Aldo Grasso risponde a Valerio Merola
Valerio Merola lo abbiamo anche intervistato. E nell’intervista, fra le altre cose, Merola si rivolge a Aldo Grasso così: Grasso è ancorato al merolone. Ma è una storia vecchia di 14 anni. Ma si aggiornasse. Nel frattempo ho anche fatto altre cose. Che scriva della trasmissione senza andare a ripescare quella storia. Proprio non ne
Valerio Merola lo abbiamo anche intervistato. E nell’intervista, fra le altre cose, Merola si rivolge a Aldo Grasso così:
Grasso è ancorato al merolone. Ma è una storia vecchia di 14 anni. Ma si aggiornasse. Nel frattempo ho anche fatto altre cose. Che scriva della trasmissione senza andare a ripescare quella storia. Proprio non ne posso più. Le persone crescono, cambiano, vanno avanti, si evolvono….
Concetti ribaditi anche dall’Ufficio Stampa del conduttore, che fra le altre cose manda a dire un paio di cose al critico televisivo:
La prima è che il programma è interamente autoprodotto (dunque costo zero per la Rai): un segnale di intelligenza e responsabilità in tempo di crisi, nonostante i giornali parlino in questi giorni di contratti ipermilionari per altri volti noti della tv di Stato e non solo, in aperto contrasto con il clima di austerity tanto sbandierato. La seconda: per una volta un nuovo programma è stato affidato a un professionista come Merola che ha carriera, cultura e gavetta per potersi correttamente fregiare del titolo di «conduttore». O era forse meglio darlo a qualcuno dei tanti spesso incompetenti e improvvisati nati da zero da reality o talent show, come insegna l’Italia del pressappochismo?
E Aldo Grasso non rimane a tacere. Affonda e ribadisce il suo giudizio negativo sul programma La giostra sul due.
Scrive, Aldo Grasso:
Per scrupolo ho rivisto ieri una puntata de «La giostra sul Due» e trovo che il giudizio «un contenitore di cazzeggio estivo» sia fin troppo generoso. Ho usato l’epiteto «Merolone» con lo stesso criterio con cui il signor Valerio Merola, nelle sue interviste, ricorda il bruciante amore con Bianca Berlinguer, direttore del Tg3 (non è démodé anche quello?). Il fatto che un programma sia autoprodotto non ne giustifica la messa in onda (se mai, fotografa perfettamente lo stato di abbandono in cui vivacchia la Rai). Comunque, nei titoli di coda appare la sponsorizzazione della Regione Calabria. Sono soldi pubblici anche quelli e, forse, potrebbero essere usati per cause più urgenti.