Home Il paradosso Ruffini – la nota legale della Rai: “Gli saranno assegnati incarichi equivalenti”

Il paradosso Ruffini – la nota legale della Rai: “Gli saranno assegnati incarichi equivalenti”

Che pasticciaccio brutto, questo del reintegro dell’ex direttore di RaiTre Paolo Ruffini. Della decisione del giudice del lavoro del Tribunale di Roma – che ha accolto il ricorso presentato da Ruffini dopo la sua sostituzione con Antonio Di Bella deliberata dal Cda il 25 novembre del 2009 – abbiamo già parlato diffusamente. Trascorsi un paio

29 Maggio 2010 10:41

Il paradosso Ruffini - la nota legale della Rai: "Gli saranno assegnati incarichi equivalenti"Che pasticciaccio brutto, questo del reintegro dell’ex direttore di RaiTre Paolo Ruffini. Della decisione del giudice del lavoro del Tribunale di Roma – che ha accolto il ricorso presentato da Ruffini dopo la sua sostituzione con Antonio Di Bella deliberata dal Cda il 25 novembre del 2009 – abbiamo già parlato diffusamente. Trascorsi un paio di giorni, la situazione in seno alla Rai non s’è chiarita granché col “povero” Ruffini riabilitato a lavorare ma con un direttore nuovo – Di Bella – legittimamente destinato a rimanere al suo posto (tra l’altro con pieni meriti).

In una nota, l’ufficio legale della Rai ha disposto la seguente comunicazione:

“Avendo l’ordinanza disposto l’adibizione del dott. Ruffini all’attività lavorativa come dirigente editoriale direttore di Rai 3 con assegnazione delle mansioni svolte prima del 25/11/2009 sino all’assegnazione di mansioni equivalenti, la Rai si riserva, fermo restando il reclamo che sarà immediatamente proposto, di individuare le soluzioni idonee a conferire al dott. Ruffini incarichi equivalenti a quello di Direttore di Rai 3”.

Tale nota, in chiaro linguaggio burocratese, ma comunque cristallina (bisogna, in qualche modo, sistemare Ruffini in maniera idonea a quella occupata precedentemente, senza smuovere Di Bella), è stata redatta da Claudio Scognamiglio, che assiste la Rai nella vicenda. Si sottolinea drasticamente come lo stesso direttore Di Bella non sia “mai stato citato in giudizio” e dunque non rischi niente. Uscirne in maniera coerente sarà dura.

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