Home Quelli che il calcio Quelli che il calcio – sms in codice tra boss mafiosi

Quelli che il calcio – sms in codice tra boss mafiosi

UPDATE da Ufficio Stampa Rai: In relazione alla notizia sul possibile utilizzo degli sms mandati in onda nel corso della trasmissione “Quelli che il calcio” dalle organizzazioni criminali per scambiarsi messaggi, la Rai precisa che Raitrade ha affidato alla societa’ NeoNetwork la gestione del controllo degli sms. Tale societa’ opera il controllo attraverso un software

pubblicato 20 Agosto 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 13:30


    UPDATE da Ufficio Stampa Rai: In relazione alla notizia sul possibile utilizzo degli sms mandati in onda nel corso della trasmissione “Quelli che il calcio” dalle organizzazioni criminali per scambiarsi messaggi, la Rai precisa che Raitrade ha affidato alla societa’ NeoNetwork la gestione del controllo degli sms. Tale societa’ opera il controllo attraverso un software che elimina tutte le espressioni volgari e attraverso un operatore che sceglie, o in base al contesto del programma oppure su indicazione degli autori, gli sms da mandare in onda. Si precisa inoltre che nell’arco della stagione arrivano oltre 200 mila messaggi di cui solo lo 0,0010 per cento viene utilizzato. Questi ultimi, poi, vengono storicizzati e conservati per un periodo di sei mesi.

Forse per la prima volta, nella storia della televisione, l’interattività del pubblico è diventata davvero “pericolosa”. Oltre ad occupare gran spazio nelle più importanti testate online, la notizia è stata annunciata nel corso del Tg2: i criminali più pericolosi, reclusi in celle di isolamento, comunicavano con il loro clan attraverso sms inviati a programmi tv, in primis a Quelli che il calcio.

Messaggi in codice venivano, dunque, diffusi attraverso la televisione, senza che nessuno dei conduttori e dello staff produttivo – si sottolinea – potesse immaginare cosa scorreva sotto i loro volti. I messaggi venivano, infatti, pubblicati autonomamente nel rullo in sovrimpressione.

La segnalazione arriva dall’ex procuratore nazionale antimafia aggiunto, Enzo Macrì, nel corso di un’audizione alla Commissione parlamentare antimafia:

“Certo, quello degli sms alle trasmissioni televisive, e nel caso specifico a Quelli che il calcio…, è solo uno degli strumenti utilizzati per inviare messaggi ai detenuti al 41 bis. Messaggi che i boss recepiscono ed interpretano attraverso il loro contenuto e il mittente. Si tratta di messaggi dal contenuto spesso banale che, in realtà, nascondono importanti comunicazioni di servizio ai capi mafia”.

Il procuratore nazionale Pietro Grasso ha aggiunto:

“Utilizzare una trasmissione televisiva per mandare messaggi criptati ai boss mafiosi in carcere può essere un modo per cercare di aggirare le restrizioni del 41 bis, il cosiddetto carcere duro, ma è solo un’ipotesi. In realtà abbiamo già fatto delle ricerche approfondite dopo l’allarme lanciato, ma fino ad oggi non sono stati individuati messaggi che possano fare pensare a indicazioni ai boss”.

La procura nazionale antimafia ha comunque allertato la polizia penitenziaria perché vigili sulle trasmissioni viste dai boss e dai mafiosi in regime di carcere duro, visto che solo di alcune è autorizzata la visione.

Quelli che il calcio