senso continuare a immaginare cambiamenti il cui scopo fondamentale era soltanto porre fine ad una vertenza giudiziaria e progettare nuovi format nell’interesse della Rai e del pubblico.
Dovendo Masi passare per il Cda era difficile mantenere “segreti” i dettagli dell’accordo, ma Santoro si sente danneggiato e ha deciso di non proseguire sulla strada del disimpegno. La posizione del conduttore è, a mio parere, piuttosto confusa e giunge dopo che era appena giunta una risposta al suo infuocato appello di giovedì scorso, quella del Presidente Garimberti.
Non voglio influenzare in alcuna maniera, ma resto dell’opinione che Santoro deve restare in Rai, nella formula consueta o in un’altra che sarà definita. Quando Santoro mi ha parlato della sua trattativa gli ho detto, per me sei una grande risorsa della Rai. Se tu decidi di continuare, io ti aiuterò e difenderò il tuo diritto a farlo.
Non è quindi vero che nessuno voleva che Santoro rimanesse con il suo Annozero, senza togliere che nessuno gli vieta di sfruttare lo spazio in prima serata anche modificando la formula del programma per andare nella direzione delle famose docu-fiction. L’unico rischio è che il ricorso presentato dalla Rai in Cassazione contro la sentenza-scudo venga accolto.
La conclusione della vicenda, ammesso sia questa, è certamente positiva per il pubblico, che potrà continuare a godere di un grande protagonista dei palinsesti in una collocazione di prim’ordine e per l’azienda stessa che non si svenerà per mettere sostanzialmente da parte (con evidenti motivazioni di natura politica) un conduttore che garantisce uno share intorno al 20% su una rete debole come Raidue.