The Prisoner, il remake della serie degli anni ’60 da stasera su Fx
Chi, come il sottoscritto, ha amato la serie del 1967 “The Prisoner”, scritta da Patrick McGoohan, anche protagonista, non può perdersi il suo remake che, con lo stesso titolo, andrà in onda da stasera alle 23 su Fx (canale 119 di Sky) per sei settimane.Girato in Namibia, il “The Prisoner” attuale riprende alcuni temi e
Chi, come il sottoscritto, ha amato la serie del 1967 “The Prisoner”, scritta da Patrick McGoohan, anche protagonista, non può perdersi il suo remake che, con lo stesso titolo, andrà in onda da stasera alle 23 su Fx (canale 119 di Sky) per sei settimane.
Girato in Namibia, il “The Prisoner” attuale riprende alcuni temi e personaggi che abbiamo già incontrato nella serie originale, e li trasporta in un contesto attuale, fatto di paure e di dubbi su fin dove la nostra libertà può essere sacrificata a favore della sicurezza. Uno sci-fi diverso dagli altri, che spinge ad una riflessione che va oltre la semplice soluzione del mistero del “Villaggio”.
Protagonista è un uomo (Jim Caviezel, “The Passion”), catturato e portato in un Villaggio, appunto, in un posto non precisato del nostro pianeta. Qui tutti si chiamano con un numero, a seconda della loro importanza e conoscenza di informazioni rilevanti, tant’è che l’uomo di cui sopra verrà chiamato Sei. Insieme a lui ci sono numerose persone, tutte trattate come numeri, tutti inconsapevoli del mondo esterno e che vivono la vita del Villaggio come se fosse l’unica possibile.
The Prisoner
Tutto questo grazie al lavoro di Due (Ian McKellen), capo del Villaggio -non esiste un Uno- temuto e rispettato da tutti. Due ha un figlio, 11-12 (Jamie Campbell Bower), adolescente che sente il bisogno di allontanarsi dalla mano del padre e per cui tenuto ancor più sotto controllo. Sarà lui, però, ad alimentare in Sei la convinzione che da quel posto si può scappare.
Ogni puntata è un tentativo di fuga da parte di Sei, ed al contempo un tentativo da parte di Due di convincerlo che il Villaggio è sicuro e senza via d’uscita. Quando nel mezzo ci si mette anche 4-15 (Hayley Atwell), la lotta per la libertà diventerà sempre più importante per il protagonista.
“The Prisoner” è sì un remake, ma con punti diversi rispetto alla serie originale: viene dato più spazio a personaggi che non siano Sei e Due (quest’ultimo, nella serie originale, cambiava identità ogni puntata, mentre ora è sempre impersonato da McKellen) e, come abbiamo detto, lo sviluppo della storia gioca con l’attualità e le nostre tecnologie. Sebbene il Villaggio possa sembrare di un altro periodo storico, la tecnologia di oggi è più che presente.
Il finale, inoltre, cambia: non vi sveliamo nulla, ma non pensate che, avendo visto la serie del 1967, sappiate già come va a finire. “The Prisoner” conquista ma non tutti: un pregio di Bill Gallagher, che ha scritto la serie, è stato quello di non rendere un prodotto così popolare (almeno in America ed Inghilterra, la cui Itv co-produce il telefilm con Amc) anche commerciale. Il risultato è una storia che ha bisogno di essere compresa oltre la semplice narrazione dei fatti.
Per omaggiare la serie cult, infine, non mancano le citazioni, come la frase “Io non sono un numero, sono un uomo libero” recitata da McGoohan nella sigla originale e la mitica bolla bianca, custode del Villaggio che, così nel 1967 come oggi, ingoia chiunque tenti di fuggire da lì.