RaiDue – via Liofredi, dentro la Petruni?
Voci di avvicendamento pesanti, in vista del cda RAI di domani – della prossima, daremo conto fra poco -, che riguardano nientemeno che RaiDue. Già, perché l’attuale direttore Massimo Liofredi (già capostruttura di RaiUno durante la direzione di Fabrizio Del Noce, poi subentrato alla direzione del secondo canale quando Antonio Marano divenne vicedirettore generale della
Voci di avvicendamento pesanti, in vista del cda RAI di domani – della prossima, daremo conto fra poco -, che riguardano nientemeno che RaiDue.
Già, perché l’attuale direttore Massimo Liofredi (già capostruttura di RaiUno durante la direzione di Fabrizio Del Noce, poi subentrato alla direzione del secondo canale quando Antonio Marano divenne vicedirettore generale della RAI) sarebbe in odor di sostituzione. Al suo posto, le voci insistenti vorrebbero Susanna Petruni (attualmente in forza al Tg1. Per la cronaca, il 7 aprile 2009, fu proprio lei a esaltare lo share del Tg1 in seguito allo speciale dedicato al terremoto dell’Aquila).
Non è la prima volta che si parla di una sostituzione per Liofredi. Ad aprile si disse che avrebbe potuto essere sostituito da Gianvito Lomaglio, ma non se ne fece nulla.
In un’intervista a KlausCondicio (di cui si da conto più approfonditamente in questo post), Alessio Gorla (consigliere RAI in quota centrodestra) dichiara:
Un cambio di direzione a Rai 2 non è però conseguenza di un palinsesto che non corrisponde al target che gli è stato assegnato, bensì è dovuto ad altre logiche. Detto questo, non smentisco che entro breve possa avvenire.
E visto che non si smentisce, Liofredi corre ai ripari preventivi.
E afferma che è pronto a seguire la strada di Paolo Ruffini per chiedere il reintegro.
Fra le altre cose, il direttore di RaiDue dichiara a Repubblica:
Quando Berlusconi mi chiamò per darmi la guida di RaiDue, non mi chiese niente. Disse solo: “Massimo, fai una buona televisione”. Se mi avesse chiesto di fare il censore non avrei mai accettato.
Certo, Liofredi si teneva in casa il “problema” Santoro. E ora, tocca vedere cosa accadrà. Anche perché tutta la vicenda ha il sapore di un regolamento di conti interno.
Ma non è detto che le voci trovino conferma.